I miei giochi scomposti di Lara Savoia, Manni editori
di Paolo Rausa
I miei giochi s/composti di Lara Savoia sono un inno, per così dire, all’amore, attraversato secondo le innumerevoli modalità che una giovane poetessa può concepire. L’amore si traveste e assume via via le sembianze ora di una visione, ora di un sentimento profondo, ora di un desiderio sfrenato, e si tras/colora in immagini, della natura soprattutto. E su tutto incombe il tempo, come sedimentare di passioni, di delusioni, di aspirazioni ad un tutto che l’autrice vorrebbe abbracciare e farlo proprio per l’eternità. Ecco che il sentimento diventa incalzante, si fa giorno, notte, stagioni, pianta, albero, scoglio, elemento marino, onda, risacca, impronta, velo che copre e che si squarcia ogni qualvolta il desiderio trova appagamento in rapporti amorosi carnali che giungono all’estasi del corpo e fanno toccare il vertice del piacere.
Lara Savoia attraversa con le sue poesie erotiche in un duplice gioco di erastés (amante) eratòs (amato), tanto caro alla lirica monodica greca e poi a quella simpodiale, una miriade di stati d’animo, ci conduce in quel regno incontrastato di Eros facendoci assaporare il dolce/amaro di un sentimento universale, che qui si tinge della sua dolce e appassionata sensibilità.
Sempre molto belle e suggestive le immagini che si susseguono e che ci invitano ad entrare in contatto con quel suo sentire illusionistico eppure reale,