di Paolo Vincenti
Salento Asca Cippune Sarmientu. Di fronte al titolo di questo libro di Mario Calcagnile, in cui compare l’abusata parola Salento, ci si chiede quale sia il messaggio che questa ennesima raccolta poetica reca con sé. Ma i libri bisogna leggerli, anche se si rischia di non trovarlo comunque questo messaggio. Ma ciò non è grave e non depone a sfavore della silloge in questione.
I libri bisogna comunque leggerli, come ripete spesso Antonio Errico, gustarli fino in fondo e non fermarsi mai alle apparenze che sono spesso (non sempre) fuorvianti. Leggere un libro è un’esperienza importante, anche quando non si capisce nulla di ciò che si è letto, anche quando ci si scorda di esso dopo aver voltato l’ultima pagina. Qualcosa, in fondo in fondo, rimane, qualche piccolo frammento sedimenta nei meandri della nostra coscienza e conoscenza.
Salento Asca, Cippune, Sarmientu (Poesie ed altro), è una raccolta di poesie edita da Calcangeli (2006), casa editrice che fa capo allo stesso Calcagnile e presenta in copertina un disegno della figlia di Calcagnile, Angelica, da piccola: questa copertina è un invito alla lettura per quel bellissimo mix di colori che solo i bambini di 2 anni sanno combinare insieme con i loro pastelli.
“Distratto lì accanto/Il sole risveglia/ Negli occhi/ Nelle onde riflesse/Luci piene/ Nuove energie/ Nuova vita”.
Questo libro, con Prefazione di Lorella Cavalera, fa parte della collana Lu Rusciulu e, insieme con i testi inediti, presenta anche una serie di canti popolari, come una pizzica in dialetto, “Lu core miu è tuttu pe ttie”, con traduzione in italiano, “Hoppy Hoppy cavallucciu”, una nenia di autore anonimo per intrattenere i bambini, riscritta da Calcagnile e “Lu cuccurucù”, una vecchia serenata di anonimo, sempre con traduzione in italiano. “Amo te sole/ il cielo la natura/ Amo le rose/ i libri la scultura”: Calcagnile, infatti,