Lecce, S. Oronzo e la peste nel 1656 e nel 1690

di Armando Polito

La preziosità delle memorie storiche è inversamente proporzionale al tempo trascorso, soprattutto quando esse riguardano eventi dirompenti, come terremoti ed epidemie. Forse chi ha vissuto di persona un’esperienza spiacevole tende ad enfatizzarla, ma è certo che la sua testimonianza è destinata ad essere più affidabile di altre basate sul sentito dire. Può sembrare strano, però anche nel caso di uno scampato pericolo i toni, in questo caso di sollievo, possono essere dettati dalla sensibilità di ognuno di noi, dalla stessa fede religiosa e politica. Una volta tanto non sarò tanto invadente e presuntuoso dall’accompagnare il lettore nella lettura del documento che sto per presentare e del quale mi limito a riprodurre solo il frontespizio.

Esso si presenta mutilo. La la mutilazione, purtroppo, coinvolgerà pure le pp. 9-18 in misura più ridotta, per diventare, purtroppo, drammaticamente estesa fino a p. 26, dove il testo s’interrompe definitivamente e, se si pensa che verso la fine della pagina precedente era appena iniziata la parte relativa alla peste del 1690, si comprende come la lacuna debba essere estremamente estesa e ci priva di notizie di cui l’autore fu testimone diretto e  degno di fede, forse non solo perché era Michele Pignatelli, vescovo di Lecce dal 1682 al 1695.

La Relazione è indirizzata al papa Innocenzo XII (1691-1700), al secolo Antonio Pignatelli. Entrambi appartenevano alla stessa nobile famiglia e lo stemma parlante che campeggia sul frontespizio sarebbe comune se non recasse, oltre alle tre piccole pignatte1, la tiara e le chiavi. Sempre nel frontespizio, a restauro avvenuto, la mutilazione è stata integrata, dopo In Lecce  con, scritto a mano, dagli Eredi di Pietro Micheli 16912. Di seguito, con una parentesi tonda aperta ma non chiusa: Ved(i) Poliantea Salent(ina)3 vol(ume) n(umero) c(artella) 25 pag(ina) 103.

Il volume è custodito nella Biblioteca provinciale “Nicola Bernardini” di Lecce e lo troverete al link  http://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?teca=MagTeca+-+ICCU&id=oai:www.internetculturale.sbn.it/Teca:20:NT0000:RMSE008409. Buona lettura!

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1 Pignatta si fa derivare dal latino medioevale pineata=simile a pigna, forma aggettivale dal classico pinea=pigna. La voce più vicina alla latina è lo spagnolo piñata, da cui il meridionale (compreso il salentino) pignata. La geminazione di t in pignatta potrebbe essere dovuto, secondo me, ad incrocio con piatto. Coerente con pignata è Pignatelli (er non Pignattelli), una delle più antiche e potenti famiglie napoletane.

2 Pietro Micheli, nato a Dole in Borgogna nel 1600, fu il primo stampatore riconosciuto attivo a Lecce dal 1631 (prima pubblicazione:  Philippi Formosi u(triusque) (iuris) d(octor) a Turri Susannia Carmina ad illustrissimum, & excellentissimum dominum d(ominum) Io(annem) Antonium Albricium Farnesium) fino al 1688 (ultima pubblicazione: La lira venosina in canto italiano: cioè, Oratio volgarizato, da Pietrantonio Epifani poeta salentino. Consacrato all’apostolica maestà di Giuseppe d’Austria Re d’Ungheria. Dove si racchiude la Poetica, ed altre erudite annotazioni), quando subentrarono gli eredi.

3 Collana di opere di autori salentini, a stampa e manoscritte, che Luigi De Simone raccolse arricchendola di annotazioni e commenti.

Antonio Pignatelli, da vescovo di Lecce a pontefice

ANTONIO PIGNATELLI

VESCOVO DI LECCE NEL 1671

DIVENNE PAPA INNOCENZO XII NEL 1691

di Lucio Causo

Antonio Pignatelli nacque a Spinazzola il 13 marzo 1615 da famiglia di principi napoletani. Prima di entrare nella carriera ecclesiastica fu al servizio dei Cavalieri di Malta. Poi divenne Nunzio Apostolico in Toscana nel 1652, in Polonia nel 1660, a Vienna nel 1668, per risolvere alcune controversie sorte con il pontefice Clemente X; nel 1671 fu inviato a Lecce, dove agì come vescovo amministratore, lontano dagli affari di Stato della Curia Vaticana, e solo nel 1673 riuscì a tornare a Roma.

Papa Innocenzo XI, nel 1681 lo elevò alla porpora cardinalizia; fu anche vescovo di Faenza e Legato alla diocesi di Bologna.

Nominato Arcivescovo di Napoli nel 1687, dopo la morte di Alessandro VIII, fu eletto papa il 12 luglio 1691, dopo un lungo conclave che durò cinque mesi, e prese il nome di Innocenzo XII. Nella villa romana appartenente alla nobile famiglia dei Pignatelli si può ammirare la bella statua del papa, opera dello scultore Tavolini.

Innocenzo XII fu un pontefice pio e caritatevole, sommo servitore della Chiesa verso la quale cercò di ricondurre il clero con i suoi esempi di umiltà e di singolare

La Puglia terra di Papi e Santi (2)

 

Lecce, piazza Duomo

di Giuseppe Massari

Attingendo da Matteo Fantasia, autore de “I papi pugliesi”, Innocenzo XII è il secondo, dopo Bonifacio IX, di cui ci siamo occupati, e prima di Benedetto XIII, ultimo vicario di Cristo nato in questa generosa terra di Puglia.

Questo pontefice nacque a Spinazzola il 15 marzo 1615, dalla nobile famiglia Pignatelli. Al fonte battesimale gli fu imposto il nome  Jacinto, Francesco, Luigi, Giuseppe, Antonio, anche se quello che restò scritto sul margine sinistro dell’atto di battesimo fu Antonio.

Di questo illustre personaggio si può dire che fece una rapida e brillantissima carriera ecclesiastica. Da piccolo, dopo aver percepito i segni della vocazione religiosa, intraprese il cammino ecclesiastico, diventando sacerdote, nell’ordine dei Gesuiti, laureandosi in diritto canonico e civile.

La sua preparazione teologica e giuridica consentì a molti pontefici di averlo come stretto collaboratore, soprattutto nelle missioni difficili da dirimere. Fu ambasciatore e fine diplomatico, infatti, fu nunzio apostolico presso le sedi di Varsavia, Vienna.

Purtroppo, questa carriera che sembrava essersi avviata verso una folgorante ascesa, fu interrotta quando al Soglio di Pietro fu eletto Clemente X, papa Altieri, che lo destinò vescovo residenziale a Lecce. A capo della Chiesa salentina restò per 12 anni, a mezzo del suo vicario, mons. Matteo Pulverini fino a quando non fece ritorno in Vaticano per assumere gli incarichi importanti nell’ambito della Curia romana. Fu nominato segretario della Congregazione dei vescovi e due anni dopo Maestro di Camera. Prima che fosse destinato a Napoli, però, bisogna non dimenticare le altre tappe episcopali intermedie che lo videro protagonista, e ci riferiamo al vescovado di Faenza e a quello di Bologna, come Legato pontificio.

Del suo episcopato in terra leccese si ricordano alcune importanti opere: le tre porte nuove, realizzate a sue spese, per la cattedrale. Fece, inoltre

La Puglia terra di Papi e Santi (1)

la chiesa di Casaranello

di Giuseppe Massari 

E’ noto a tutti e a molti come la Puglia  sia o possa essere considerata culla di santi.

San Giuseppe da Copertino, sant’Antonio Francesco Fasani,  il beato Giacomo di Bitetto, la beata suor Elia di san Clemente, carmelitana scalza, il servo di Dio, don Eustachio Montemurro, fondatore di due congregazioni religiose: le Suore Missionarie del Sacro Costato e i Piccoli Fratelli del SS.mo Sacramento, don Pasquale Uva, fondatore della casa della Divina Provvidenza di Bisceglie, senza dimenticare il santo per eccellenza, che pur non essendo pugliese di nascita, è vissuto nella nostra regione e le sue spoglie mortali vengono custodite sul Gargano, san Pio da Pietrelcina.

Ma la Puglia si conferma, nella sua radicata religiosità, anche terra di papi, avendone dati tre alla Chiesa universale. Infatti, secondo una ricostruzione e ricerca condotta alcuni anni fa da Matteo Fantasia, sfociata in una pubblicazione editoriale: “I Papi Pugliesi”, Schena editore, 1987, viene alla luce una verità ai più sconosciuta. Secondo questo studio i papi pugliesi sono tre: un salentino e due baresi.

Bonifacio IX, Pietro Tomacelli, nato a  Casarano o Casaranello, in provincia di Lecce, diocesi di Nardò, fra il 1344, o il 1355 o nel 1359. I biografi, purtroppo, sono discordi, anche  se è possibile accettare più vera la data intorno al 1350.

Innocenzo XII, Antonio Pignatelli, vide la luce a Spinazzola, il 15 marzo 1615, in quella che un tempo era in provincia di Bari, oggi città inserita fra i comuni che compongono la nuova provincia di Barletta – Andria – Trani, della diocesi di Altamura – Gravina e Benedetto XIII, dell’ordine dei Padri predicatori, al secolo Frà Vincenzo Maria Orsini, nato a Gravina in Puglia il 2 febbraio 1650, in provincia di Bari, della stessa diocesi di Innocenzo XII, attualmente servo di Dio in quanto candidato agli onori degli altari, essendo in corso il processo di beatificazione.

Queste tre grandi figure, vissute in periodi difficili e tumultuosi per la vita della Chiesa, non va dimenticato che durante i quindici anni del pontificato di Bonifacio IX la chiesa era scossa dallo scisma di Avignone, dove si risiedeva l’antipapa spagnolo Pedro de Luna, Benedetto XIII, segnano la storia della nostra regione, anche se fra luci ed ombre, o, forse, fra più ombre che luci, come è nel caso di papa Pietro Tomacelli di cui ci occuperemo più diffusamente.

Questi non brillò per spessore religioso, se è vero, come riconoscono i suoi

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