San Sabino patrono di Gravina? Verifica di un interrogativo infondato

A seguito dell’articolo di Giuseppe Massari su San Sabino patrono di Gravina, pubblicato su questo spazio web,  il maestro Peppino Di Nunno da Canosa ci ha inviato una precisazione che smentisce l’ipotesi e che ci sentiamo in dovere di pubblicare.

 

di Peppino Di Nunno

L’interrogativo posto prudentemente dalla Redazione sulla figura di San Sabino patrono di Gravina,  richiede, come tutte le conoscenze, una verifica alla luce di una ricerca storiografica e di fonti autorevoli da consultare.

Non c’è alcun intento di esprimere giudizi sull’autore dell’articolo che attesta il patronato di Gravina di San Sabino, ma nella verifica occorre apportare elementi e fonti consultate per la chiarezza delle conoscenze obiettive, per non ingenerare nei lettori e nei canosini credenze infondate.

Esprimo anzi apprezzamento per l’autore dell’articolo, Pasquale Ieva, per averci fatto scoprire l’esistenza nella Chiesa di Vaglio in Basilicata di un affresco di San Sabino, riconducibile al Vescovo canosino, cui tutti siamo affezionati e legati da devozione.

affresco di San Sabino nella chiesa di Vaglio in Basilicata

Già in precedenza ho dovuto chiarire l’infondatezza del San Sabino di Fermo e Spoleto, che da ricerche fonti storiografiche e da voci autorevoli del territorio, come il Direttore dell’Archivio della Curia e il Direttore della Biblioteca comunale, non coincide con il nostro San Sabino, essendo sostanzialmente un Martire, come attestano le fonti storiografiche di San Gregorio Magno.

Da questa mia ricerca e dalle ricerche storiche emergono soprattutto alcune linee metodologiche che non possono essere disattese nella formulazione di una tesi da parte nostra.

L’effigie non basta, l’iconografia non è sufficiente, come anche

San Sabino patrono di Gravina?

a cura di Giuseppe Massari

(Mentre la città di Gravina in Puglia si appresta a festeggiare san Michele Arcangelo, suo santo protettore, come sancito dalla Bolla papale di Clemente X del 10 marzo 1674, contestualmente siamo venuti a conoscenza di uno scritto  del professore Ieva, che di seguito riportiamo nella sua versione integrale, tratto da “Il Campanile, periodico di informazione e cultura, anno XVII, n. 1, Gen- Feb. 2009, in cui si afferma, sia pure in forma dubitativa, interrogativa e deduttiva, che san Sabino potrebbe essere, oltreché  patrono di Canosa, anche di Gravina. San Michele, quasi come un qualsiasi inquilino, potrebbe essere sfrattato? Questo, se fosse accertato, soprattutto dagli storici, significherebbe stravolgere l’intera storia di una comunità che ha basato la sua fede, la sua tradizione religiosa verso il principe della Milizia celeste sin dal suo apparire alle pendici del Gargano, e anche oltre, giungendo a convivere con la non distante Lucania. Noi, naturalmente, sic et simpliciter, non possiamo sposare la tesi del professore Ieva, se non altro perché è molto debole e non supportata da prove storiche e documentali attendibili. Riteniamo, però, che il suo contributo possa far nascere un serio e sereno dibattito finalizzato all’approfondimento e ad una ulteriore ricerca. Può essere considerata una buona e sana “provocazione”per poter confermare, smentire o riscrivere una nuova pagina di storia. Ai posteri, storici sinceri e non, l’ardua, l’ardita,  la faticosa, la provvisoria, la confermativa, definitiva o innovativa sentenza (g.m).

 

 

 

“Liberata Gerusalemme da Goffredo di Buglione, i Latini costituirono Nazareth Metropoli. Ma in seguito la Palestina fu ripresa dai Saraceni e il 2 ottobre 1187 il sultano d’Egitto Saladino entrò trionfante nella città, dopo che il suo

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