Sono veramente, indiscutibilmente, arrivate le feste!

natale-011

di Pier Paolo Tarsi

Mi infilo in quello sgabuzzino che apro tre o quattro volte l’anno e raccolgo quei sacchi neri dove avevo riposto tutto, giusto un po’ prima della scorsa Pasqua. Libero l’angolo dove il mio capolavoro dovrà venire alla luce e anometiddiu comincio. Faccio la prova della prima serie di luci, non funziona, figurati! Per un attimo mi compiaccio profondamente che siano sottopagati quei fottuti operai cinesi, imparassero a fare cose durature! Mi ricordo del cacciavite, il mio unico attrezzo per ogni lavoro di casa (dovrebbe dare l’idea della mia intraprendenza nel fai-da-te). Non è a croce, e nemmeno a taglio, è semplicemente spezzato, non pervenuto insomma, per le mie necessità è sempre stato abbastanza però, potrei persino difendermi da un armadillo inferocito un giorno, vi pare poco? Provo con quello a smontare la scatolina in cui termina il filo delle lampadine e addirittura ci riesco. Provo a collegare un filo staccato, collego alla presa e per poco non ci resto secco nella sfiammata che ne segue. “Fanculo, non ci esco di casa manco morto”, decido di farmi bastare l’altra serie (già, l’altra serie!). Comincio a comporre l’opera, apro l’albero artificiale, ne distendo i rami, ci appendo le solite palle rosse decorate e tutte le carabattole variopinte, qualche angelo e qualche pigna finta. Dopo una mezzoretta, ai piedi ci metto una capanna, due pecorelle che non stanno in piedi, una madonna e un sangiuseppe, un bue e un asinello, una culla e due re magi (il terzo è disperso, non esco, non esco ho detto!). “È fatta quasi, è fatta dai..” – nemmeno il tempo di pensarlo e suonano al citofono. No! Lo zio M., lo zio M. cazzo! Lo zio M. ha deciso da un paio di mesi a sta parte di fare finalmente il gran salto dal telefonino allo smartphone, e ha deciso naturalmente che dovrò immetterlo io nella nuova era. Col computer ho impiegato solo sette anni a fargli capire come si manda una mail, e ciò nonostante mi chiama ogni volta che deve inviarne una. Niente, respiro profondamente e mi rassegno a una mezzora di inutile consulenza informatica e divagazioni sul senso della vita. Sono ad ogni modo là col puntale di polistirolo dell’albero in mano, pronto a godermi il momento imminente in cui dovrò riporre la ciliegina sulla mia torta quando, alle spalle, sento la voce dello zio M. che entra: “Hei, hai visto che hai una ruota della macchina forata?”. “Forata?”. “Si, vieni a vedere”. Esco col puntale dorato e brillantato in mano e non ci sono più dubbi: sabato sera andato! Impossibile trovare un gommista aperto! Una illuminazione mi risolleva: anche se molto sgonfio ho visto un ruotino prima in quello sgabuzzino e vado a prenderlo. C’è, che culo, c’è! Seppure molto sgonfio c’è davvero! Lo zio M. decide saggiamente di tornare un’altra volta ed io mi metto a smanettare, sudo come un camionista australiano finché non riesco a infilare quel ruotino. Vado a raccogliere crick e l’altra ferraglia necessaria a cambiare la gomma e a quel punto mi accorgo che il cane sta sgranocchiando quel che rimane del puntale di polistirolo che avevo poggiato per terra! Ormai è ridotto a brandelli! “Porc….nel canile ti dovevo lasciare, nel canile, maledetto!”. Fa nulla, “anche senza un puntale sarà un lavoro accettabile” penso mentre rientro a casa soddisfatto! Le mani imbrattate come un minatore mi costringono a un’ultima incombenza prima di dedicarmi a gustare il mio capolavoro, lavarle. Sapone finito, ecchecazzo! Non importa, anche zozzo voglio contemplare l’opera, me lo merito: vado a collegare la seconda serie di luci (ve la ricordate?!) e niente, buio totale, nemmeno un bagliore nell’universo oscuro! L’imprevisto sul lavoro di riparazione della prima serie mi aveva distratto e non ho più pensato a testare l’altra prima di procedere all’addobbo! Tutto da rifare, non ci posso credere! Sporco e sudato me ne sto accovacciato al buio sotto l’albero a chiedermi: quali scienza che indaga il caos può spiegare tutte queste sfighe intrecciate? Nessuna, solo questa è la ragione: sono veramente, indiscutibilmente, arrivate le feste!

Condividi su...

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!