1861-2011 – 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, Brigantaggio e secessionismo (1.1)
Brigantaggio e secessionismo
di Maurizio Nocera
Si è tenuto lo scorso sabato 3 luglio, in Piazza Castello ad Acaya (dalle 18.30), voluto dall’ASSA l’incontro dibattito “Brigantaggio Meridionale e Secessionismo”. Hanno partecipato circa 200 persone, non poche di questi tempi tenuto conto anche della concomitanza con la Notte bianca di Lecce. Il dibattito si è protratto sino alle 22.00. Presenti anche un paio di deputati, non cito per delicatezza i nomi, comunque del centro destra, uno salentino e uno calabrese.
È stato uno scontro sul filo del rasoio, da una parte le sensibilità di “centro sinistra” con alcuni relatori più o meno collegati alla mia relazione, che ha origini dai dibattiti che sulla questione da decenni si fanno tra gli storici di area democratica; dall’altra, altri relatori chiaramente schierati in area di centro destra.
Un incontro importante, perché dalla giusta interpretazione che si saprà dare del fenomeno del brigantaggio meridionale, dipenderanno molte cose in Italia, in questo momento in una possibile situazione di svolta veramente difficile.
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“Brigantaggio e secessionismo”. Perché questo titolo? Cerco di spiegarlo descrivendo un viaggio fatto verso i luoghi che furono teatro principale del brigantaggio: la Basilicata. Appena qualche giorno fa, il 17 giugno scorso, con alcuni amici sono andato a Matera per incontrare quel grande vecchio dell’azionismo meridionalista che è Leonardo Sacco. A Leonardo, appena una settimana fa, su «La Gazzetta del Mezzogiorno» (25 giugno), Pasquale Doria ha dedicato un’intera bella pagina, ripercorendo il suo percorso intellettuale e tracciando le tappe più importanti della sua lunga vita di militante scrittore e giornalista. Il mio incontro col grande vecchio (presenti il pittore Nello Sisinni e il dott. Rino Bianco, direttore del Museo della Siritide di Policoro) si è svolto nella sua casa, non lontano dai Sassi. Durante tutto il tempo dell’intervista, Leonardo ha praticamente parlato sempre lui. Ovviamente ne aveva ben diritto perché, dall’alto dei suoi 86 anni e, sapendo di essere l’ultimo vivente dei grandi meridionalisti, non poteva ascoltare le poche cose che noi avevamo da dirgli. Frapponendomi però tra un suo sospiro e l’altro sono riuscito a chiedergli cosa pensasse di questo nuovo ritorno del dibattito sul brigantaggio.
«Cosa vecchia. Non durerà», è stata la sua risposta, aggiungendo: «Non è vero che la tematica e l’attuale dibattito sul brigantaggio suscitino fascino nelle nuove generazioni. Si tratta solo, almeno per il momento, di attenzione verso quelle vicende storiche. (…) ».
per gentile concessione de Il Paese Nuovo