Bisignano e Nardò. I Sanseverino e gli Acquaviva

di Roberto Filograna

Sia la città di Bisignano (l’antica, medioevale Visinianum), sia la città di Nardò (l’antichissima, messapica Naretinon), legano buona parte della loro storia più recente, dal XV secolo sino ai tempi dell’eversione della feudalità, al nome di due grandi famiglie che detennero il potere feudale ed amministrativo delle due città: i Sanseverino a Bisignano e gli Acquaviva a Nardò.

La famiglia Sanseverino e la famiglia Acquaviva appartenevano al gruppo delle sette famiglie più importanti del regno, assieme ai Ruffo, ai d’Aquino, agli Orsini del Balzo, ai Piccolomini e ai Celano. Ambedue le famiglie, improntarono la storia, l’economia, la cultura e la vita economica e sociale dei due centri, con alterna fortuna per gli stessi e secondo direzioni prevalentemente parallele ma che in

Guerra tra Bernabò Sanseverino e Raimondello Orsini del Balzo

BERNABO’ SANSEVERINO, DA CAPITANO DI GUERRA A SIGNORE DI NARDO’ (1384-1400)

IV ed ultima parte

di Roberto Filograna

 

Guerra tra Bernabò Sanseverino e Raimondello Orsini del Balzo

 Nel mentre Bernabò Sanseverino governava Nardò, re Ladislao, per portare dalla sua parte il conte di Lecce Raimondello Orsini del Balzo, prima gli promise (1398) e poi, una volta venuto meno Ottone di Brunswick, gli concesse, l’8 maggio 1399, il principato di Taranto con alcune importanti città pugliesi tra cui Nardò. Tutto ciò  pose a Bernabò Sanseverino il problema di dover certamente fronteggiare l’aspirazione dell’Orsini di recuperare il feudo di Nardò al suo dominio ivi compreso un suo prevedibile ricorso alle armi, per realizzare tale progetto.

Per tale motivo, Bernabò Sanseverino, da abile stratega e da ottimo capitano di guerra, anticipando le mosse dell’Orsini, prima che avesse il tempo di organizzare le proprie milizie, iniziò manovre militari contro di lui e il 28 agosto del 1399 …gens armigera Domini Bernabonis de S. Severino caepit guerram movere in comitissu et terris Principis. Colto di sorpresa e messo in difficoltà, Raimondello Orsini del Balzo, chiese l’aiuto del marchese di Crotone che venit …in ausilio Principis cum equitibus 500, contra Dominum Bernabonum in terra Hydrunti. Seguì, in settimana Sanctae Catharinae (e cioè, nell’ultima settimana di novembre) …magnum proelium inter eos.

La  battaglia non risolse le sorti della guerra tra Bernabò Sanseverino e Raimondello Orsini del Balzo, anzi, le belligeranze continuarono e si protrassero nell’anno successivo, sino allo scontro campale che si registrò in Sancto Petro ad Galatinum dove fuit factum inter eos magnum proelium

Bernabò Sanseverino, signore di Nardò

BERNABO’ SANSEVERINO, DA CAPITANO DI GUERRA A SIGNORE DI NARDO’ (1384-1400)

III parte

di Roberto Filograna

 

Bernabò Sanseverino, signore di Nardò

Nel 1384, Bernabò Sanseverino, dopo aver occupato la città con le sue terre e casali, alla testa delle sue milizie e forse con l’aiuto di Pietro d’Enghien, ne divenne il signore. La città, infatti, fu infeudata a lui ed al fratello Luigi da re Luigi I d’Angiò.

All’occupazione della città seguirono azioni repressive nei confronti dei filodurazzeschi e dei seguaci di papa Urbano VI. Nell’ambito di tali azioni, lo storico G.B. Tafuri segnala la devastazione e l’incendio del cenobio dei frati domenicani, tra i più strenui sostenitori del papa romano.

Nel 1385 Bernabò Sanseverino era saldamente insediato a Nardò. Ciò rese possibile al papa Clemente VII di conferire in commenda il monastero di S.

Bisignano e Nardò. I Sanseverino e gli Acquaviva

Bisignano e Nardò. I Sanseverino e gli Acquaviva

di Roberto Filograna

Sia la città di Bisignano[1](l’antica, medioevale Visinianum), sia la città di Nardò[2] (l’antichissima, messapica Naretinon), legano buona parte della loro storia più recente, dal XV secolo sino ai tempi dell’eversione della feudalità, al nome di due grandi famiglie che detennero il potere feudale ed amministrativo delle due città: i Sanseverino a Bisignano e gli Acquaviva a Nardò.

La famiglia Sanseverino e la famiglia Acquaviva appartenevano al gruppo delle sette famiglie più importanti del regno, assieme ai Ruffo, ai d’Aquino, agli Orsini del Balzo, ai Piccolomini e ai Celano. Ambedue le famiglie, improntarono la storia, l’economia, la cultura e la vita economica e sociale dei due centri, con alterna fortuna per gli stessi e secondo direzioni prevalentemente parallele ma che in qualche occasione divennero convergenti con punti d’incontro che produssero eventi di notevole

Bernabò Sanseverino, biografia

BERNABO’ SANSEVERINO, DA CAPITANO DI GUERRA A SIGNORE DI NARDO’ (1384-1400)

II parte

di Roberto Filograna

… E’ in questa fase storica che compare, quindi, nelle vicende neretine Bernabò Sanseverino, nuovo signore di Nardò a partire dal 1384 e sino al 1400, data della sua uscita di scena, forse,  a causa della morte avvenuta,  prematuramente, per malattia.

Ma chi è Bernabò Sanseverino?

Egli è figlio del Dominus Franciscus de S. Severino, a sua volta figlio di Guglielmo Sanseverino (figlio di Tommaso II) e di Margherita de Scotto e che è considerato il capostipite dei Sanseverino di Nardò e di Terlizzi. Ha per fratello Luigi, anch’egli capitano di guerra.

Egli apparteneva quindi alla nobilissima casata dei Sanseverino, di origine francese e discendenti da Troisio, nobile cavaliere sceso in Italia con i conquistatori  Normanni, gli Hauteville (Altavilla). Essi presero il loro nome dal dominio sulla terra di San Severino, nel principato di Salerno.

I Sanseverino furono sempre presenti come protagonisti nelle vicende più importanti  del Regno. Da sempre legati ed alleati dei sovrani francesi, essi stessi furono, il più delle volte, gli strumenti della loro politica ed

Bernabò Sanseverino, da capitano di guerra a signore di Nardò (1384-1400)

BERNABO’ SANSEVERINO, DA CAPITANO DI GUERRA A SIGNORE DI NARDO’ (1384-1400)

I parte

di Roberto Filograna

 

Nella seconda metà del XIV sec., Nardò è centro ricco ed importante di Terra d’Otranto. La città è   fedelissima alla regina Giovanna I, da cui ha ricevuto, nel 1374, la demanialità e molti altri privilegi concessi tra questo stesso anno e il 1380.

La sua diocesi, da secoli retta dagli abati di Sancta Maria de Nerito, fedeli al pontefice di Roma, è amministrata, dal 1362, da Guglielmo.

Nel 1378 la città, a seguito dell’elezione a pontefice romano di Urbano VI, sostenitore di Carlo III di Durazzo, e di quella, immediatamente successiva, a Fondi, dello scismatico Clemente VII, sostenitore di Luigi d’Angiò, trova schierati su due fronti  una parte del clero, che fa capo all’abate, fedele al pontefice romano e filodurazzesco, e la civica Universitas che, con la maggior parte del popolo, del patriziato locale e con l’altra parte del clero, riconoscono come pontefice Clemente VII e  sono filoangioini.

Questa contrapposizione, che è un riflesso di quella più generale, esistente tra le due fazioni (quella filodurazzesca e quella filoangioina) che si

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