I gustosi mùgnuli degli ultimi fertili orti suburbani salentini

LU MUGNULU

di Massimo Vaglio

Il “mùgnulu” è una Brassicacea tipica del Salento, simile ai comuni cavoli broccoli verdi detti comunemente broccoli verdi (Brassica oleracea var.  botrytis virescens L. ) di cui, secondo recenti indagini genetiche, non ancora completate, potrebbe costituire il progenitore dal quale questi ultimi sono stati selezionati. Alcuni antichi ricercatori trattano il mùgnulu come una varietà a se stante identificandola come: Brassica oleracea asparagoide Pasq.; Brassica botriytis cimosa D.C. e ne codificano almeno tre ecotipi : praecox, major e serotino. Il primo viene comunemente appellato mugnulettu, ha sviluppo più contenuto e viene tradizionalmente coltivato in terreni leggeri tendenzialmente aridi e poco fertili, la cui produzione più precoce, è limitata, ma organoletticamente molto piacevole per cui molto ricercata. Gli ecotipi major e serotino, hanno sviluppo decisamente più esuberante, in particolare il secondo che è a ciclo più tardivo.

Esigono entrambi rigorosamente terreni pesanti o comunque, freschi e fertili, le loro folte piante, di un verde intensissimo, caratterizzano infatti, gli ultimi fertili orti suburbani scampati alla cementificazione, di molti paesi del Salento. Morfologicamente, il mùgnulu è un ortaggio molto vigoroso e rustico, caratteristica che traspare già da una superficiale ispezione, il fusto infatti, appare completamente lignificato sino alle branche ha limitate esigenge colturali ed è di rapida crescita; le piante hanno portamento eretto, ma si ramificano ben presto, le foglie sono oblunghe, fortemente lobate e di colore verde più scuro rispetto agli altri cavoli. Inoltre si distingue dal broccolo verde per l’infiorescenza più piccola e meno compatta; con i singoli fiori bianchi, più grandi e con brattee fiorali più ampie.

Anche le sue caratteristiche organolettiche sono peculiari e lo fanno localmente preferire al broccolo verde comune. Numerose sono le ricette

Una gustosa verdura di stagione, tipica della mensa salentina

“Mùgnuli” del Salento leccese, li vedi, li ami, li mangi e ti salvi!

di Antonio Bruno

 “Mùgnuli” sono un broccolo cavolo del Salento leccese che cresce spontaneo e che viene coltivato da sempre. Lo mangiamo solo nel Salento leccese, è gustoso e genuino e fa bene alla salute perché in questa verdura sono presenti gli “ INDOLI” sostanze la cui assunzione permette di prevenire certi tumori a carico dell’apparato digerente.

Cavoli a merenda…

GLI OMOFONI DEL DIALETTO NERETINO A FUMETTI (16): mùgnulu.

Qualche giorno dopo…

1 È da una settimana che mi stai facendo mangiare sempre mùgnuli. Mi sa che oggi scoppio…

2 A furia di mangiarli prima o poi troverai quella etimologia che stai cercando da tanti anni. Perciò lascia stare questi mùgnuli (capricci) e mangiati quei mùgnuli (l’ortaggio).

3 Me lo diceva il cuore che manco morto sarei arrivato all’etimologia di mùgnulu. E quella me li sta portando pure qui…

4 Disgraziato di cane, vai a pisciare da un’altra parte, perché se seccano se la prenderà con me.

5 (Si tratta di una razza nuova: il cane pappagallo).

Nel dialetto neretino mùgnulu è il nome di un ortaggio tipicamente salentino (Brassica oleracea L., varietà botrytis, subvarietà italica) una cultivar del cavolo broccolo che secondo i botanici probabilmente rappresenta, insieme alle altre forme selvatiche di Brassica, un antenato delle attuali varietà di cavoli; ma mùgnulu è usato anche nel senso di capriccio, vezzo, moina, carezza e da questo è derivato l’aggettivo mugnulùsu=capriccioso.

Il Rholfs per il primo significato (quello dell’ortaggio) non avanza nessuna proposta etimologica1, idem il Garrisi1; per l’altro significato il Rholfs1 invita ad un confronto “con l’antico italiano mognine=carezze, italiano moine”, il Garrisi1 lo fa derivare “dall’italiano mu[gu]gnolo”.

In realtà l’antico italiano mognine è una voce veneziana attestata nel Dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe Boerio, Cecchini, Venezia, 1867, pag. 423: “MONÌN o MOGNÌN, s. m., Mucino; Muscino e Mucci mucci, Termine del Gatto, o col quale si chiama il gatto”. Il VEI (Vocabolario etimologico italiano) al lemma Moina: “Voce di dubbia etimologia, ma è facile che faccia parte di quel gruppo di voci che probabilmente trovano il motivo nei vezzi propri del gatto e a cui spettano mognine (ant.)=carezze e mignògnole (trent.). Che il termine mognine fosse molto antico lo attesta il

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