Lutrinu e lustrinu: Nardò chiama, Napoli risponde; si spera … (1/2)

di Armando Polito

 

foto di Massimo Vaglio
foto di Massimo Vaglio

 

Se qualcuno mi avesse chiesto di dare un sottotitolo, avrei senz’altro proposto: La scientificità dei salentini e la scientificità/fantasia dei napoletani. Subito dopo, però, avrei aggiunto di non prenderlo/prendermi alla lettera, almeno per quanto riguarda la presunta nostra scientificità, visto che nessuno oserebbe mettere in dubbio la fantasia dei napoletani. Il mio (vivo a Nardò, provincia di Lecce) non è un sintomo di masochismo né un involontario darsi con la zappa sui piedi; è semplicemente il riconoscimento di un indiscusso pregio altrui e di uno nostro probabilmente tutto da dimostrare.

Ad ogni modo, se qualcuno alla fine della lettura volesse prendermi a pesci in faccia, lo faccia con un buon numero di esemplari della specie riprodotta nell’immagine di testa e della quale mi affretto a fornire la scheda con i dati essenziali.

 

Nome scientifico: Pagellus erythrinus L. 1758

Famiglia: Sparidae

Genere: pagellus

Nome comune: Pagello fragolino

Nome in dialetto salentino: lutrinu

 

Passerò ora in rassegna le singole voci delle cinque sezioni della scheda.

1)  Nome scientifico: Pagellus erythrinus L. 1758

Parecchie voci del latino scientifico sono di formazione moderna. Così, chi andasse a cercare pagellus su qualsiasi vocabolario di latino, resterebbe deluso. Troverebbe come lemma più vicino pagella=foglio, che, insieme con pagina (da cui la voce italiana) è da pàngere=conficcare. Per comprendere il rapporto tra il verbo ed i due sostantivi bisogna sapere che Plinio (I secolo d. C.) ci attesta che i romani chiamavano pagina il pergolato di viti, la cui forma per lo più rettangolare evocava la colonna di scrittura. Se è evidente che questa metafora, come tutte, è un omaggio alla fantasia, altrettanto lo è che tra il nostro pagellus (il pesce) e il pagella del vocabolario non c’è alcun rapporto, anche scatenandoci con i voli più arditi  e volendo, magari, ipotizzare pagellus come il maschio della pagina o come diminutivo di pagus=villaggio …

L’attestazione più antica da me conosciuta di pagellus è in un documento del 1488  (in M. Ménard, Histoire civile, ecclésiastique et litteraire de la ville de Nismes, Chaubert-Herissant, Parigi, 1753, p. 47 della parte documentaria).

(E in primo luogo i consiglieri di detto signore pagarono a ciascun pescivendolo chiamato la Borni per 84 libbre di pesci, tanto pagelli, orate, muggini, in ragione …)

Pagellus, sì è  detto, non può essere, per motivi semantici,  diminutivo di pagus, eppure quel suo suffisso -ellus è chiaramente diminutivo, come avviene in anellus (da cui l’italiano anello)=anellino, diminutivo di anus (ca cui l’italiano ano)=cerchio, anello, ano. Ma se non è pagus il termine primitivo, quale sarà? Esso è pager1, variante di pagrus, a sua volta di phagrus, che è trascrizione del greco φἁγρος (leggi fagros) designante un pesce vorace, come denota il suo stesso nome, che è connesso con il verbo φαγέω (leggi faghèo)=mangiare, divorare ed è anche il nome della cote che, come si sa, è la pietra per affilare.

A chi dovesse obiettare che il tema di ager, essendo il suo genitivo agri, è agr– e, quindi, il diminutivo dovrebbe essere pagrellus, faccio solo l’esempio di sacellum=recinto sacro, diminutivo di sacrum (neutro di sacer=sacro), il cui genitivo è sacri e.dunque, con un tema sacr-. ci saremmo atteso un sacrellum.

Erythrinus è trascrizione del greco έρυθρῖνος (leggi eriutrìnos) designante un pesce di problematica identificazione ma dal caratteristico colore rosso, dal momento che la voce deriva da ἐρυθρός=rosso. Nel latino classico la forma è erythinus2, trascrizione del greco έρυθῖνος  (leggi eriuthinos) variante del ricordato έρυθρῖνος.

L. è abbreviazione di Linnaeus, latinizzazione del cognome di Carl von Linné, il naturalista svedese padre della moderna classificazione degli organismi viventi tramite la nomenclatura binomiale.

1758 è la data della decima a edizione del Systema Naturae  (la prima, per i tipi di De Groot era uscita ad Amsterdam nel 1735) pubblicata per i tipi di Salvio a Stoccolma, nella quale il nome venne registrato per la prima volta.

 

2) Famiglia: Sparidae

 La voce è da sparus=sparo, trascrizione del greco ςπάρος (leggi sparos). Nessun allarme, lo sparo è un pesce e il dialetto salentino ne usa il diminutivo (spariòlu) per designare il Diplodus  anularis.3  Da notare come alla radice di sparus (spar-) è stato aggiunto il suffisso patronimico (-idae) di origine greca, che calza perfettamente visto che la voce designa la famiglia. Debbo rendere partecipe il lettore di un’amara considerazione fornendo un dato di agevolissimo controllo: mentre su qualsiasi dizionario troverà registrato uno sparo (colpo di arma da fuoco) ben distinto da sparo (nome del pesce), se in Google digita sparo per trovare il pesce dovrà selezionare alla fine della pagina l’opzione sparo pesce in ricerche correlate a sparo; se inizialmente anziché selezionare tutti opta per immagini, potrà pure consumare il tasto sinistro e la rotella del mouse per avanzare nella visione ma non incontrerà ombra di pesce. Se, invece, digita sparus e poi seleziona sempre immagini il suo monitor questa volta diventerà una sorta di acquario densamente popolato. Doppia prova digitale non solo della consacrazione della nostra aggressività (che moralmente si colloca infinitamente più in basso rispetto a quella delle cosiddette bestie, che la utilizzano solo per difendersi o sfamarsi e non si servono di strumenti diversi da quelli forniti loro da madre Natura) ma pure della nostra ignoranza (nella fattispecie del latino) … che finisce per coinvolgere (e non poteva essere altrimenti) anche il motore di ricerca che, evidentemente, ignora lo sparo (il pesce) come immagine. La colpa, naturalmente, non è del motore di ricerca ma di chi ne ha progettato l’algoritmo. Tutto questo non succede digitando (tanto con l’opzione tutti che con immaginisparaglione, altro nome del nostro pesce, pur essendo chiarissimamente “sparaglione” derivato da sparo, accrescitivo cui si giunge attraverso un deaggettivale *sparalio.

 

3) Genere: pagellus

Per pagellus vai al n. 1.

 

4)  Nome comune: Pagello fragolino

Per pagello vai al n. 1. Fragolino è chiaramente diminutivo da fragola, con riferimento, anche qui, al suo colore. Fragola è voce latina medioevale. diminutivo di fraga, femminile singolare derivato dal cambiamento di genere e numero del classico fraga, neutro plurale. Il lettore non si lasci ingannare da una certa somiglianza fonetica che c’è tra fagra e il φἁγρος (leggi fagros) ricordato al n. 1, perché tra loro non c’è alcun rapporto.

 

5) Nome in dialetto salentino: lutrinu

La voce è da erytrinu(m), accusativo dell’erythrinus del n. 1 del n. 1, attraverso la seguente trafila: erythrinu(m)>rythrinu(m), per aferesi>lytrinu (passaggio r->l-)>lutrinu.     

Se dovessimo italianizzare lutrinu, verrebbe fuori lutrino e il bello è che a parola esiste in italiano, ma non indica il pesce. Ecco  risultati che si ottengono digitando in Google lutrino.

1) http://www.dizionario-italiano.it/dizionario-italiano.php?parola=lutrino

Ogni mammifero della sottofamiglia dei Lutrini. Ne fa parte la lontra europea (Lutra lutra, L. 1758)

Aggiungo che per il latino medioevale il glossario del Du Cange registra il lemma Lutrinus rinviando a Luter2  (varianti ne sono lutra, da cui l’italiano lontra, lutria e lutrius. Per brevità riproduco solo la parte iniziale che contiene la definizione, ponendo a fronte  la mia traduzione e qualche nota.

2) http://dizionari.repubblica.it/italiano.php?stato=nt

Spiacenti, la ricerca non ha prodotto nessun risultato

 

3) http://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/LUTRINO/

La tua ricerca per lutrino non ha prodotto risultati in nessun documento

 

4) http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/ (edizione on line del Sabatini-Coletti)

Parola non trovata

 

5) http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano.aspx (dal Gabrielli)

La parola che hai cercato ha 1 significato. Lutreola [lu-trè-o-la] s.f.

ZOOL Piccolo mammifero dei Mustelidi (Musteola lutreola), carnivoro, abile nuotatore, dalla pelliccia bruno-scura sul dorso e bruno-grigia sul ventre, che vive nelle regioni ricche d’acqua dell’Europa nord-orientale e dell’Asia settentrionale. SIN. visone europeo. 

Evidente che la risposta data è similare a 1 e conforme anche al lutèola registrato nel De Mauro (in cui lutrino è assente) con la definizione di piccolo mammifero (Mustela lutreola) diffuso nelle zone ricche d’acqua dell’Europa centrosettentrionale e dell’Asia settentrionale, particolarmente ricercato per la sua pellicia morbida e setosa di colore bruno scuro.

 

6) http://www.sapere.it/sapere/dizionari.html (Dal De Agostini)

Hai trovato 0 risultati per “lutrino”

 

7) https://dizionario.internazionale.it/cerca/lutrino

Non ho trovato occorrenze per lutrino. Lo stesso registra luteola ma con questa definizione: 1499; dal lat. lutĕŏla(m), femm. di luteolus “giallognolo”, der. di lutum “erba guada”.

 

8) http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=lustrino

Nessun risultato per lutrino forse cercavi: lustrino

 

9) http://www.accademiadellacrusca.it/it/search/apachesolr_search/lutrino

Forse cercavi neutrino

 

L’aggiunta etimologica che ho fatto alla definizione n. 1 rende ragione della totale assenza di rapporti tra lutrinu e lutrino, come mostra anche la differenza abissale tra le due specie.

Non così per lutrino, voce dialettale napoletana della quale riproduco il lemma come appare in Raffaele D’Ambra, Vocabolario napolitano-toscano domestico di arti e mestieri, A spese dell’autore, Napoli, 1873.

E, restando sempre nell’ambito del dialetto, ecco quanto si legge in  Domenico Ludovico De Vincentiis ( Vocabolario del dialetto tarantino in corrispondenza della lingua italiana, Salvatore Latronico & figlio, Taranto, 1873):


A questo punto chiedo l’aiuto di qualche amico napoletano non solo per la conferma del lutrino del D’Ambra ma anche di quanto si legge nel Dizionario De Mauro nell’ultima parte (l’ho evidenziata in rosso) del lemma lustrino, che riproduco integralmente.

Vedo in lustrino, più che una deformazione di lutrino, il frutto di un incrocio, in cui recita il ruolo di protagonista la livrea del nostro pesce.

Se tale conferma dovesse verificarsi, sarebbe ulteriormente confermata pure la fantasia del sottotitolo, mentre la nostra scientificità resterebbe basata sull’erythrinus adottato da Linneo, ma lutrinu potrebbe essere nato prima dell’adozione scientifica dello svedese. E, paradossalmente, sarebbe stata la scienza a ricorrere involontariamente ad una parola che già aveva trovato ospitalità popolare.

P. S. Sarà gradita la comunicazione del nome che lo stesso pesce ha a qualsiasi latitudine (forse sto esagerando …). Volta per volta seguirà l’etimo, se ce l’avrò fatta a individuarlo …

 

Per la seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/07/06/lutrino-lustrino-nardo-chiama-napoli-risponde-si-spera-22/

__________

1 Phager in Plinio, Naturalis historia, XXXII, 53  e in Ovidio, Halieutica, 107 ((… rutilus phager  ...=il rosseggiante pagro).

2 Plinio, Naturalis historia, IX, 23 e 77; Ovidio, Halieutica, 104 (… caeruleaque rubens erythinus in unda= e il’eritrino rosseggiante nell’onda cerulea).

3 Oltre al dialettale spariòlu appare ancor più evidentemente diminutivo di sparus lo sparùlus attestato in Ovidio, Halieutica, 106 (et super aurata sparulus cervice refulgens= e il piccolo ssaro che risplende sopra con la sua testa dorata).  

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5 Commenti a Lutrinu e lustrinu: Nardò chiama, Napoli risponde; si spera … (1/2)

  1. Le risponde un ‘fantasioso’ napoletano.

    A Napoli, altro è sparaglione, altro è lutrino, che però noi napoletani chiamiamo ‘luvero’.
    Sparaglione poi, a Napoli è il sarago pizzuto, che ormai non si trova frequentemente, ed ha dimensioni contenute. E’ in assoluto il pesce che preferisco, insieme con le aguglie.

    Se serve, in Grecia, dove sono adesso, il luvero/lutrino lo chiamano ‘litrinos’. Altro pesce della stessa famiglia, ma più pregiato è il ‘fagrì’ (sempre in greco moderno).

    Interessante sarebbe spostare la ricerca etimologica su livrino/liverino/luvrino/luver-ino.

    Comunque, complimenti per il dotto articolo, che a mio avviso merita ulteriori approfondimenti.

    Un riscontro e-mail sarebbe altamente apprezzato.
    Cordiali saluti,

    Angelo De Stefano
    dalla baia di Napoli,
    attualmente a Corfù.

  2. Il suo commento, graditissimo, pone molta carne, anzi pesce, al fuoco, sicché ho ritenuto opportuno risponderle con un post già in preparazione e che dovrebbe uscire a breve (l’avvertirò per email). Nel frattempo ci saluti la splendida Corfù.

  3. Grazie per la risposta (col seguito che verrà) e per i saluti all’isola di Corfù dove vivo per 6 mesi all’anno.
    Le fornisco, sperando che le gradisca, ulteriori prospettive di ricerca…

    Dal vocabolario Treccani:
    lùvaro s. m. [lat. rŭber -bri «rosso», per le pinne rosse di Luvarus imperialis, e il colore rosso o rosa di Pagellus erythrinus]. – Nome dato nell’Italia merid. al pesce fragolino (Pagellus erythrinus); l. imperiale è chiamato, nelle stesse regioni, il pesce gallo o pesce imperatore, della famiglia luvaridi (e ne deriva anche il nome lat. scient. Luvarus imperialis).

    Nomi dialettali del luvaro:
    http://www.biologiamarina.eu/SchedePagello.html

    Mia ipotesi etimologica:
    C’entra per caso la “livrea”?

    L’isola di Corfù, ed io, ricambiamo la simpatia ed i saluti. Cordialmente,

    Angelo De Stefano

  4. Lo sparaglione appartiene alla stessa famiglia ma ad un genere diverso rispetto al lutrino: esteticamente è molto più simile al sarago ed è quello che in dialetto chiamiamo “spariolo”. I “fagri” segnalati in un precedente commento potrebbero essere i cd. pagri, frai in dialetto (singolare frau). In effetti questi ultimi sono molto più simili al lutrino, rappresentando una sorta di intersezione tra lutrino e dentice.

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