BIAGIO CHETTA E LA GUERRA
di Paolo Vincenti
La memorialistica è un genere letterario (alcuni lo hanno a torto definito “sottogenere”) molto importante a tutti i livelli, perché, attraverso i ricordi di vita vissuta, aiuta a ricostruire, quanto e più dei documenti ufficiali, un determinato periodo storico.
Anzi, ancor più dei libri di testo (che sono però imprescindibili), questi resoconti di guerra ci restituiscono la viva e accorata coscienza di un dramma storico di abnorme portata, come la Guerra Mondiale.
Questo dramma non vive soltanto nella pagine di enorme bellezza poetica dei versi di Giuseppe Ungaretti o della prosa di Beppe Fenoglio, per citare soltanto due esponenti della letteratura italiana che si sono occupati, ciascuno con la propria sensibilità ed i propri mezzi espressivi, di questo triste fenomeno, il primo, nelle liriche concise e vertiginosamente sintetiche de “Il porto sepolto”, e il secondo, nella narrazione lucida e spietatamente realistica del “Partigiano Johnny” .
Le vicende belliche possono essere ripercorse anche attraverso le pagine di quei tanti sconosciuti memorialisti che hanno vissuto la guerra sulla propria pelle e che hanno raccolto le loro lettere dal fronte o i diari e li hanno pubblicati. In fondo, come dice De Gregori, “la storia siamo noi che scriviamo le lettere” ; quindi, non solo i geni come Ungaretti e Fenoglio, ma anche quella enorme e indistinta turba che non passerà mai alla storia ma