PER ANNA MARIA MASSARI
di Paolo Vincenti
Un compiuto e sentito omaggio alla vita e all’arte della pittrice leccese Anna Maria Massari, viene da Lorenzo Madaro, per Martano Editore, con Anna Maria Massari (1929-1993), un piccolo ma significativo picture-book che raccoglie una serie di testimonianze preziose sulla vicenda esistenziale della poliedrica artista, figlia di Michele Massari e sorella di Antonio. Questo porta Lorenzo Madaro a dire, in apertura della sua trattazione, “ Anna Maria Massari è da considerarsi una di quelle persone che, probabilmente, hanno il destino segnato fin dalla nascita, essendo figlia di un artista, l’eclettico Michele Massari”. Nel testo viene ripercorsa l’intensa parabola esistenziale della Massari, dalla sua prima formazione alle prove di artista matura e originale, passando per la sua attività di insegnante, madre,moglie e soprattutto di valida operatrice culturale con un particolare riferimento all’esperienza del “Gruppo Terra D’Otranto”, fondato sul finire degli Anni Settanta insieme con Rita Guido, Rosa Maria Francavilla, Marisa Romano e Pina Sparro. Un gruppo di artiste donne unite dalla comune appartenenza geografica e dal comune sentire in fatto di arte, senza una linea teorica ben definita, ma con un gran bisogno di libertà di espressione. Un gruppo, tutto sommato abbastanza anarchico nel panorama dell’arte salentina, che movimentò l’ambiente artistico e culturale di quegli anni e che incuriosiva, non solo gli addetti ai lavori, perché composto da sole donne , decise, preparate, intraprendenti, in un momento storico del nostro paese e in una temperie sociale in cui parole come emancipazione femminile non erano ancora desuete ma anzi occupavano i dibattiti culturali dell’ epoca. Come scrive Rina Durante , riportata da Madaro, “ tutto in un certo senso avvenne in Via di Vaste, dove il caso volle che abitassero i Massari, Michele il padre, Anna Maria e Antonio, suoi figli, tutti e tre pittori, e nello stabile accanto, Edoardo De Candia che allora faceva ancora bambole per Guachi […] La sera si andava in quella che più che una casa era un laboratorio e la puzza di vernici ci investiva prima ancora di varcare la soglia e ci esaltava. Perché allora c’erano legami strettissimi tra ricerca letteraria e ricerca figurativa e le discussioni intorno al cavalletto potevano andare avanti fino all’alba. Poi un giorno Michele morì; dei suoi figli, Antonio smise di adoperare i pennelli e i sostituì con le spugne; Anna Maria cominciò a dipingere Madonne (Rina