di Maria Grazia Presicce
Triste spettacolo di qualche giorno fa sulla litoranea Gallipoli-Porto Cesareo
Dopo la sentenza che ha condannato i dirigenti e proprietari della fabbrica criminale di eternit di Torino, sarebbe bene che il problema “AMIANTO-ETERNIT “ non tornasse nel dimenticatoio. Non basta l’indignazione e lo scalpore della notizia solo al momento del verdetto finale, le conseguenze connesse con questo problema sono quanto mai incombenti ed il rischio è esteso a tutta l’Italia, da nord a sud.
Purtroppo solo con riferimento alla suddetta sentenza se n’è ripreso a parlare come se fosse un problema pertinente solo a quell’area e, in ogni modo, anche lì, dopo il primo clamore, l’allarme è parso sopirsi per poi completamente addormentarsi tanto, chi è morto ormai non c’è più, i congiunti hanno preso i quattrini, “ chi s’e visto s’è visto” e amen.
Dovremmo invece scuoterci davvero tutti e dare voce al problema, affrontando l’argomento eternit, allertando il cittadino e rendendolo consapevole dell’effettiva pericolosità di questo materiale tanto diffuso ancora su tutto il territorio nazionale. Sicuramente, riguardo il suo l’utilizzo, non c’è stato sufficiente allarmismo in un passato, tra l’altro, molto prossimo. Nessuno degli organi competenti, e meno che mai dei nostri ambientalisti hanno cercato di affrontare con fermezza l’argomento. Eppure l’amianto è, purtroppo ancora oggi, alla portata di tutti. Basta farsi un giro per le nostre campagne, spesso nei giardini delle nostre abitazioni, per rendersi conto della