La Madonna del Latte

di Massimo Negro

Cari amici, prendendo spunto da alcune fotografie della basilica di S. Caterina in Galatina pubblicate recentemente su Facebook dall’amico Cesare, sono andato a riprendere un paio di foto scattate nei mesi scorsi.

Una di queste è stata scattata appunto all’interno della Basilica, la prima foto, l’altra, la seconda, all’interno della chiesa della Madonna del Carmine. Entrambe a Galatina.
Il soggetto è sicuramente interessante e forse anche singolare: la Madonna che, come una qualsiasi madre, allatta il proprio figlio. E questo figlio, Gesù, nella tenerezza dei suoi primi mesi, come un qualsiasi neonato si nutre al seno della madre.

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Ho volutamente lasciato le parole “madre” e “figlio” in minuscolo per trasmettere la normalità del gesto, la rappresentazione della quotidianità tipica nell’agire di una qualsiasi madre, che con il seno scoperto allatta il proprio figlio. Ed è proprio questo che mi ha colpito.
Non c’è niente d’insolito nel veder rappresentata la Madonna con Gesù in braccio, ma solitamente sono ritratti in trono nella loro maestosità, con atteggiamento benedicente. In queste foto sono rappresentati una madre e un figlio.
L’immagine della Madonna con Bambino iniziò a diffondersi dal 431, dopo il concilio di Efeso, che ribadì la figura di Maria Madre di Dio, oltre che di Gesù.

Si trovano molte varianti stilistiche e iconografiche del tema della Madonna che allatta, ripreso nelle miniature, pitture e sculture di epoche e Paesi diversi. Il soggetto è tra i più antichi motivi dell’iconografia religiosa, presente anche nelle catacombe romane, forse con richiami a divinità egizie.

Fu popolare nella scuola pittorica toscana e nel Nord Europa a partire dal Trecento e venne proseguita durante tutto il Rinascimento.

Ma alla Madonna del Latte sono associate antiche tradizioni, credenze e devozioni. La più diffusa è quella che vuole che le donne si rivolgano alla Madre di Gesù affinché interceda per farle coronare il sogno più grande: avere un bambino. Anche nel Salento.
A Salice Salentino, la Cappella “Madonna del Latte” (la Cona) è una piccola chiesetta rurale costruita nel XVI secolo sulla Strada Provinciale Salice-Avetrana, a circa tre chilometri dal centro abitato.

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Luogo di culto e di devozione, nei momenti di perdurante siccità i Salicesi da secoli si recano in processione penitenziaria al piccolo santuario per implorare l’intercessione della “Madonna del Latte” per far cadere la pioggia sui campi.
Ad essa si rivolgono tuttora le puerpere per ottenere abbondante latte per nutrire i propri figli. E sempre alla “Madonna del Latte” si rivolgono recandosi spesso al piccolo Santuario, per un momento di preghiera e meditazione, moltissimi giovani del paese. Viene festeggiata il 3 luglio.
Come ben sapete non sono un esperto di arte per cui ricerche sul tema le lascio a chi di competenza, ma sarebbe interessante se si riuscisse a risalire ai motivi, alle tradizioni popolari che possono aver visto anche a Galatina un culto o comunque una qualche forma di devozione verso questa raffigurazione della Madonna.

Ruffano, festività della Madonna del Latte

 

di Stefano Tanisi

Situata sulla collina della Serra -a 170 metri sul livello del mare- è la piccola chiesa rurale della Madonna della Serra o comunemente detta Madonna del Latte di Ruffano. La cappella sin dal XII secolo ha visto sostare i numerosi pellegrini diretti verso la “perdonanza” di Leuca.

La domenica seguente la Pasqua la chiesa riapre per festeggiare la titolare, la Vergine del Latte. Grande è la devozione delle donne verso questa Madonna: fino a pochi decenni fa le donne -in gestazione o che avevano appena partorito- percorrevano il sagrato e la navata della chiesa in ginocchio, fino ad arrivare al cinquecentesco affresco della Madonna che allatta il Bambino (la Vergine Galaktotrophusa – che nutre col latte), per chiedere la grazia di avere abbondante latte per il nutrimento dei propri piccoli.

Nei primi del ‘900 il pittore mandurino Giovanni Stano (1871-1945) realizza il dipinto omonimo per l’altare maggiore, mentre verso gli anni ‘30 del secolo scorso è stata realizzata la statua in cartapesta che le donne portano in processione per le strade di campagna intorno alla chiesa.

Bibliografia

– A. de Bernart, L’antica chiesa di Mater Domini a Ruffano. Storia, culto, tradizione, Ruffano 2008

– A. de Bernart – M. Cazzato, S. Maria della Serra a Ruffano, Galatina, 1994

– S. Tanisi, Giovanni Stano. A Santa Chiara il grande dipinto dei Quattro Santi, in “L’Ora del Salento”, settimanale, Anno XIX, Numero 28, 5 settembre 2009

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