di Vincenza Musardo Talò
Gennaro Francione, Scanderbeg. Un eroe moderno
C. D’Agostino editore, Roma 2003, pp. 350.
Nel novero dei miei studi sull’antica Albania Tarantina e su Giorgio Castriota Scanderbeg, ho sempre apprezzato la voce di quanti hanno saputo cogliere la complessa e straordinaria fisionomia di un Uomo che ha fatto della Patria e della Religione gli ideali della sua spada e del suo cuore, ma non avevo ancora studiato il pregevole volume a firma di Gennaro Francione, il “giudice-scrittore”, la cui già nota statura cultura non abbisogna certamente di presentazione alcuna.
Intanto, il fascinoso titolo del volume lo trovo già spiegato – con fine e acuta intuizione – dai due diretti discendenti del Castriota, i principi Alessandro e Giulio Castriota Scanderbeg d’Albania, che, nella loro Introduzione, riflettono sulla “modernità” del loro nobilissimo antenato. Modernità che si legittima per almeno tre connotazioni essenziali: “la sua visione unitaria dello Stato, frutto prematuro del superamento del particolarismo feudale; la sua lotta estrema e vincente per la salvaguardia dell’autodeterminazione dei popoli e della sovranità territoriale” e, infine, la lucida prefigurazione di quel teorema di pace fraterna tra i popoli e le civiltà, definito dalle stesse parole di Scanderbeg morente, quando dice, col tono di un profeta:”Conquisteremo mai una pace giusta in cui mussulmani, cristiani e fedeli di ogni altro rito rinunceranno all’uso della violenza, per dirimere alla fine ogni controversia?”.
Per quel che attiene l’impianto strutturale del volume di Gennaro Francione, questo si avvale di una solida e meditata ideazione, felicemente supportata da doviziose e fortunate ricognizioni d’archivio. Il narrato scorre quasi come la trama di un romanzo, scandita in tre sezioni:
– la prima, Scanderbeg. Storie di superficie dell’aquila bicipite, comprensiva di otto compendiosi capitoli;
– la seconda offre un esito espositivo di quattro capitoli, con capotitolo Scanderbeg. Storie di profondità dell’aquila bicipite;
– la terza, La scala di Scanderbeg, è un dramma il cui surreale tessuto compositivo è quanto mai ricco nell’intreccio di eventi e personaggi.
E, in primis, mi fermo proprio a questa terza parte del lavoro del Francione, tra