Il Libro d’annali de successi accatuti nella Città di Nardò, notati da D. Gio: Battista Biscozzo

di Alessio Palumbo

 

Nell’accingersi a raccontare un evento, semplice o complesso, recente o remoto che sia, gli storici si sono da sempre confrontati con un problema o, per meglio dire, con “il” problema: le fonti. Edward H. Carr, nelle oramai classiche Sei lezioni sulla storia, sosteneva: “Ma che cosa ci dicono i documenti, i decreti, i trattati, i libri mastri, i libri azzurri, i carteggi ufficiali, le lettere private e i diari – allorché ci accostiamo a loro? Nessun documento è in grado di dirci di più di quello che l’autore pensa – ciò che egli pensava fosse accaduto […] o forse soltanto ciò che egli voleva che altri pensassero che egli pensava”[1].

Anche una storia di carattere prevalentemente locale, come quella sulla rivoluzione neretina del 1647 narrata in Nardò Rivoluzionaria. Protagonisti e vicende di una tipica ribellione d’età moderna, deve necessariamente fare i conti con il problema delle fonti. I racconti coevi, le ricostruzioni dei secoli successivi, le cronache e le storie generali utilizzati per ricostruire i fatti, rappresentano da un lato dei tesori informativi, dall’altro dei veri e propri nidi di insidie. Gli intenti che di volta in volta gli autori si sono posti nel descrivere la vicenda, il particolare punto di vista utilizzato, lo stesso contesto storico in cui queste fonti sono maturate rappresentano, per chi consulta i documenti, degli imprescindibili punti da attenzione.

Nel caso di Nardò Rivoluzionaria, tra tutte le fonti consultate, una in particolare ha rappresentato, per completezza, equilibrio e chiarezza, un vero e proprio cardine del racconto: il Libro d’annali de successi accatuti nella Città di Nardò, notati da D. Gio: Battista Biscozzo di detta Città. Per quanto lacunosa sia la vicenda personale dell’autore, l’abate neretino Giovan Battista Biscozzi, nondimeno questo suo libro di “notamenti”, più cronaca che diario, ha rappresentato una miniera di notizie per tutti coloro che, dal settecento in poi, si sono confrontati con questa pagina di storia. Non siamo certamente di fronte ad una fonte “oggettiva” (ciò renderebbe questa opera, a nostro modo di intendere le fonti, non solo eccezionale, ma assolutamente unica), nondimeno la sua utilità è indiscutibile.

Nelle righe degli Annali l’abate Biscozzi appunta i principali avvenimenti avvenuti in città tra il 1632 ed il 1666, con un’eccezionale frequenza di notazioni negli anni della rivolta. La sua posizione è esplicitamente quella di un cittadino ostile al feudatario, pur non essendo un ribelle. Proprio per questo, la sua narrazione è distaccata: il prelato cerca di tenersi lontano da giudizi di valore e solo di tanto in tanto soccombe all’emozione, ad esempio nel racconto del martirio di altri sacerdoti; è una cronaca che non cede quindi a pretese di oggettività ed assolutezza, riportando le voci del popolo, dei protagonisti e, seppur raramente, dello stesso Biscozzi. Il risultato di tutto ciò è una fonte sicuramente affidabile e, in ogni caso, impareggiabilmente ricca di informazioni. Nessun’altra cronaca, tra quelle a noi pervenute, racconta così nel dettaglio i fatti che si svolsero a Nardò, soprattutto nel biennio 1647 – 1648.

Una ricchezza che purtroppo non può essere riportata totalmente in un volume dal carattere più generale e dal taglio critico come intende essere Nardò Rivoluzionaria. Ogni passo non citato è stato quindi il frutto di una scelta difficile e sofferta e, proprio per questo, si è deciso di promuovere una ristampa dell’originale per garantire al lettore di apprezzare a pieno l’eccezionale valore del testo del Biscozzi. In assenza dell’originale, purtroppo perso, si è deciso di ripubblicare la versione più completa a noi giunta, ossia quella curata da Nicola Vacca nel 1936 per la rivista Rinascenza Salentina e tratta da un manoscritto conservato nella Biblioteca Scipione e Giulio Capone di Avellino[2].

copertina_giusti

 

[1] E. H. CARR, Sei lezioni sulla storia, Torino, Einaudi, 1966, p. 20.

[2] Per notizie sulle varie versioni dell’opera e sullo stesso autore si veda N. VACCA, G. B. Biscozzi e il suo “Libro d’Annali”, in «Rinascenza Salentina», A., n. XIV, 1936, pp. 1-25.

Condividi su...

2 Commenti a Il Libro d’annali de successi accatuti nella Città di Nardò, notati da D. Gio: Battista Biscozzo

  1. Solitamente per RIVOLUZIONE SOCIALE s’intente la massa popolana che si ribella ai soprusi dei governanti.
    Quanto avvenuto a Nardò nel 1647 (non solo a Nardò ma in molte parti del Regno), altro non fu che un’anticipazione di quel che avvenne (con risultati diametralmente opposti) 150 anni dopo a Parigi, quando Clero e borghesia si ribellarono all’assolutismo dei Borboni Re di Francia.
    A Nardò sarebbe accaduto proprio questo, non sarebbe stato il popolo a ribellarsi al feudatario, noto come il Guercio di Puglia, ma i ricchi commercianti, i grossi proprietari e soprattutto il Clero, che mal sopportavano i secolari privilegi che ogni giorno si vedevano ridurre ed i maggiori contributi, a favore del Feudatario, che ogni giorno si vedevano aumentare.
    Furono queste altolocate categorie che avrebbero aizzato il popolo affinchè Gerolamo Acquaviva fosse più indulgente e generoso, non nei confronti dei poveracci, ma nei confronti della borghesia e del Clero.
    Infatti fu proprio nei confronti degli Ecclesiastici che il Guercio scatenò le sue ire, unitamente alle sue atroci e sanguinarie vendette.

    • Quanto scrivi è vero, ma il popolo fu tra i protagonisti della rivoluzione di quegli anni, che culminò con l’eccidio dei sacerdoti. Fu il popolo a saccheggiare le case del viceduca De Vito, ad issare la bandiera del re sul castello, a presidiare sulla cinta muraria contro gli attacchi delle compagnie guidate da Giangirolamo. E anche molti del popolo pagarono con la vita, compresi quelli carcerati e giustiziati a decine nella città di Conversano, senza neppure sapere i loro nomi, essendosi perduti i libri dei morti di quegli anni lì conservati. Altri morirono nelle vicinanze del convento di Casole, vicino la chiesa dei Santi Medici, nelle campagne.
      Pagò anche una parte della nobiltà, non solo borghesia, che si seppe opporre alle prevaricazioni del duca, tra i quali cito solo il barone Sambiasi e il barone Carignani. E capo popolo fu Olivieri, detto pagghiareddha, che con molti altri protestarono per le gabelle sul macinato e sul grano, impossibili a sostenersi. Consiglio una lettura del libro di Alessio Palumbo, Nardò Rivoluzionaria, Congedo editore, per rendersi conto di quanto il popolo soffrì e quanto alto fu il prezzo fatto pagare. Troverà documenti molto interessanti e poco noti, con i processi che furono fatti dopo il 1647 a moltissimi “poveri cristi”. Sono pagine ancora da spiegare e so di studi in corso che evidenzieranno intrighi e corrispondenze politiche fuori dalla città.

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!