di Paolo Vincenti
Dopo “Il segreto di Otranto” (2006) e “Il tesoro della Grecìa” (2007), ecco che Gianluigi Plantera pubblica, a coronamento di un lavoro articolato ma completo e coinvolgente, “Il mistero di Lecce” , edito, come gli altri due, dalla galatinese Edit Santoro (2008), e recante, come gli altri due, una puntuale Presentazione di Alessandro Laporta, Direttore della nostra Biblioteca Provinciale “N. Bernardini”.
Sembra che con l’archeologia ed il mistero ci abbia preso gusto l’autore, ricercatore leccese, laureato in Conservazione dei Beni Culturali. L’archeologia ed il mistero infatti impastano questo, come i precedenti romanzi d’avventura a sfondo storico, a cui ci ha abituato questo novello Dan Brown o, meglio,questo nostrano Indiana Jones, come lo definisce Alessandro Laporta.
Il romanzo è ambientato nel Salento, come è chiaro dal titolo dell’opera, in una Lecce fantastica e più misteriosa di come siamo abituati a conoscerla noi che dalla provincia la veniamo a trovare di giorno, e che presi dalla frenesia dei mille impegni cui dobbiamo assolvere prima di ritornare a casa per pranzo o per cena, non ci accorgiamo di quella sottile malia che una città come questa