Conviene coltivare il kaki mela nel Salento?
di Antonio Bruno
“…vi è uno stretto rapporto tra bosco, campo e giardino: in fondo il giardino, non è altro che il prolungamento degli altri…”.
Sere fa con il mio amico e collega Vincenzo Castellano è venuto fuori un discorso sull’albero e sul frutto del Cachi oppure Kaki. Mi ha raccontato che ha acquistato il frutto di una cultivar che si chiama “Caco mela” al prezzo di 1 euro a frutto. In pratica a 3 euro e 50 centesimi al chilogrammo. Mi ha detto che aveva anche acquistato degli alberi di questo frutto che aveva messo nel pezzetto di Paesaggio rurale che possiede qui a San Cesario di Lecce. Mi riferiva che gli è piaciuto molto mangiare il Caco mela, i cui frutti hanno le stesse caratteristiche del caco tipo vaniglia, ma che rispetto a quest’ultimo hanno sapore e consistenza che ricordano vagamente la mela.
La mia esperienza con i kaki
Ho frequentato l’Istituto Tecnico Agrario “Giovanni Presta” di Lecce e ricordo le ore in cui con l’insegnante d’Azienda prof. Polimeno passeggiavamo lungo il viale con cui si raggiungeva la stalla dell’Agrario. Oggi laddove c’era la stalla è stato ottenuto un Istituto Alberghiero. Io e gli altri ragazzi negli anni 1970 – 1976 abbiamo fatto grandi scorpacciate di kaki che cadendo tappezzavano la proiezione sotto le chiome di quel bel filare di alberi. C’è la leggenda che dice che quando si dicono le bugie nel raggio di tre metri c’è un albero di cachi quest’ultimo fa cadere tutti i frutti. Infatti c’è il detto “Mai far cadere i cachi dagli alberi!”. Certamente in quel tempo noi ragazzi ne abbiamo dette di bugie ai prof! Sono tornato più volte all’Agrario di Lecce per rivedere quegli alberi che hanno vita lunga, più di 50 anni. Dal 1970 ai giorni nostri ne sono passati 40 di anni ma degli alberi di cachi dell’Agrario di Lecce non è rimasta traccia. Peccato! Forse le bugie dei ragazzi che si sono succeduti in questi ultimi 40 anni oltre che a far cadere i frutti di cachi hanno anche provocato la mattanza degli alberi