di Pier Paolo Tarsi
Kant non si è mai sposato. “E per niente era un genio?”- direbbe qualcuno, ma non è questo il punto che ci interessa discutere qui. Tale particolare biografico permette di comprendere, e in parte giustificare, l’errore fondamentale del suo grandioso sistema filosofico: la pretesa che le forme trascendentali della conoscenza fossero le medesime in tutti gli esseri umani, tanto di genere maschile quanto femminile.
Quello che tradì il filosofo fu proprio la mancanza di quanto egli sommamente aveva in conto, ossia l’esperienza stessa, non avendo avuto a che fare con una compagna da osservare per un tempo necessario ad uno studio rigoroso della questione, cosa che gli avrebbe certo permesso di comprendere facilmente quanto fosse ingenua e arbitraria l’estensione della sua visione epistemologica anche alle donne. Le forme a priori e le categorie che il filosofo individuò e descrisse meticolosamente nella Critica della ragion pura non valgono infatti, come mostreremo, se non esclusivamente per quegli esseri umani di cui egli poteva avere un’esperienza immediata per appartenenza personale al genere, ossia i maschi stessi.
Per cominciare non siamo certi che il filosofo avesse ragione in merito alle