RISORGIMENTO INSANGUINATO
PARTE I
Eccidi e inganni dell’Unità d’Italia
Esistono retoriche e simbologie assai efficaci a catturare l’animo umano. Fra queste, la retorica delle guerre patriottiche e nazionalistiche, che si basa sul racconto di eventi storici che suscitano orgoglio, commozione e senso di trascendenza morale. Per ottenere questo risultato, le autorità si mostrano disposte anche a mistificare gravemente i fatti, creando falsi eroi e false imprese eroiche. E’ il caso degli eventi che portarono all’Unità d’Italia, passati alla Storia come “Risorgimento italiano”. A scuola ci hanno raccontato che all’epoca gli italiani elaborarono diversi piani ideologici per raggiungere la tanto desiderata unità nazionale, e che personaggi illustri, come Giuseppe Garibaldi, Nino Bixio, Camillo Benso di Cavour e Vittorio Emanuele II, in perfetta sintonia con ciò che gli italiani volevano, operarono per unire il paese dopo secoli di dominazione straniera. Il periodo risorgimentale emerge dunque come un momento storico ricco di idee che infervorarono gli animi degli italiani, che praticamente all’unanimità desiderarono porsi sotto l’autorevole potere dei Savoia. Tutto questo è molto commovente e lusinghiero, peccato che sia frutto di una mistificazione degli eventi reali.
In realtà l’Unità d’Italia fu un evento voluto “dall’alto”, ossia dalle autorità dei paesi egemoni (Inghilterra e Francia), e i Savoia non guardarono tanto all’interesse e alla volontà della popolazione quanto ai vantaggi personali e a quelli dell’élite a cui appartenevano.
Anche all’epoca dei fatti c’erano molte persone che nutrivano dubbi sull’idea che Cavour o Vittorio Emanuele II avessero a cuore le genti del meridione d’Italia. Si raccontava che Cavour, che non era mai stato nel sud Italia, avesse riferito in Parlamento “non solo di aver fino allora creduto che in Sicilia si parlasse arabo ma che di quest’isola ben poco egli conosceva, essendogli invece più familiare la storia dell’Inghilterra”. (1) Anche Bixio non aveva mostrato molta considerazione per la Sicilia, quando aveva scritto alla moglie: “(La Sicilia) è un paese che bisognerebbe distruggere, e mandarli in Africa a farsi civili”.(2)
Di certo, sia Cavour che Vittorio Emanuele II non avevano alcun interesse a migliorare le condizioni del sud Italia, mentre ne avevano parecchio a difendere gli interessi dei proprietari terrieri e dell’oligarchia dominante. Lo stesso Cavour apparteneva alla ricca classe nobiliare terriera piemontese.
L’Inghilterra iniziò ad imporre il suo potere nel Mediterraneo in seguito alle guerre napoleoniche, e aveva l’obiettivo di accrescere il suo dominio.
I Borbone non si erano sempre mostrati completamente sottomessi alle autorità inglesi, e desideravano concludere accordi con l’Impero Russo, che voleva avere una base navale nel Mediterraneo. Anche la Francia mirava ad accrescere il proprio potere sull’Italia, creando un protettorato sullo Stato