piccolo tributo ad Antonio Niceforo
di Giacomo Cazzato
Se muore un uomo buono, straordinario nell’ordinario, non ci sono protocolli o steli commemorative che possano lasciare su pietra o su carta ciò che invece le opere incisero nei cuori delle persone che lo ebbero a conoscere. Era il dieci febbraio del 1980 quando in un normale martedì si ebbe la notizia della scomparsa improvvisa di Antonio Niceforo, medico condotto a Tiggiano sin dal 1946.
Quando Anna, infermiera autodidatta, mi parla di lui, ha gli occhi che le brillano. Nonostante sia vicina la soglia dei suoi novant’anni, mi parla con orgoglio di quell’esperienza di carità infinita in un’epoca di miserie materiali e di sofferenze. Un dopoguerra difficile, in cui senza impegni e senza pretese regalìe, lei e il dottore Niceforo si prestavano volentieri a curare malanni di ogni tipo a qualsiasi ora della notte e in qualsiasi periodo dell’anno.
Una esperienza che specialmente per il dottore Antonio Niceforo andò ben l’oltre l’assoluzione dei doveri di Ippocrate. Da padre e da fratello