di Pino de Luca
Simboli, solo simboli, eppure in nome di simboli gli umani si abbracciano o si scannano, celebrano momenti di festa o di dolore. Ciascuno per la sua ragione, il suo credo o la sua fede ha bisogno di simboli, labari, bandiere.
Tra i più diffusi vi è l’agnello, purezza sacrificale per eccellenza in moltissime aree antropizzate. L’agnello prese il posto di Isacco al tempo del Secondo Patto anche nella Bibbia e fu sacrificato non per il Creatore, e poi dovette sacrificarsi anche il suo agnello al tempo della Pasqua.
Se ne sacrificano ancora di agnelli, anzi si macellano, soprattutto in occasione delle feste comandate, ma si ricorre anche al simbolo dell’agnello che, sacrificandosi, dona il meglio di se stesso.
Lu “tuce te li signuri” così era chiamato nel XIX-esimo secolo. Per la sua preziosità e rarità, probabilmente poiché veniva preparato dalle suore del monastero Benedettino di San Giovanni Evangelista di Lecce. A Natale, in forma di Pesce, e a Pasqua in forma di Agnello.
La pasta di mandorle che lo costituisce è diventato un prodotto tutelato dalla Regione Puglia e noto in tutto il mondo. Non è una cosa semplicissima ma possiamo provare a farlo. Ci occorre intanto uno stampo con la forma di agnello e poi gli ingredienti.
Mandorle sbollentate e sbucciate, poi finemente tritate, e zucchero in egual misura vanno mescolati con poca acqua e messi su fuoco moderato e cotti