Dall’Archivio Segreto Vaticano: il sigillo dell’abate Stefano del monastero di Santa Maria di Nardò

di Massimo Perrone

 

Nel corso degli studi presso l’Archivio Segreto Vaticano ho approfondito le mie ricerche su due argomenti di particolare interesse: l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e la diocesi di Nardò.

E proprio otto anni fa, nella preparazione di una mostra sull’Ordine del Santo Sepolcro, studiando le descrizioni di alcuni sigilli pontifici ho visionato un autorevole testo dal titolo I Sigilli dell’Archivio Vaticano, a cura di Pietro Sella con la collaborazione di M.-H. Laurent, (1) in cui sono descritti i sigilli conservati nel fondo Archivum Arcis.

In particolare nella sezione degli Enti e delle Persone Ecclesiastiche mi sono imbattuto nella descrizione di un sigillo di notevole interesse storico per la diocesi neretina: il sigillo dell’abate Stefano.

Sin da quando ho iniziato a frequentare l’Archivio Segreto Vaticano, oramai da circa sedici anni, ho spesso cercato, non senza difficoltà, nel corposo Archivum Arcis, perché in esso sono raccolti documenti di particolare importanza storica.

Ho sempre saputo, leggendo i numerosi libri riguardanti la storia di Nardò, che le notizie riguardanti l’abate Stefano sono vaghe e spesso non supportate da fonti documentali. Per questo motivo ho approfondito la ricerca, individuato la segnatura del documento e visionato il documento originale.

E’ un documento cartaceo con sigillo in cera del 16 luglio 1325 che misura mm. 215 di base e mm. 143 di altezza.

Si tratta di una lettera dell’abate Stefano che notifica all’arcivescovo di Capua, Ingeramo Stella, che è stato letto e pubblicato a Nardò il processo del papa Giovanni XXII, Giacomo Duèse, di Cahors (1316-1334), (2) contro Ludovico IV il Bavaro.

Ludovico IV, imperatore del Sacro romano impero e re di Germania, venne eletto al soglio imperiale ma fu costretto a combattere contro Federico III d’Asburgo, il quale fu da esso sconfitto nella battaglia di Muhldorf nel 1322. Il papa Giovanni XXII si rifiutò di incoronarlo imperatore, sostenendo che spettava al pontefice la decisione sulla questione tra i due pretendenti al trono; gli impose pertanto di rinunciare alla corona e, al suo rifiuto, lo scomunicò.

La diocesi di Nardò, dal 1090, passò sotto la giurisdizione degli abati benedettini che sostituirono i monaci basiliani nella direzione del monastero e della chiesa di Santa Maria de Nerito. Dagli storici, in alcuni testi, nella successione cronologica di tali abati, è indicato l’abate Stefano per il periodo 1307-1324 (3); in altri testi, e soprattutto nel Chronicon Neritinum, si indica e precisa, altresì, il 1324 come data della sua morte (4).

Diversamente, il documento di cui alla presente trattazione, attesterebbe che l’abate Stefano, nel 1325 era vivente e ricopriva ancora l’incarico di governare la diocesi neretina.

Ad ulteriore conferma di ciò, ho ritenuto di fare ulteriori verifiche sull’autenticità del contenuto della lettera, peraltro confermata dalla presenza del sigillo in cera, ritenuto, a tutti gli effetti, originale.

Dalla Cronologia cronografica e calendario perpetuo di A. Cappelli (5) si evince che il papa Giovanni XXII, eletto il 7.8.1316, consacrato il 5.9.1316 e ad Avignone dal 14.10.1316, ha scomunicato Ludovico IV il Bavaro in data 23.3.1324.

Dallo Schedario Garampi, che costituisce ancora oggi l’unico indice generale per nomi e per materie della documentazione presente nell’Archivio Segreto Vaticano fin quasi a tutto il XVIII secolo, si evince che il processo contro Ludovico il Bavaro è stato pubblicato in data 7.7.1324 (6). Si legge testualmente: 1324 7 jul / Pubblicatio processuum contra Bavarum in Ecclesiam fratrum Praedicatorum de Capua.

Dalla Hierarchia Catholica Medii Aevi, Monasterii 1913, si evince che l’arcivescovo di Capua, dal 1312 al 1334, è stato Ingeramo Stella, consigliere del Regno di Sicilia (7).

Infine, ho consultato, la Bibliografia dell’Archivio Segreto Vaticano sinora pubblicata, per verificare eventuali citazioni del documento in questione e, quindi, individuare gli studiosi che hanno utilizzato il documento per pubblicazioni.

Nel Vol. III, 1965, alla pag. 87 [A.A. ARM. C, 729 (A.A. Arm. C, fasc.52, n.10), Stefano abate del mon. di Nardò e la pubblicazione del processo contro Ludovico il Bavaro (17 luglio 1325)], risulta che il documento di cui sopra è stato consultato dallo storico G. Mollat (8).

Nel Vol. VII, 1997, alla pag. 122 [A.A. ARM. C, 729, Sigillo di Stefano abate di Nardò (1325)] dove è riportata la data 1325, lo stesso documento risulta essere stato consultato dallo storico P. Sella.9

Né il Mollat né il Sella hanno citato il documento in questione, per studi relativi alla diocesi di Nardò.

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Il documento

Si riporta di seguito la trascrizione della lettera scritta dall’abate Stefano all’arcivescovo di Capua, Ingeramo Stella, in data 16 luglio 1325.

 

Trascrizione del documento

Reverendo in Cristo patri domino Ingeramo Dei gratia archiepiscopo capuano. Venerabilis sibi Stephanus Dei et / apostolice sedis gratia humilis neritonensis abbas salutem cum recomendacione se ipsum. Noverit vestra / reverenda paternitas quod magister Iohannes de florentia clericus et familiaris vester legit et notificavit / nobis processum deposicionis Ludovicis ducis quarum licterarum principium est: Iohannes episcopus servus servorum etcetera / et finis ultimae litterae anno octavo quod eciam nos per nostram dyocesim fecimus publicari. Datum Neritoni/ die sestodecimo Julii octave indicionis.

 

Traduzione del documento

Al reverendo padre in Cristo signor Ingeramo per grazia di Dio arcivescovo di Capua, il venerabile Stefano per grazia di Dio e della sede apostolica umile abate di Nardò, saluta e si raccomanda. Sappia la vostra reverenda paternità che il maestro Giovanni di Firenze, chierico e vostro familiare, ha letto e notificato a noi il processo della deposizione del duca Ludovico, il cui inizio della lettera è: Giovanni vescovo servo dei servi eccetera, e la fine dell’ultima lettera: nell’anno ottavo, che noi abbiamo anche fatto pubblicare per la nostra diocesi.

Dato a Nardò il 16 luglio, ottava indizione.

Il sigillo

Ringrazio il Prof. Luca Becchetti, conservatore dei sigilli dell’Archivio Segreto Vaticano e docente di sigillografia alla Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, responsabile del laboratorio di restauro dei sigilli, per avermi coadiuvato nella realizzazione di questo contributo con la descrizione sigillografica analitica che segue:

 

STEFANO

Abate di Nardò

1325 luglio 16, Nardò

Sigillo di cera verde aderente, a navetta, mm. 60×38. Stato di conservazione buono (sigillo restaurato nelle parti mancanti), qualità dell’impressione discreta.

 

Tipo agiografico di devozione

Entro architettura gotica, la Vergine stante e coronata con il Bambino in braccio; nel registro inferiore, entro una nicchia, si scorge l’abate mitrato e orante, volto a destra. Leggenda tra filetti lineari.

S’. STEPH […] IS[…] NER […]

SIGILLUM. STEPH[ANI]. [ABBAT] IS. NER [ITONENSIS]

Alla luce di quanto sopra, salvo smentite o possibile integrazione con documentazione sfuggita all’attenzione dello scrivente, ritengo che il documento esaminato nella presente trattazione sia originale ed inedito per la storia di Nardò.

Sarà, altresì, certamente utile per trarre ulteriori conclusioni sul Chronicon Neritinum, contestato dagli studiosi ma quasi sempre citato nella storiografia locale.

Concludo ringraziando, per i preziosi suggerimenti nell’analisi del documento oggetto dell’attuale trattazione, il prof. Giovanni Castaldo, docente nel corso di archivistica della Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica.

 

 

 

Bibliografia

P.Sella, I Sigilli dell’Archivio Vaticano, Vol. I, Tipografia Poliglotta Vaticana, Città del Vaticano, 1937, [Inventari dell’Archivio Segreto].

Bibliografia Archivio Vaticano, Vol. III, 1965.

Bibliografia Archivio Vaticano, Vol. VII, 1997.

Schedario Garampi, Miscellanea I, Indice 516.

Hierarchia Catholica Medii Aevi, ab anno 1198 usque ad annum 1431 perducta, Typis Librariae Regensbergianae, 1913.

D..Vendola, Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Apulia, Lucania, Calabria, Città del Vaticano, 1939, 123.

A.Cappelli, Cronologia cronografica e calendario perpetuo, Hoepli, VII ed., 2002.

Chronicon Neritinum, in L. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, vol. XXIV, Mediolani, 1738.

G.Mollat, Jean XXII (1316-1334). Lettres comunes [analyseés d’après le registres dits d’Avignon et du Vatican]. Paris, 1909, n.23234 (Bibl. Des Ecoles Francaises d’Athénes et de Rome).

L.Giustiniani, La Biblioteca storica, e topografica del Regno di Napoli, Stamperia Orsini, Napoli, 1793, 49 e 130.

M.Tafuri, Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura, Gio.Bernardino e Tommaso Tommaso Tafuri di Nardò, Vol. I, Stamperia dell’Iride, Napoli 1848.

F. Castrignanò, La storia di Nardò, Tip. Mariano, Galatina 1930.

F. Casotti, S. Castromediano, L. De Simone, L. Maggiulli, Dizionario biografico degli uomini illustri di Terra d’Otranto, a cura di G. Donno, A. Antonucci, L. Pellè, Editore P. Lacaita, Manduria 1999.

M. Pastore, Le pergamene della Curia e del Capitolo di Nardò, Centro Studi Salentini, Lecce, 1964.

E.Mazzarella, La sede vescovile di Nardò, Editrice Salentina, Galatina, 1972.

B. Vetere, Città e monastero I Segni urbani di Nardò (secc. XI-XV), Congedo Editore, Galatina, 1986.

B.Vetere, Dal seggio abbaziale alla cattedra vescovile. Nardò: una chiesa latina nel Salento bizantino, in Rivista di Storia della Chiesa, Anno LXX, n.1, gennaio-giugno 2016.

M. Gaballo, Civitas Neritonensis, Congedo Editore, Galatina, 2001.

D. De Lorenzis, M. Gaballo, P. Giuri, Sancta Maria de Nerito. Arte e devozione nella Cattedrale di Nardò, Congedo Editore, Galatina 2014.

G. Santantonio, Ecclesiae Mater. La fabbrica della Cattedrale di Nardò attraverso gli atti delle visite pastorali, Quaderni degli Archivi Diocesani di Nardò-Gallipoli, Congedo Editore, Galatina, 2013.

L. Becchetti, I Sigilli. Orientamento e metodologie di conservazione e di restauro, Il Prato Edit., 2011.

L. Becchetti, I Sigilli dell’Archivio Segreto Vaticano. Nuove Ricerche sfragistiche, A.S.V., Città del Vaticano, 2013.

I. Aurora, Documenti originali pontifici in Puglia e Basilicata 1199-1415, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, 2016, 85, 101.
Annuario Pontificio, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2017.

 

Note

1 P. Sella, I Sigilli dell’Archivio Vaticano, Tipografia Poliglotta Vaticana, Città del Vaticano, 1937, [Inventari dell’Archivio Segreto], Vol. I, n. 664, 194.

2 Annuario Pontificio, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2017, 16.

3 E. Mazzarella, La sede vescovile di Nardò, Galatina 1972, 46.

4 Chronicon Neritinum, in L. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, vol. XXIV, Mediolani, 1738, 904. Vedi anche: G.B. Tafuri, Opere dei Tafuri, vol. I, Napoli 1848, 513. F. Castrignanò, La storia di Nardò, Galatina 1930, 129. B. Vetere, Città e monastero I Segni urbani di Nardò (secc. XI-XV), Congedo Editore, Galatina, 1986, 62 nota 170. M. Gaballo, Civitas Neritonensis, Galatina 2001, 63. F. Casotti, S. Castromediano, L. De Simone, L. Maggiulli, Dizionario biografico degli uomini illustri di Terra d’Otranto, a cura di G. Donno, A. Antonucci, L. Pellè, Editore P. Lacaita, Manduria, 1999, 499.

5 A. Cappelli, Cronologia cronografica e calendario perpetuo, Hoepli, 2002, 327.

6 Schedario Garampi, Miscellanea I, Indice 516, c. 62r.

7 Hierarchia Catholica Medii Aevi, ab anno 1198 usque ad annum 1431 perducta, Typis Librariae Regensbergianae, 1913, 164-165.

8 Bibliografia Archivio Vaticano, Vol. III, 1965, 29, 87. Cfr. anche G. Mollat, Jean XXII (1316-1334). Lettres comunes [analyseés d’après le registres dits d’Avignon et du Vatican]. Paris, 1909, n. 23234 (Bibl. Des Ecoles Francaises d’Athénes et de Rome).

9 Bibliografia Archivio Vaticano, Vol. VII, 1997, 122.

 

Pubblicato in “Spicilegia Sallentina, Rivista del Caffè Letterario Neritonensis”, n.12 ,autunno 2018

 

Vietata la riproduzione di testi e foto, se non su espressa autorizzazione dell’Autore Massimo Perrone

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3 Commenti a Dall’Archivio Segreto Vaticano: il sigillo dell’abate Stefano del monastero di Santa Maria di Nardò

  1. L’ITALIA, DANTE ALIGHIERI, E IL SIGILLO DELL’ABATE STEFANO ….

    PAPA E IMPERATORE: IERI E OGGI. BENE ha fatto la Redazione della Fondazione “Terra d’Otranto” a riprendere dalla Rivista “Spicilegia Sallentina” (autunno 2018) l’articolo di Massimo Perrone sul “sigillo dell’abate Stefano del monastero di Santa Maria di Nardò”!

    PREMESSO CHE “La diocesi di Nardò, dal 1090, passò sotto la giurisdizione degli abati benedettini che sostituirono i monaci basiliani nella direzione del monastero e della chiesa di Santa Maria de Nerito” E CHE il documento di cui alla presente trattazione – una lettera dell’abate Stefano che notifica all’arcivescovo di Capua, Ingeramo Stella, che è stato letto e pubblicato a Nardò il processo del papa Giovanni XXII, Giacomo Duèse, di Cahors (1316-1334), contro Ludovico IV il Bavaro – attesterebbe che l’abate Stefano, nel 1325 era vivente e ricopriva ancora [DAL 1307] l’incarico di governare la diocesi neretina (M. Perrone).

    E’ BENE RICORDARE – in prossimità del 2021, ricorrenza del 700° anno dalla morte di DANTE ALIGHIERI (1265-1321) – CHE IL TEMPO dell’abate Stefano del monastero di Santa Maria di Nardò è “il tempo di Giovanni XXII, e del Cardinale Del Poggetto. Firenze ha condannato Dante all’esilio perpetuo, la Chiesa lo condanna a morte per eresia – si brucia la “Monarchia”, si vogliono bruciare le sue ossa … Ma la memoria non si perde e il filo non si interrompe (sul tema, mi sia consentito, cfr. le note su “DANTE E L’ITALIA, OGGI”: http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=2958).

    Buon lavoro

    Federico La Sala

  2. Bellissima scoperta, caro Massimo. Finalmente si sfata che l’abate non sia mai esistito. Sarà una delle pietre miliari della storia della nostra città. Grazie di cuore

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