A nuda voce. Canto per le tabacchine

 

nell’ambito della rassegna OktoberBook

a cura dell’Assessorato alla Cultura di Copertino

Domenica 19 Ottobre 2014 – alle ore 19.00

 

a Copertino (LE) presso la SALA CIVICA (Via Verdi)

 

ELIO CORIANO

presenterà

“A nuda voce. Canto per le tabacchine”

(musicaos:ed, poesia)

Voce e testi

Elio Coriano

Musica

Vito Aluisi

introduce, Luciano Pagano

ingresso libero

 

ElioCoriano-A-nuda-voce-canto-per-le-tabacchine

 

Domenica 19 Ottobre 2014, alle ore 19.00, nell’ambito della rassegna OKTOBERBOOK, realizzata dall’Assessorato alla Cultura di Copertino, si terrà, presso la Sala Civica di Copertino (via Verdi), la prima presentazione nazionale di “A nuda voce. Canto per le tabacchine”, la raccolta poetica di Elio Coriano.

“Elio Coriano con questa sua opera intende restituire una voce alle tabacchine morte il 13 giugno 1960 a Calimera, a causa di un incendio nei locali della ditta Villani e Franzo. Questo canto si unisce a quello di una generazione di salentini che hanno lavorato, anche in condizioni disumane, per garantire un futuro ai propri figli.” (dalla quarta di copertina). Questa raccolta inaugura la collana di poesia di musicaos:ed.

 

dall’introduzione al volume, di Ada Donno

“Il Salento era diventata una delle aree più altamente specializzate nella produzione e la prima lavorazione delle qualità di tabacco levantino, che Rosetta e le sue compagne avevano imparato a distinguere e a chiamare coi loro nomi impronunciabili che a loro suonavano come “santujaca”, “peristizza” e “zagovina”: le più chiare dalle più scure, le più larghe dalle più piccole, le più ruvide dalle più lisce. Le tabacchine erano manodopera indispensabile: prima di tutto perché la lavorazione delle foglie richiedeva le mani abili, leggere e veloci delle donne, meglio se in giovanissima età. Spesso erano quelle stesse mani che negli altri mesi dell’anno tessevano i propri corredi al telaio o ricamavano quelli commissionati dalle signore dei paesi.

E poi perché era manodopera docile, che si poteva pagare la metà degli uomini senza dovere spiegare perché, disposta a piegarsi ad ogni angheria pur di tenersi quel posto.

Molte delle compagne di lavoro di Rosetta provenivano dalle famiglie di coloni o di braccianti che producevano il tabacco nelle campagne attorno agli opifici. Con la loro fatica stagionale, precaria e frammentata, d’estate nelle campagne di raccolta e d’inverno negli opifici, le lavoratrici del tabacco integravano il reddito familiare.

Tale concezione integrativa, a giustificazione della bassa retribuzione femminile, era stata per secoli lo strumento di assoggettamento sociale, politico e culturale, nonché familiare, delle donne. Secondo un criterio indiscusso, infatti, alle donne veniva corrisposto per legge solo il compenso dello sforzo richiesto dal lavoro in fabbrica o in campagna. Il corrispettivo economico delle cure domestiche, invece, attività propria della donna per definizione e destino, veniva integrato nel salario dell’uomo capofamiglia, al quale soltanto spettava il mantenimento della donna e dei figli.

E caso mai non fosse bastata questa giustificazione, c’era l’altra più rozza e sbrigativa, comunemente accettata, dell’inferiorità della forza fisica femminile, del più basso livello d’istruzione e specializzazione e rendimento: in una parola, della naturale, ineliminabile inferiorità della donna.”

 

dall’intervento di Francesco Aprile

all’interno del volume

“C’è tutta la dimensione di Elio Coriano in questo ultimo lavoro poetico. C’è tutto un percorso che dall’esordio si articola assumendo la vita come una forma di resistenza poetica ai ‘mali” sociali.’”

“Ci sono un paio di mani callose morbide e bianche più della madonna, felici, bagnate dal sole e dalla fatica sotto le unghie. Ci sono un paio di mani callose morbide e bianche, sodali d’amore e crescita e maturazione, e sanno come fare del silenzio una canzone di fatica e lotta, di coscienza e amore.” 

 

dall’intervento di Luciano Pagano all’interno del volume

“Elio Coriano, nel suo excursus poetico, che va dalle prime opere pubblicate a oggi, si è mosso, dunque, partendo dall’io e dalla scrittura come attraversamento dei deserti dell’anima, fin dalle più estreme solitudini che derivano con il confronto tra tenebra e luce, anima e corpo, realtà e ideale. I versi del poeta hanno così costruito una corazza solida, tale da permettere un ritorno alla realtà con atteggiamento differente, propositivo e portatore di un messaggio di rivendicazione che va oltre la semplice denuncia, per approdare infine ai toni della poesia civile, e al suo confronto con la storia, sia contemporanea che quotidiana, fino all’immediato presente. La poesia di Elio Coriano, quindi, prende consistenza, in “Für Ewig 3” e in questo suo “A nuda voce”, in una occasione di riscatto per coloro che non hanno voce, riannodando la scrittura di Coriano alla tradizione della poesia contemporanea, che si sostanzia come dialogo incessante tra pensiero e scrittura, tra filosofia e storia, tra reale e razionale, con un testimone preso in prestito, per citare tre nomi, da Bertolt Brecht, Anna Achmatova e Franco Fortini.”

Introduzione di Ada Donno

Interventi di Francesco Aprile, Luciano Pagano

edizione italiana e inglese

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Elio Coriano è nato a Martignano nel 1955. Poeta e operatore culturale, insegna italiano e storia presso l’Istituto Professionale “Egidio Lanoce” di Maglie. Con Conte Editore ha pubblicato “A tre deserti dall’ombra dell’ultimo sorriso meccanico” (Three deserts from the shadow of the last mechanical smile – Premio Venezia Poesia 1996), nella collana Internet Poetry, fondata da Francesco Saverio Dodaro. Con “Le pianure del silenzio” tradotto in cinque lingue, ha inaugurato sempre per Conte Editore, E 800 – European literature, collana diretta e ideata da Francesco Saverio Dodaro. Nel 2005 ha pubblicato per “I Quaderni del Bardo”, “Dolorosa Impotenza. Il Mestiere delle Parole” con dieci disegni di Maurizio Leo e la prefazione di Antonio Errico. Nel 2006 per Luca Pensa Editore, nella collana Alfaomega, ha pubblicato “Scritture Randage” con la prefazione del filosofo cileno Sergio Vuskovic Rojo. Del 2007 è “H Letture Pubbliche (poesie 1996-2001)” con ‘i libri di Icaro’. Nel 2004 fonda assieme a Stella Grande e Francesco Saverio Dodaro il gruppo di musica popolare “Stella Grande e Anime Bianche” di cui è curatore dei testi e direttore artistico. Inoltre, negli ultimi due anni, ha curato e messo in scena una sua orazione su Gramsci, intitolata FÜR EWIG, accompagnato dal pianista Vito Aluisi. Nel 2010 pubblica, per Lupo Editore, “Il lamento dell’insonne”, vincitore nel 2012 del premio nazionale “Città di Mesagne”. Nel 2013, pubblica “Für Ewig 3” (Lupo Editore), presentato per il “76° Gramsci, Pensatore Unitario” il 27 giugno 2013 presso la Camera dei Deputati. I testi di “A nuda voce. Canto per le tabacchine” fanno parte di uno spettacolo teatrale e musicale realizzato con Stella Grande e Anime Bianche.

 

 

 

“A nuda voce. Un canto per le tabacchine” – Elio Coriano

 

musicaos:ed, poesia 01, pp. 194, ISBN 978-1500815271

 

 

 

www.musicaos.it

 

info@musicaos.it

 

 

 

Libri/ Il Lamento dell’insonne

a cura di Paolo Vincenti

 

PRO LOCO RUFFANO

  

CHIACCHIERE LETTERARIE

Sarà presentato mercoledi 1 dicembre a Ruffano il nuovo libro di Elio Coriano  Il Lamento dell’insonne (Lupo Editore 2010). La serata di presentazione, organizzata dalla Pro Loco Ruffano, si terrà presso il Bar D’Annunzio, sito nell’omonima piazza ruffanese, alle ore 19.00 e rientra infatti nella rassegna  “Quattro amici al bar”, avviata con successo l’anno scorso proprio dalla Pro Loco di Ruffano. A parlare del libro, fra aperitivi, stuzzicherie, caffè, amici della Pro Loco, di Coriano e dei libri, avventori del bar fintamente distratti, realmente interessati, fintamente interessati e davvero distratti, o  più o meno incuriositi dall’evento, saranno lo scrittore Giuseppe Cristaldi e il presidente Pro Loco Paolo Vincenti. L’autore Elio Coriano declamerà, da par suo, alcuni versi del libro. Sarà presente l’editore, Cosimo Lupo.

Scrive Giuseppe Cristaldi nella Prefazione del libro: “Il lamento dell’insonne è il sepolcro manomesso da un rapsodo vaticinante. Un lungo sepolcro nietzschiano. Solo dove sono i sepolcri sono le resurrezioni, purché il

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