Le specchie di Calone e Cerrate

numero de Il delfino e la Mezzaluna

 landriscina

Sabrina Landriscina, Le specchie di Calone e Cerrate: storia degli studi e nuove acquisizioni sul contesto topografico 

in Il delfino e la Mezzaluna, Periodico della Fondazione Terra d’Otranto, anno V, nn° 6-7, 2018, pp. 181-196.

 

ITALIANO

Un esame comparato delle fonti cartografiche, d’archivio e bibliografiche, completato ed arricchito con l’analisi delle foto aeree storiche della zona a nord di Lecce, ha consentito all’autrice di questo saggio di approfondire le conoscenze sino ad oggi possedute sulle specchie di Calone e Cerrate. Due monumenti dalla destinazione discussa oramai completamente scomparsi sotto l’azione congiunta del tempo e (principalmente) dell’uomo.

 

ENGLISH

A comparative examination of cartographic, archive and biographical sources, completed and enriched by aerial historical photos of Lecce northern land, has allowed the author of this essay to study in depth the knowledge had till today about the Calone’s and Cerrate’s «specchie». Two monuments of a controversial purpose by now completely disappeared under the time’s action and particularly the man’s action.

 

Keyword

Sabrina Landriscina, Specchia di Calone, Specchia di Cerrate, topografia Salento

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6 Commenti a Le specchie di Calone e Cerrate

  1. Nella terra tra Squinzano e il mare, si incontra pure la splendida Abbazia di Cerrate da qualche anno
    scoperta e rivalutata dal FAI,
    alla prochaine
    Ersilio Teifreto da Torino

    Specchia Cauolone
    Specchia Caulone è un monumento megalitico andato completamente distrutto. Pare che la specchia composta da un numero imponente di pietre monumentali sia stata rasa al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale da un bombardamento alleato. Ne parlano il Galateo in De Situ Iapygiae, Girolamo Morciano in Descrizione Origini e Successi della Terra d’Otranto, Cesare Teofilato in Di Alcuni Megaliti Sallentini, Sigismondo Castromendiano in Sulle Specchie di Terra D’Otranto, L. De Giorgi in La Specchia Calone e Giuseppe Palumbo nel libro Il Salento Megalitico ci regala l’unica immagine disponibile della Specchia Caulone prima della completa demolizione ad opera dell’uomo per utilizzare i massi di pietra in altre costruzioni.
    fonte Wikipedia

    • Carissimo,
      l’articolo di Sabrina Landriscina va ben oltre quanto riportato in Wikipedia, analizzando dettagliatamente le vicende storiche delle specchie di Calone e Cerrate, studiandone le possibili origini, destinazioni ed usi. Da non perdere!

  2. Gentilissimo Alessio,

    Si sa Wikipedia su alcune vicende storiche è approssimativa e si fida.

    Condivido con lei l’articolo, della bravissima Sabrina ospite selezionata dalla Redazione di questo portale e dal Dott. Marcello Gaballo sicuramente argomenta il luogo

    come nessun altro in special modo se è nativa delle nostre parti, ma sinceramente non sono riuscito a leggere il contenuto dell’articolo sul giornale datato 1963, forse è meglio che venga trascritto lei cosa ne pensa?

    un saluto da Torino

    Ersilio Teifreto

    • Carissimo,

      purtroppo la foto non è leggibile e in questo contesto ha più che altro la funzione di supporto iconografico. Concordo sul fatto che la trascrizione sarebbe utile ed interessante.

      Un caro saluto

  3. A disquisir di “cumuli di pietre” si perde tempo e prestigio….

    Il coraggioso ed interessante articolo sulle Specchie Calone e Cerrate, di Sabrina Landriscina mi ha favorevolmente sorpreso, riportando in auge un antico argomento, che “pare” abbandonato dai preposti alla cura della ns lontanissima Storia.

    Dai documenti del salentino Cesare Teofilato (Francavilla Fontana 1881-1961), relativi alla scoperta, esplorazione e studio delle Specchie:
    1 – Specchia Miano del 27 maggio 1928;
    2 – Contributo allo studio delle Specchie di Puglia, con diverse illustrazioni documentarie, presentato al Congresso delle Scienze di Bari il 12-18 ottobre 1933 per la Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) presieduta dal prof. Ugo Rellini;
    3 – Articoli sulle Specchie dal 1932 al 1953 pubblicati su diversi giornali “coraggiosamente ospitanti”, considerando il periodo storico;
    4 – Corrispondenza con studiosi e direttori di Musei;
    5 – Ultimo articolo del 1956, “Scompaiono le ultime Specchie” pubblicato su Studi Salentini dove, tra l’altro, constata amaramente: ” Gli stranieri sarebbero orgogliosi di possedere monumenti simili. Noi li distruggiamo, senza che le leggi, che pur ci sono, colpiscano severamente i violatori della nostra bellezza paesistica e della nostra gloria”.
    si evince lo straordinario impegno del Teofilato, nonostante la scarsità di mezzi e di consenso istituzionale, rivolto alla costante segnalazione agli organi preposti per la prosecuzione dello studio e della conservazione delle opere murarie dei ns antichi Messapi.

    Chiudo, rientrando al nostro tempo. Nello scorso dicembre seguendo le tracce del 1928, ho percorso il sentiero che conduce alla Specchia Miano: secolari piante di ulivo proteggono ancora quella megalitica struttura Messapica e parte del suo muraglione. Sembravano allarmati, mi pareva che chiedessero per quanto tempo ancora avrebbero potuto proteggere quel monumento, perché una moderna malattia li stava minacciando. Non ho saputo rispondere. Nel silenzio e sulla sommità di Specchia Miano si ammira uno straordinario e strategico paesaggio. Mi sono emozionato.

    Auguro alla dr.ssa Sabrina Landriscina un sincero buon lavoro.

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