2 e 3 marzo 2013: le Giornate dei musei ecclesiastici

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di Nicola Fasano

 

Troppo spesso, parlando di musei d’arte sacra, il pensiero corre a luoghi inaccessibili e polverosi, depositi dove il tempo sembra essersi fermato. Troppo spesso un tenace pregiudizio impedisce al potenziale visitatore di oltrepassare la soglia di un museo religioso che, di per sé, non è né un’aula di catechesi, né un luogo liturgico, né tantomeno una scuola teologica, an­che se con questi luoghi e con le funzioni che in essi si svolgono intrattiene significative relazioni. Nonostante il loro rilevante numero (un migliaio all’incirca), i musei religio­si italiani costituiscono di fatto una realtà ‘invisibile’, per lo più sconosciuta al grande pubblico.

 

Questa l’analisi che l’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) ha effettuato per il 2013, anno della Fede e Anniversario dell’Editto di Tolleranza di Costantino (313 d.C.). Quest’anno tutti i Musei Ecclesiastici si uniscono in un’unica e grande rete per promuovere e valorizzare le loro peculiarità, prima tra tutte il forte radicamento che queste istituzioni stabiliscono con la comunità di riferimento e il loro ruolo di ‘presidio’ dell’i­dentità non solo religiosa, ma culturale in senso lato di quella stessa comu­nità, dei suoi abitanti o di chi semplicemente vi transita.

Presentate il 21 febbraio in conferenza stampa al Museo Diocesano di Milano, dal Presidente Nazionale dell’associazione, Mons. Giancarlo Santi, e tra gli altri alla presenza del Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività culturali, Roberto Cecchi, pertanto, le Giornate dei musei ecclesiastici del 2 e 3 marzo 2013, promosse dall’AMEI, saranno un’importante occasione per rendere ‘visibile’ questa straordinaria realtà museale, unica per ciò che conserva ed evoca.

L’iniziativa si svolgerà contemporaneamente in tutta Italia ed in Puglia, nello specifico, dove si registrano 13 adesioni di istituzioni museali, che da nord a sud apriranno le loro porte al pubblico con ingressi gratuiti e proposte diversificate (visite guidate, incontri a tema, laboratori, concerti, spettacoli, ecc.). Sul sito AMEI (www.amei.biz) è possibile consultare l’elenco dei musei aderenti all’iniziativa; per le proposte delle diverse istituzioni museali si rimanda, invece, alle rispettive pagine web.

 

 

In occasione delle Giornate dei musei ecclesiastici del 2 e 3 marzo 2013, promosse dall’AMEI, il MuDi – Museo Diocesano di Taranto propone per entrambe le giornate l’ingresso gratuito al Museo osservando i seguenti orari:  9.30 – 12.00, 16.00-19.00.

Su richiesta e al raggiungimento del numero minimo di visitatori previsto sarà inoltre possibile usufruire della visita guidata a pagamento con partenze alle 10.00 e alle 17.00 di entrambe le giornate.

Per informazioni e prenotazioni:

099 4716003- 333 5661281

 

 

 

 

Musei diocesani pugliesi scrigni di ricchezze

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di Giuseppe Massari

Nel panorama culturale pugliese ci sono delle testimonianze e delle realtà che non si può fare a meno di visitare. Tra i tanti doni naturali che la Puglia possiede, e che ha gratuitamente ricevuto in dono,  ci sono quelli costruiti da mani esperte ed umane. Sono immagini sacre, quadri, sculture di santi, reliquiari, paramenti ed arredi sacri. Un corredo enorme che costruisce e ricostruisce la storia della Chiesa pugliese. Che fa da cornice e da sfondo ad una storia scritta, ma non sufficientemente conosciuta. Un bagaglio culturale di enorme spessore, interesse e bellezza attraverso il quale si sono cimentati pittori e artisti di fama mondiale, ripercorrendo in lungo e in largo la sacralità, la spiritualità, la fede della nostra regione.

Questi ricchi contenitori di arte ed espressività, intonati e sintonizzati con le corde del cuore, sono i molteplici musei diocesani sparsi dal nord al sud della Puglia.

Ma in realtà quanti sono? In una prima ricostruzione, fatta alcuni anni fa, dalla Commissione per la cultura della Conferenza episcopale pugliese,  e sfociata in una pubblicazione che ha visto la luce circa cinque anni fa,  “Guida dei Musei diocesani di Puglia”, essi assomano ad un numero pari a 17. Va detto subito che sono fra i più importanti e i più ricchi per contenuti di oggetti espositivi. A questo elenco vanno aggiunti quelli definiti ecclesiatici, cioè sempre di proprietà della Chiesa, ma più, per quanto riguarda la gestione, di natura privata o privatistica.

Tutti, comunque, in ugual misura, contribuiscono ad integrare il già vasto patrimonio architettonico delle nostre chiese romaniche, gotiche e barocche.

Tutti questi cimeli, uniti indissolubilmente alle storie di ogni singola cattedrale o chiesa locale, sono il miglior viatico, il migliore mezzo per portare la Puglia oltre i suoi limitrofi e lontani confini. Essi svolgono una funzione turistica di indubbio valore, se è vero, come è vero, che la sete del sapere e del conoscere non può non passare attraverso le bellezze che racchiudono il sacro, il divino, il trascendente, il culto, la fede, la tradizione, la specificità di un messaggio autentico e non artefatto, in mezzo al confusionismo moderno o della modernizzazione dissacrante, blasfema ed iconoclasta.

Nell’economia di questi tesori viventi vanno aggiunti i cassetti della memoria spolverata o impolverata degli Archivi. Altre miniere di ricchezza di documenti, di racconti particolari, curiosi, metodici, puntuali dello svolgimento della vita della Chiesa, con gli atti ufficiali dei molteplici vescovi che hanno abitato le sedi episcopali. La vita dei Capitoli cattedrale. Le particolarità raccontate dei vari personaggi storici, che hanno contribuito a scrivere ogni fetta e parte di storia locale. Forse, con l’eccezione e la dovuta distinzione, però, va evidenziato come i musei, per la loro capacità di farsi guardare e ammirare sono mete ambite da molti.

Gli archivi, sono luoghi di studio, riservati a pochi, a cultori, ad appassionati di ricerche, e, quindi, meno esposti ai visitatori occasionali e di passaggio. Ma gli uni e gli altri non differiscono dall’ essere punti centrali d’incontro e di partenza per lo studio di ogni realtà particolare. Gli uni e gli altri insieme per assolvere a quella funzione di supporto propagandistico e promozionale del nostro territorio.

Non potendo elencare tutti i tesori contenuti nelle strutture museali diocesane, quanto meno, ci è sembrato opportuno, riportare, grazie all’ausilio di un recente studio, elaborato attraverso una Tesi di Licenza in Museologia, curata dal giovane Giorgio Gasparre e discussa presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, presso la Città del Vaticano, nell’Anno accademico 2004 – 2005, l’elenco aggiornato di tutti i musei che insistono nelle varie diocesi pugliesi.

 

 

Provincia di Lecce

Ÿ         Museo Diocesano d’ arte sacra dell’ Arcidiocesi di Lecce: Comune: Lecce- Diocesi: Lecce- Sede: Palazzo del seminario, piazza Duomo- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, a pagamento.

Ÿ         Museo Diocesano di Otranto: Comune: Otranto- Diocesi: Otranto- Sede: palazzo Lopez, piazza della Basilica- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro. 

Ÿ         Museo Diocesano di Gallipoli: Comune: Gallipoli- Diocesi: Nardò-Gallipoli- Sede: ex Seminario Vescovile- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto a pagamento. 

Ÿ         Museo Diocesano di Ugento: Comune: Ugento- Diocesi: Ugento- Santa Maria di Leuca- Sede: Palazzo del Seminario- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In progettazione.

 

Provincia di Brindisi

Ÿ         Museo Diocesano “Giovanni Tarantini”: Comune: Brindisi- Diocesi: Brindisi- Ostuni- Sede: chiostro del Palazzo del Seminario- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In allestimento. 

Ÿ         Museo Diocesano di Oria: Comune: Oria- Diocesi: Oria- Sede: Palazzo Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto a richiesta. 

 

Provincia di Taranto

Ÿ         Museo Diocesano di Taranto: Comune: Taranto- Diocesi: Taranto- Sede: ex Seminario Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra-Proprietà: diocesano. Prossima apertura.

Ÿ         Museo Diocesano di Castellaneta: Comune: Castellaneta- Diocesi: Castellaneta- Sede: ex Seminario Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In progettazione.

Provincia di Bari

Ÿ         Museo Diocesano della Basilica Cattedrale di Bari: Comune: Bari- Diocesi: Bari- Bitonto- Sede: Arcivescovado- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Diocesano: Pinacoteca Mons. A. Marena e Lapidario romanico: Comune: Bitonto- Diocesi: Bari- Bitonto- Sede: Palazzo Vescovile- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Capitolare della Cattedrale di Gravina di Puglia: Comune: Gravina di Puglia- Diocesi: Altamura- Gravina- Acquaviva delle Fonti- Sede: Seminario Vecchio- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: Capitolo della Cattedrale di Gravina di Puglia- Aperto, offerta libera.

Ÿ         Museo Diocesano della Cattedrale di Altamura: Comune: Altamura- Diocesi: Altamura- Gravina- Acquaviva delle Fonti- Sede: Matronei della Cattedrale- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In progettazione.

Ÿ         Museo Diocesano di Monopoli: Comune: Monopoli- Diocesi: Conversano- Monopoli- Sede: Ex Seminario- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, a pagamento.

Ÿ         Museo Diocesano di Bisceglie: Comune: Bisceglie- Diocesi: Trani- Barletta- Bisceglie- Sede: Palazzo Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro.

Provincia di Barletta- Andria- Trani

Ÿ         Museo Diocesano di Trani: Comune: Trani- Diocesi: Trani- Barletta- Bisceglie- Sede: piazza Duomo- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso.

 

Provincia di Foggia

Ÿ         Museo Diocesano di Foggia: Comune: Foggia- Diocesi: Foggia- Bovino- Sede: Chiesa dell’ Annunciata- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro.

Ÿ         Museo Diocesano di Bovino: Comune: Bovino- Diocesi: Foggia- Bovino- Sede: Castello di Bovino- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Diocesano di San Severo: Comune: San Severo- Diocesi: San Severo- Sede: ambiente ipogeo di via vico freddo- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Diocesano di Lucera: Comune: Lucera- Diocesi: Lucera- Troia- Sede: Episcopio- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, a pagamento.

Ÿ         Museo Diocesano del tesoro della Cattedrale di Troia: Comune: Troia- Diocesi: Lucera- Troia- Tipologia: artistico- arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro.

Le foto a corredo di questo articolo riprendono alcuni dei beni esposti nel Museo Diocesano di Gallipoli

Il Museo Diocesano di Taranto

Il cortile interno del Museo Diocesano di Taranto
Il cortile interno del Museo Diocesano di Taranto

di Elisa D’Urso

Inaugurato il 6 maggio 2011, il Museo Diocesano di arte sacra di Taranto (MuDi) nasce dall’intuizione di S.E. Mons. Benigno Papa, il quale, recependo l’importanza di promuovere la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Diocesi di Taranto, dà avvio ad un accurato progetto museografico condotto dall’Ufficio Diocesano per i beni culturali ecclesiastici, in primo luogo nella persona di mons. Giuseppe Russo e in seguito in quella di don Francesco Simone, attuale direttore dell’Ufficio stesso.

La scelta dell’immobile destinato ad ospitare il Museo è ricaduta sull’antico Seminario Arcivescovile, posto all’interno del centro storico in un triangolo formato, oltre che da esso, dall’Arcivescovado e dalla Cattedrale di San Cataldo e oggetto negli anni di diversi interventi di restauro che hanno permesso di recuperare e valorizzare un bene che per la sua storia costituisce da sé un percorso museografico.

L’antico Seminario fu istituito nel 1568 dall’arcivescovo Marco Antonio Colonna in seguito alla chiusura del Concilio di Trento, durante il quale si decise che ogni diocesi dovesse dotarsi di un Seminario. La diocesi di Taranto fu tra le prime a recepire tale direttiva ma, non disponendo di un edificio di nuovo impianto, destinò allo scopo preesistenze edilizie. Nacque,così, un primo nucleo che, quasi certamente, si sviluppava sui lati nord, est e ovest intorno ad un cortile in parte porticato, e risultava delimitato a sud da un muro, secondo una frequente tipologia degli affacci a mare di molti edifici del tempo, così come si può tuttora osservare nell’articolazione della facciata meridionale del Palazzo Arcivescovile.

Con l’accrescersi del numero dei seminaristi si manifestò l’esigenza di una fabbrica più adeguata, rendendosi necessario l’ampliamento della stessa già nel secolo successivo con l’arcivescovo Tommaso Caracciolo. I lavori furono proseguiti dall’arcivescovo Tommaso Sarria, relativamente alla zona di affaccio su Mar Grande, come si può dedurre dalla presenza del suo stemma sulla chiave di volta del ballatoio al termine della prima rampa di scale che conduce al primo piano, e dall’arcivescovo Francesco Pignatelli, il quale probabilmente fece sopraelevare la fabbrica, come si può ipotizzare dalla presenza del suo stemma sulla facciata interna settentrionale tra il primo e il secondo piano. Dopo successivi interventi minori si giunse alla configurazione attuale dell’immobile con l’arcivescovo Francesco Saverio Mastrilli, il quale ampliò ulteriormente l’edificio sistemando il fronte meridionale e collocandovi il portale principale che reca il suo stemma.

L'Auditorium
L’Auditorium

Gli interventi successivi consistettero quasi esclusivamente in opere di consolidamento della struttura, che risultava fortemente sollecitata. Tra questi i lavori eseguiti nel 1827 nell’ambiente al piano terra in origine destinato a cappella dedicata all’Assunta, come dimostra il dipinto a tempera sulla volta databile alla fine del ‘700 e attribuibile con buona probabilità alla ‘bottega’ del Carella. Tale intervento portò alla realizzazione di arconi di scarico, con conseguente interruzione dell’unità spaziale originaria e con la parziale occultazione del dipinto stesso. Ulteriori lavori di consolidamento furono eseguiti nel 1858 sulle strutture murarie a Nord del cortile, che portarono alla tamponatura degli archi del relativo sottoportico.

Fatta eccezione per brevi interruzioni che videro la struttura occupata prima dalle truppe francesi agli inizi dell’ ‘800, poi dal liceo classico “Archita” dopo l’Unità d’Italia e in ultimo dalle truppe militari durante la prima guerra mondiale, il Seminario rimase attivo per quattro secoli durante i quali il numero degli iscritti crebbe talmente che alla fine dell’ ‘800 si decise di metterlo in comunicazione con il palazzo di proprietà della diocesi posto oltre vico Seminario attraverso un passaggio aereo tuttora esistente, in modo da ampliare gli spazi a destinazione dei seminaristi.

sala Ordini Religiosi e Confraternite
sala Ordini Religiosi e Confraternite

Quando nel 1965 fu costruito il nuovo Seminario a Poggio Galeso, più adeguato alle moderne esigenze, l’antica struttura fu abbandonata e rimase tale fino al 1983, quando l’arcivescovo Mons. Guglielmo Motolese diede concreto avvio ai lavori di restauro dell’immobile, seguiti in tempi recenti da quelli di adeguamento strutturale e impiantistico necessari per l’allestimento del Museo Diocesano.

Partendo dal presupposto che il compito del Museo Diocesano non è limitato alla tutela e valorizzazione delle sole opere esposte ma si estende ad un’attività di promozione culturale sull’intero territorio, è stato concepito un intervento che oltre all’allestimento degli spazi espositivi dedicati alla mostra permanente prevede due ampie sale dedicate a mostre temporanee, una sala convegni dotata di impianto di proiezione, una biblioteca multimediale e un laboratorio di restauro, il tutto nell’ottica di garantire la piena accessibilità anche a persone diversamente abili.

Il percorso espositivo permanente, articolato in sette sezioni tematiche, mette in mostra oltre 300 opere esplicative della storia della diocesi di Taranto, tra cui una discreta quantità di manufatti scultorei chiaramente riferibili ad ambiti culturali di grande interesse, una ricca documentazione pittorica, che testimonia le grandi scuole meridionali, tra cui “Il sogno di San Giuseppe” di Corrado Giaquinto, pregiati paramenti sacri, numerosi sportelli di tabernacolo, tra cui quello dal valore inestimabile in oro zecchino e topazio inciso che fu commissionato dal re Ferdinando II e che giunse a Taranto grazie a una generosa donazione di una importante famiglia tarantina, oltre a una svariata quantità di suppellettile liturgica. Di notevole valore sono, inoltre, gli argenti e gli ori provenienti prevalentemente dal cosiddetto Tesoro di San Cataldo, tra cui l’antica crocetta aurea rinvenuta, secondo le più antiche fonti agiografiche, sul petto del santo nel 1071 al momento del ritrovamento del corpo all’interno del sarcofago marmoreo.

Nell’ottica della sua funzione di promozione culturale sul territorio, nel suoi primi venti mesi di apertura il Museo Diocesano ha ospitato importanti manifestazioni locali, tra cui l’inaugurazione e la relativa mostra del“Festival Paisiello 2011”, la rassegna fotografica “Fotoarte 2012”, in occasione della quale le due sale per mostre temporanee sono state accuratamente allestite per esporre le opere del maestro Ferdinando Scianna e dell’emergente fotografo grottagliese Carlos Solito e tre serate del “Festival Paisiello 2012”.

L’attuale gestione del Museo, a cura di “Custodes Artis s.c.a.r.l.” composta da sei giovani qualificatie supervisionata dal Direttore don Francesco Simone, si pone come obiettivo quello di consentire una maggiore fruizione della struttura e dare notevole impulso alle attività offerte, al fine di rendere il MuDi un riferimento culturale attivo sul territorio.

 

 

 

Il Museo Diocesano di Taranto

Il cortile interno del Museo Diocesano di Taranto
Il cortile interno del Museo Diocesano di Taranto

di Elisa D’Urso

Inaugurato il 6 maggio 2011, il Museo Diocesano di arte sacra di Taranto (MuDi) nasce dall’intuizione di S.E. Mons. Benigno Papa, il quale, recependo l’importanza di promuovere la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Diocesi di Taranto, dà avvio ad un accurato progetto museografico condotto dall’Ufficio Diocesano per i beni culturali ecclesiastici, in primo luogo nella persona di mons. Giuseppe Russo e in seguito in quella di don Francesco Simone, attuale direttore dell’Ufficio stesso.

La scelta dell’immobile destinato ad ospitare il Museo è ricaduta sull’antico Seminario Arcivescovile, posto all’interno del centro storico in un triangolo formato, oltre che da esso, dall’Arcivescovado e dalla Cattedrale di San Cataldo e oggetto negli anni di diversi interventi di restauro che hanno permesso di recuperare e valorizzare un bene che per la sua storia costituisce da sé un percorso museografico.

L’antico Seminario fu istituito nel 1568 dall’arcivescovo Marco Antonio Colonna in seguito alla chiusura del Concilio di Trento, durante il quale si decise che ogni diocesi dovesse dotarsi di un Seminario. La diocesi di Taranto fu tra le prime a recepire tale direttiva ma, non disponendo di un edificio di nuovo impianto, destinò allo scopo preesistenze edilizie. Nacque,così, un primo nucleo che, quasi certamente, si sviluppava sui lati nord, est e ovest intorno ad un cortile in parte porticato, e risultava delimitato a sud da un muro, secondo una frequente tipologia degli affacci a mare di molti edifici del tempo, così come si può tuttora osservare nell’articolazione della facciata meridionale del Palazzo Arcivescovile.

Con l’accrescersi del numero dei seminaristi si manifestò l’esigenza di una fabbrica più adeguata, rendendosi necessario l’ampliamento della stessa già nel secolo successivo con l’arcivescovo Tommaso Caracciolo. I lavori furono proseguiti dall’arcivescovo Tommaso Sarria, relativamente alla zona di affaccio su Mar Grande, come si può dedurre dalla presenza del suo stemma sulla chiave di volta del ballatoio al termine della prima rampa di scale che conduce al primo piano, e dall’arcivescovo Francesco Pignatelli, il quale probabilmente fece sopraelevare la fabbrica, come si può ipotizzare dalla presenza del suo stemma sulla facciata interna settentrionale tra il primo e il secondo piano. Dopo successivi interventi minori si giunse alla configurazione attuale dell’immobile con l’arcivescovo Francesco Saverio Mastrilli, il quale ampliò ulteriormente l’edificio sistemando il fronte meridionale e collocandovi il portale principale che reca il suo stemma.

L'Auditorium
L’Auditorium

Gli interventi successivi consistettero quasi esclusivamente in opere di consolidamento della struttura, che risultava fortemente sollecitata. Tra questi i lavori eseguiti nel 1827 nell’ambiente al piano terra in origine destinato a cappella dedicata all’Assunta, come dimostra il dipinto a tempera sulla volta databile alla fine del ‘700 e attribuibile con buona probabilità alla ‘bottega’ del Carella. Tale intervento portò alla realizzazione di arconi di scarico, con conseguente interruzione dell’unità spaziale originaria e con la parziale occultazione del dipinto stesso. Ulteriori lavori di consolidamento furono eseguiti nel 1858 sulle strutture murarie a Nord del cortile, che portarono alla tamponatura degli archi del relativo sottoportico.

Fatta eccezione per brevi interruzioni che videro la struttura occupata prima dalle truppe francesi agli inizi dell’ ‘800, poi dal liceo classico “Archita” dopo l’Unità d’Italia e in ultimo dalle truppe militari durante la prima guerra mondiale, il Seminario rimase attivo per quattro secoli durante i quali il numero degli iscritti crebbe talmente che alla fine dell’ ‘800 si decise di metterlo in comunicazione con il palazzo di proprietà della diocesi posto oltre vico Seminario attraverso un passaggio aereo tuttora esistente, in modo da ampliare gli spazi a destinazione dei seminaristi.

sala Ordini Religiosi e Confraternite
sala Ordini Religiosi e Confraternite

Quando nel 1965 fu costruito il nuovo Seminario a Poggio Galeso, più adeguato alle moderne esigenze, l’antica struttura fu abbandonata e rimase tale fino al 1983, quando l’arcivescovo Mons. Guglielmo Motolese diede concreto avvio ai lavori di restauro dell’immobile, seguiti in tempi recenti da quelli di adeguamento strutturale e impiantistico necessari per l’allestimento del Museo Diocesano.

Partendo dal presupposto che il compito del Museo Diocesano non è limitato alla tutela e valorizzazione delle sole opere esposte ma si estende ad un’attività di promozione culturale sull’intero territorio, è stato concepito un intervento che oltre all’allestimento degli spazi espositivi dedicati alla mostra permanente prevede due ampie sale dedicate a mostre temporanee, una sala convegni dotata di impianto di proiezione, una biblioteca multimediale e un laboratorio di restauro, il tutto nell’ottica di garantire la piena accessibilità anche a persone diversamente abili.

Il percorso espositivo permanente, articolato in sette sezioni tematiche, mette in mostra oltre 300 opere esplicative della storia della diocesi di Taranto, tra cui una discreta quantità di manufatti scultorei chiaramente riferibili ad ambiti culturali di grande interesse, una ricca documentazione pittorica, che testimonia le grandi scuole meridionali, tra cui “Il sogno di San Giuseppe” di Corrado Giaquinto, pregiati paramenti sacri, numerosi sportelli di tabernacolo, tra cui quello dal valore inestimabile in oro zecchino e topazio inciso che fu commissionato dal re Ferdinando II e che giunse a Taranto grazie a una generosa donazione di una importante famiglia tarantina, oltre a una svariata quantità di suppellettile liturgica. Di notevole valore sono, inoltre, gli argenti e gli ori provenienti prevalentemente dal cosiddetto Tesoro di San Cataldo, tra cui l’antica crocetta aurea rinvenuta, secondo le più antiche fonti agiografiche, sul petto del santo nel 1071 al momento del ritrovamento del corpo all’interno del sarcofago marmoreo.

Nell’ottica della sua funzione di promozione culturale sul territorio, nel suoi primi venti mesi di apertura il Museo Diocesano ha ospitato importanti manifestazioni locali, tra cui l’inaugurazione e la relativa mostra del“Festival Paisiello 2011”, la rassegna fotografica “Fotoarte 2012”, in occasione della quale le due sale per mostre temporanee sono state accuratamente allestite per esporre le opere del maestro Ferdinando Scianna e dell’emergente fotografo grottagliese Carlos Solito e tre serate del “Festival Paisiello 2012”.

L’attuale gestione del Museo, a cura di “Custodes Artis s.c.a.r.l.” composta da sei giovani qualificatie supervisionata dal Direttore don Francesco Simone, si pone come obiettivo quello di consentire una maggiore fruizione della struttura e dare notevole impulso alle attività offerte, al fine di rendere il MuDi un riferimento culturale attivo sul territorio.

 

 

 

Musei diocesani pugliesi scrigni di ricchezze

 

 

di Giuseppe Massari

Nel panorama culturale pugliese ci sono delle testimonianze e delle realtà che non si può fare a meno di visitare. Tra i tanti doni naturali che la Puglia possiede, e che ha gratuitamente ricevuto in dono,  ci sono quelli costruiti da mani esperte ed umane. Sono immagini sacre, quadri, sculture di santi, reliquiari, paramenti ed arredi sacri. Un corredo enorme che costruisce e ricostruisce la storia della Chiesa pugliese. Che fa da cornice e da sfondo ad una storia scritta, ma non sufficientemente conosciuta. Un bagaglio culturale di enorme spessore, interesse e bellezza attraverso il quale si sono cimentati pittori e artisti di fama mondiale, ripercorrendo in lungo e in largo la sacralità, la spiritualità, la fede della nostra regione.

Questi ricchi contenitori di arte ed espressività, intonati e sintonizzati con le corde del cuore, sono i molteplici musei diocesani sparsi dal nord al sud della Puglia.

Ma in realtà quanti sono? In una prima ricostruzione, fatta alcuni anni fa, dalla Commissione per la cultura della Conferenza episcopale pugliese,  e sfociata in una pubblicazione che ha visto la luce circa cinque anni fa,  “Guida dei Musei diocesani di Puglia”, essi assomano ad un numero pari a 17. Va detto subito che sono fra i più importanti e i più ricchi per contenuti di oggetti espositivi. A questo elenco vanno aggiunti quelli definiti ecclesiatici, cioè sempre di proprietà della Chiesa, ma più, per quanto riguarda la gestione, di natura privata o privatistica.

Tutti, comunque, in ugual misura, contribuiscono ad integrare il già vasto patrimonio architettonico delle nostre chiese romaniche, gotiche e barocche.

Tutti questi cimeli, uniti indissolubilmente alle storie di ogni singola cattedrale o chiesa locale, sono il miglior viatico, il migliore mezzo per portare la Puglia oltre i suoi limitrofi e lontani confini. Essi svolgono una funzione turistica di indubbio valore, se è vero, come è vero, che la sete del sapere e del conoscere non può non passare attraverso le bellezze che racchiudono il sacro, il divino, il trascendente, il culto, la fede, la tradizione, la specificità di un messaggio autentico e non artefatto, in mezzo al confusionismo moderno o della modernizzazione dissacrante, blasfema ed iconoclasta.

Nell’economia di questi tesori viventi vanno aggiunti i cassetti della memoria spolverata o impolverata degli Archivi. Altre miniere di ricchezza di documenti, di racconti particolari, curiosi, metodici, puntuali dello svolgimento della vita della Chiesa, con gli atti ufficiali dei molteplici vescovi che hanno abitato le sedi episcopali. La vita dei Capitoli cattedrale. Le particolarità raccontate dei vari personaggi storici, che hanno contribuito a scrivere ogni fetta e parte di storia locale. Forse, con l’eccezione e la dovuta distinzione, però, va evidenziato come i musei, per la loro capacità di farsi guardare e ammirare sono mete ambite da molti.

Gli archivi, sono luoghi di studio, riservati a pochi, a cultori, ad appassionati di ricerche, e, quindi, meno esposti ai visitatori occasionali e di passaggio. Ma gli uni e gli altri non differiscono dall’ essere punti centrali d’incontro e di partenza per lo studio di ogni realtà particolare. Gli uni e gli altri insieme per assolvere a quella funzione di supporto propagandistico e promozionale del nostro territorio.

Non potendo elencare tutti i tesori contenuti nelle strutture museali diocesane, quanto meno, ci è sembrato opportuno, riportare, grazie all’ausilio di un recente studio, elaborato attraverso una Tesi di Licenza in Museologia, curata dal giovane Giorgio Gasparre e discussa presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, presso la Città del Vaticano, nell’Anno accademico 2004 – 2005, l’elenco aggiornato di tutti i musei che insistono nelle varie diocesi pugliesi.

 

 

Provincia di Lecce

Ÿ         Museo Diocesano d’ arte sacra dell’ Arcidiocesi di Lecce: Comune: Lecce- Diocesi: Lecce- Sede: Palazzo del seminario, piazza Duomo- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, a pagamento.

Ÿ         Museo Diocesano di Otranto: Comune: Otranto- Diocesi: Otranto- Sede: palazzo Lopez, piazza della Basilica- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro. 

Ÿ         Museo Diocesano di Gallipoli: Comune: Gallipoli- Diocesi: Nardò-Gallipoli- Sede: ex Seminario Vescovile- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto a pagamento. 

Ÿ         Museo Diocesano di Ugento: Comune: Ugento- Diocesi: Ugento- Santa Maria di Leuca- Sede: Palazzo del Seminario- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In progettazione.

 

Provincia di Brindisi

Ÿ         Museo Diocesano “Giovanni Tarantini”: Comune: Brindisi- Diocesi: Brindisi- Ostuni- Sede: chiostro del Palazzo del Seminario- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In allestimento. 

Ÿ         Museo Diocesano di Oria: Comune: Oria- Diocesi: Oria- Sede: Palazzo Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto a richiesta. 

 

Provincia di Taranto

Ÿ         Museo Diocesano di Taranto: Comune: Taranto- Diocesi: Taranto- Sede: ex Seminario Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra-Proprietà: diocesano. Prossima apertura.

Ÿ         Museo Diocesano di Castellaneta: Comune: Castellaneta- Diocesi: Castellaneta- Sede: ex Seminario Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In progettazione.

Provincia di Bari

Ÿ         Museo Diocesano della Basilica Cattedrale di Bari: Comune: Bari- Diocesi: Bari- Bitonto- Sede: Arcivescovado- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Diocesano: Pinacoteca Mons. A. Marena e Lapidario romanico: Comune: Bitonto- Diocesi: Bari- Bitonto- Sede: Palazzo Vescovile- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Capitolare della Cattedrale di Gravina di Puglia: Comune: Gravina di Puglia- Diocesi: Altamura- Gravina- Acquaviva delle Fonti- Sede: Seminario Vecchio- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: Capitolo della Cattedrale di Gravina di Puglia- Aperto, offerta libera.

Ÿ         Museo Diocesano della Cattedrale di Altamura: Comune: Altamura- Diocesi: Altamura- Gravina- Acquaviva delle Fonti- Sede: Matronei della Cattedrale- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- In progettazione.

Ÿ         Museo Diocesano di Monopoli: Comune: Monopoli- Diocesi: Conversano- Monopoli- Sede: Ex Seminario- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, a pagamento.

Ÿ         Museo Diocesano di Bisceglie: Comune: Bisceglie- Diocesi: Trani- Barletta- Bisceglie- Sede: Palazzo Vescovile- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro.

Provincia di Barletta- Andria- Trani

Ÿ         Museo Diocesano di Trani: Comune: Trani- Diocesi: Trani- Barletta- Bisceglie- Sede: piazza Duomo- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso.

 

Provincia di Foggia

Ÿ         Museo Diocesano di Foggia: Comune: Foggia- Diocesi: Foggia- Bovino- Sede: Chiesa dell’ Annunciata- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro.

Ÿ         Museo Diocesano di Bovino: Comune: Bovino- Diocesi: Foggia- Bovino- Sede: Castello di Bovino- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Diocesano di San Severo: Comune: San Severo- Diocesi: San Severo- Sede: ambiente ipogeo di via vico freddo- Tipologia: archeologico, artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, gratuito.

Ÿ         Museo Diocesano di Lucera: Comune: Lucera- Diocesi: Lucera- Troia- Sede: Episcopio- Tipologia: artistico, arte sacra- Proprietà: diocesano- Aperto, a pagamento.

Ÿ         Museo Diocesano del tesoro della Cattedrale di Troia: Comune: Troia- Diocesi: Lucera- Troia- Tipologia: artistico- arte sacra- Proprietà: diocesano- Chiuso per restauro.

Le foto a corredo di questo articolo riprendono alcuni dei beni esposti nel Museo Diocesano di Gallipoli

Libri/ Le suppellettili in argento del museo diocesano di Brindisi

MUSEO DIOCESANO

GIOVANNI TARANTINI

BRINDISI

 

XXI  Colloquio  sui  Beni  Culturali  

 

Presentazione del libro di

GIOVANNI BORACCESI

Le Suppellettili in argento del museo diocesano “Giovanni Tarantini” di Brindisi

Foggia, Grenzi Editore, 2011.

 

 

 

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