Una copertina in cui è raffigurata quella che sembra una bambina nuda che galleggia tra inquietanti macchie color ocra scuro non può non attirare l’attenzione. Ed è così che si scoprono piacevoli sorprese, anche se vengono da un autore esordiente, anche se pubblicate da un editore locale, Lupo Editore, per la verità sempre molto attento a che i nuovi talenti possano esprimersi.
Si scopre così che questo è un romanzo che ha tutto il potenziale per diventare un cult per i salentini (e non). Una volta che lo si prende in mano, non si riesce più a mollarlo, spinti dalla voglia frenetica di sapere come si svilupperanno le vicende dei quattro giovani protagonisti leccesi: Sandro, Rocco, Fausto e Antonia, chiamati dagli altri coetanei “Quelli del Paisiello”. Amici per la pelle che costituiscono un unicum inscindibile, ma che non vengono risparmiati dalla MalaMara, “minestrone energetico di insoddisfazioni, vittorie schiaccianti, ansie, partite giocate male, frustrazioni, gol al 94’, magic moments e sorbetti al catrame”. Grazie ad una scrittura fresca, spigliata, mai piatta, Giuseppe Triarico accompagna il lettore nelle strade di pietra del centro storico di Lecce, tra le banchine del porto di Brindisi, lo fa divertire in un sudato ferragosto gallipolino e gli fa festeggiare il capodanno in una Otranto magica. I luoghi sono facilmente