a cura di Stefano Donno
Maria Brandon Albini, una delle protagoniste di maggior rilievo della
letteratura meridionalista del secondo dopoguerra, ci racconta il suo
“Viaggio” nel Salento con una scrittura dall’andamento leggero e
brioso, tanto che si ha quasi l’impressione di leggere degli appunti,
delle notazioni di viaggio prese giorno per giorno.
L’autrice s’immerge in un universo composito dove convivono antiche
credenze e istanze della contemporaneità, dove le leggende
s’incrociano con storie di santi e il mondo magico e rituale della
cultura contadina non è in contraddizione con il sindacalismo e le
leggi di difesa operaia.
L’Albini si sofferma sulla condizione delle donne nel Sud, registra il
persistere di tradizioni popolari che sopravvivono agli assalti della
modernità, la pratica della lamentazione funebre, la lingua grika e il
tarantismo, pagine queste ultime di estremo interesse da un punto di