La pittura subacquea è stata inventata da un leccese?

di Armando Polito

immagine tratta da http://annart.it/arte/pittori-subacquei-unarte-acquatica.php
immagine tratta da http://annart.it/arte/pittori-subacquei-unarte-acquatica.php

 

Il video visibile in https://www.youtube.com/watch?v=tUHXnX8qNog presenta il peruviano Pascual Mimbela quasi fosse l’inventore della pittura subacquea (da intendersi non come avente necessariamente per soggetto l’ambiente marino e la vita che lo popola ma come realizzata stando sott’acqua).

Dopo aver ricordato che da qualche anno in Ucraina si svolgono vere e proprie gare in cui i pittori si cimentano ad esprimere la loro creatività a profondità variabili nel Mar Nero e che parecchie agenzie di viaggi mettono in risalto la possibilità di seguire, per esempio alle Maldive, dei corsi appositi, l’orgoglio territoriale mi spinge ad affermare, sia pure con la riserva espressa nel titolo col punto interrogativo e che fra poco giustificherò, che questo tipo di pittura sarebbe stata inventata più di sessanta anni fa dal leccese Palumbo (il nome, purtroppo, non l’ho potuto recuperare ma spero sempre che qualche lettore discendente del pittore-sub possa integrare la lacuna), come dimostrerebbe il filmato de La Settimana Incom n. 00983 del 27 agosto 1953 all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=WCBg5q-w8SE.

La Settimana Incom  era in pratica un cinegiornale (INCOM è l’acronimo di INdustria COrtiMetraggi) che veniva proiettato nelle sale cinematografiche, prima del film in programmazione, a partire dal 1945 fino al 1965 (2555 numeri). In contrasto con il Neorealismo, che rappresentava tutti i problemi e le incertezze dell’Italia del dopoguerra, inculcava l’idea di un futuro prospero e felice (oggi, invece …) attraverso la proposizione stereotipa di valori legati ad un’ideologia nello stesso tempo cattolica e industriale (sempre meglio, comunque, delle notizie di cronaca nera e rosa con la loro funzione distraente e, in parecchi casi, abbagliante e decerebrizzante).

Sorge, perciò, il sospetto (da qui il punto interrogativo del titolo ed i condizionali usati all’inizio) che l’intento, sempre presente nei vari numeri di questo cinegiornale, di accrescere l’orgoglio nazionale anche con la notizia di fatti insoliti e, quindi, più o meno stupefacenti, abbia qui dato vita ad una mezza bufala, perché l’operatore verso la fine si sarebbe dovuto soffermare sull’opera finita inquadrandola opportunamente prima che l’autore la ponesse a prua sotto l’ancora (ma se il quadro è fresco, i suoi movimenti, inevitabili data l’oscillazione della barca, non sono pericolosissimi per l’integrità del dipinto?). E poi, una mezza conferma io la colgo nell’ironia del commento: la sua tavolozza malgrado l’ambiente non pare da acquarello … a quest’arte nata dieci metri sotto la superficie non si può negare la profondità e nemmeno la freschezza.

Comunque, anche se le cose dovessero stare così, al Palumbo nessuno potrebbe contestare il titolo di primo autore di croste subacquee (quindi sarebbe stato, nella fattispecie, un subpittore, piuttosto che un pittore-sub …), che è già un bell’ossimoro …

 

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Un commento a La pittura subacquea è stata inventata da un leccese?

  1. L’auspicato aiuto dei lettori non si è fatto attendere: Andrea Zito, che qui pubblicamente ringrazio, ha segnalato alla redazione il link http://loradelsalento.diocesilecce.org/mario-palumbo-da-lecce, che pure era sfuggito ad un topo della rete come me.

    In esso si parla anche dell’exploit subacqueo di Mario Palumbo, nel quale, perciò, va identificato il protagonista del nostro cinegiornale; la conferma cronologica è data, ove ce ne fosse bisogno, dal fatto che egli mostra nel filmato un aspetto assolutamente compatibile con quello di un uomo nato nel 1905 e che, perciò, all’epoca dell’originale gesto aveva 48 anni.

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