Lecce plagiata

di Armando Polito

 

Quella riprodotta è la tavola 81 a corredo del testo di Audot padre L’Italia, la Sicilia, le Isole Eolie, l’Isola d’Elba, la Sardegna, Malta, l’isola di Calipso, ecc., Pomba, Torino, 1835, tomo II (http://books.google.it/books?id=4AOTJjM-9YUC&pg=PP2&dq=audot+padre&hl=it&sa=X&ei=eUfKU9TZJ-S9ygP_poCYAw&ved=0CCgQ6AEwAA#v=onepage&q=audot%20padre&f=false); la tavola, insieme con quelle di Brindisi, Bari, Taranto ed Otranto è inserita tra le pp. 216-217.1

Fuori campo in basso a sinistra si legge  Aubert del(ineavit) & sc(ulpsit) e al centro  Audot éd(iteur); perciò, anche se a proposito di questa tavola viene citato di solito soltanto il nome di Audot, cioè dell’editore, per dare a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quel chi è di Dio, bisognerebbe aggiungere che Aubert ne fu il disegnatore e l’incisore.2  Da notare, quasi a sottolineare il marchio tipografico, éd(iteur) in francese contrapposto al latino [del(ineavit) et sc(ulpsit)] che accompagna Aubert.

La tavola che segue, di anonimo, è tratta dal n. 18, anno II, del settimanale Poliorama pittoresco, anno II, n. 18 del 13 dicembre, 1837, p. 141, Napoli.

 

Quest’altra tavola, invece, è tratta dalla rivista settimanale  L’omnibus Pittoresco, Napoli, anno I, n. 50 del 23 febbraio 1839, pag. 415 (http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCulturale.php?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3AMIL0132098_184488&teca=MagTeca+-+ICCU).

Fuori campo in basso a destra qui si legge Segoni inc(ìdit). Incìdit (incise) è sinonimo dello sculpsit della tavola precedente. Ad uno sguardo sommario le due stampe sembrano identiche, ma, soffermatomi su alcuni dettagli …

…, potrei affermare, usando il linguaggio matematico, che S (cioé Segoni) = A (cioè Aubert) – DA (cioè i dettagli evidenziati in A) + DS (cioè i dettagli evidenziati in B).

Con l’immagine precedente ho dato la soluzione di un esempio di quel gioco enigmistico che si chiama Scopri le differenze e mi chiedo quanti lettori in più avrei avuto se avessi dato al post proprio questo titolo, nonostante Lecce plagiata sia uno di quelli che, come si dice in gergo, tira … (e tiratura ha o non ha lo stesso etimo?).

Poi mi pongo una domanda molto più seria: se Vincenzo Segoni3 si mostra così bravo da ricalcare quasi perfettamente l’incisione dell’Aubert, supponendo che mai abbia potuto disporre del rame originale, che gli costava dar vita ad una tavola tutta sua? E chi mai potrebbe credere che la scelta dello stesso punto di osservazione possa essere dovuto, guarda caso, al caso, mentre alcuni elementi della composizione (per esempio, in basso al centro, il gruppo dei sei personaggi) sembrano ricalcati?

E pensare che essa veniva pubblicata su una rivista della quale  Benedetto Croce nella sua nota n. 3 (p. 191) alle lezioni di Francesco De Sanctis raccolte dal Torraca (La letteratura italiana nel secolo XIX. Scuola liberale-scuola democratica, Morano, Napoli, 1902) ebbe a dire: le illustrazioni sono, per quei tempi, assai buone.  Ma come faceva il buon Benedetto ad accorgersi di un furto (peraltro molto diffuso nelle carte geografiche in epoca in cui certamente la rappresentazione del territorio non era legato ai sistemi di rilevamento odierni che non possono che dare un esito univoco da cui scaturisce l’assoluta sovrapponibilità, scala a parte, almeno dei profili delle coste) avvenuto prima, in tempi, quali erano i suoi, in cui la diffusione delle pubblicazioni, soprattutto di quelle di taglio scientifico, era limitata, l’unica rete esistente era quella da pesca e il nesso motore di ricerca non compariva neppure tra i romanzi di fantascienza?

Chi pensa che il vizietto della scopiazzatura si sia fermato al 1839 si sbaglia e basta attendere la pubblicazione di un’opera prestigiosa, cioè, di Attilio Zuccagni-Orlandini,  l’Atlante illustrativo, ossia raccolta dei principali monumenti italiani antichi, del medio evo e moderni e di alcune vedute pittoriche, Presso gli Editori, Firenze, 1845; dal secondo volume è tratta la tavola che segue (a differenza delle altre non reca firma di sorta), sulla quale il lettore si potrà esercitare nel gioco enigmistico prima ricordato.

Prima, però, che la caccia continui. mi pare doveroso presentare la tavola che cronologicamente, almeno fino ad ora, si pone al primo posto e, quindi al momento è la più attendibile candidata ad essere considerata come modello da cui non avrebbero potuto prescindere tutte quelle a lei successive.

Appartiene  al Viaggio pittorico nel regno delle due Sicilie, di Domenico Cuciniello e Lorenzo Bianchi, opera in tre volumi pubblicata in proprio a Napoli dal 1830 al 18334.

Fuori campo a destra il nome degli editori ed a sinistra quello dell’incisore, Federico Wenzel, che fu attivo a Napoli dal 1827 al 1850.

___________

1 La prima edizione (http://books.google.it/books?id=1TgLAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=l%27italie+la+sicile+les+iles+eoliennes&hl=it&sa=X&ei=qhfNU5nmFKmo4gSO4oDAAw&ved=0CDkQ6AEwAg#v=onepage&q=l’italie%20la%20sicile%20les%20iles%20eoliennes&f=false) era uscita in francese a Parigi un anno prima per i tipi di Audot figlio (Louis Eustache, 1783-1870).

2 L’assenza del nome accanto ad Aubert unitamente al fatto che spesso quest’arte si tramandava di padre in figlio non rende agevole l’identificazione e la collocazione cronologica del nostro.  Debbo ancora una volta ringraziare la Biblioteca Nazionale di Francia che mi ha permesso di giungere alle conclusioni che mi accingo ad esporre non senza essere partito dai dati. E i dati in questo caso sono costituiti dalle stampe, custodite appunto in Francia, recanti la firma Aubert.

Un primo gruppo è costituito dai due ritratti in basso riprodotti e tratti, rispettivamente da http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8414484n.r=aubert.langEN e da http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84145981.r=aubert.langEN

La prima stampa è, come si legge, il ritratto di F. J. Talma acteur du Theatre Français & Pensionnaire de S. M. I & R.; a sinistra: Hollier del(ineavi)t, a destra Aubert sourd-muet  sculp(si)t. Il soggetto rappresentato visse dal 1763 al 1826, il che ci consente di poter collocare con buona approssimazione la data di esecuzione del ritratto nell’ultimo decennio del secolo XVIII.

La seconda raffigura M.lle Duchénois Actrice du Theatre Français & Pensionnaire de S. M. I & R. In basso a sinistra, esattamente come nel precedente, Hollier del(ineavi)t, a destra Aubert sourd-muet  sculp(si)t.

Sourd-muet fa parte integrante del cognome, quasi fosse uno pseudonimo, comunque un segno distintivo; per saperne di più su questo Aubert sordomuto sono preziose le informazioni che si ricavano da Ferdinand Berthier, L’abbé Sicard, Douniol & c., Parigi, 1873, p. 135: Parmi les artistes qui, de leur coté, lui ont payé leur tribut, nommons avec orgueil le sourd-muet Aubert, collaborateur, pendant de longues années, du célèbre Desnoyers, qui a gravé son portrait (Tra gli artisti che dal canto loro gli [all’abate Roche-Ambroise- Cucurron Aubert, 1742-1822, autore, tra l’altro di Cours d’instruction d’un sourd-muet de naissance, Le Clere, Parigi,1800 e Traité des signes pour l’instruction des sourds-muets, Stamperia dell’Istituzione dei sordomuti, Parigi,1808] hanno pagato il loro tributo, ricordiamo con orgoglio il sordomuto Aubert, collaboratore nel corso di lunghi anni del celebre Desnoyers, che ha stampato il suo ritratto).

Di seguito il ritratto dell’abate fatto da Aubert sourd-muet, tratto da http://www.cndp.fr/mnemo/web/affiche_photo.php?idp=53352&idn=2105017&w_fenetre=1900&h_fenetre=1032

Ometto di riportare il dettaglio relativo al nome dell’incisore perché è assolutamente identico ai due precedenti.

Del secondo gruppo fanno parte:

 http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8409703h.r=aubert.langEN

Didascalia: Louis Dauphin de France né à Versailles le 4 Septembre 1729. A sinistra: Peint par N. Le Sueur; a destra: Gravé par M. Aubert. Il soggetto rappresentato visse dal 1729 al 1765, la scena si riferisce al suo matrimonio e Michel Aubert nacque forse nel 1700 ma morì certamente nel 1757. Molto probabilmente, quindi, l’esecuzione è da collocare proprio intorno al 1757 e, comunque, Michel Aubert visse prima dell’Aubert sourd-muet, anche se non mi è stato possibile ricostruire i probabili rapporti di parentela.

Lo stesso soggetto è nella stampa che segue (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b6940001c.r=aubert.langEN).

Didascalia:  Louis Dauphin de France; all’interno della stampa a sinistra De la Tour pinxit,  a destra: M. Aubert Sculpsit.

Ancora dello stesso autore (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8401757k.r=aubert.langEN):

Didascalia: Concino Concini Maréchal d’Ancre né au Comté de Penna en Toscane, vint en France l’an 1600. Fu tuè le 24 Avril 1617. A sinistra AK(?) Pinxit, a destra M. Aubert sculp(sit).

Ancora dello stesso autore (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84097431.r=aubert.langEN):

Didascalia: Marie Joseph de Saxe Dauphine de France née à Dresde le u Novembre 1731; a sinistra De la Tour Pinxit, a destra M. Aubert Sculp(sit).

Ancora un ritratto (http://bibliotheque-numerique.inha.fr/collection/3027-carle-van-mander/):

Didascalia: Van-Mander; a sinistra C. Eisen d(elineavit), a destra M. Aubert S(culpsi)t. Charles Eisen visse dal 1720 al 1778. Il soggetto raffigurato è il pittore fiammingo Karel  Van Mander vissuto dal 1548 al 1606.

Il terzo gruppo è costituito da una sola stampa (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b6954074s/f1.zoom.r=aubert.langEN):

Didascalia: Vue de l’Elysée Bourbon prise de l’intérieur du jardin; a sinistra: Couvoisier del(ineavi)t, a destra Aubert fils sc(ulpsi)t.

Siamo al quarto gruppo (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b85311817.r=jean+aubert.langEN):

Didascalia: Claude Gillot de Langres peintre ord(inai)re du Roy en son Academie de Peinture et Sculpture; a sinistra C. Gillot Pinx(it), a destra J. Aubert Sculp(sit). Di Jean Aubert è incerta la data di nascita, morì nel 1741.

Passiamo al quinto ed ultimo gruppo (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8414094n.r=aubert.langEN):

Didascalia: Vue de la cascade de Briars; a sinistra Fortier aqua forti, a destra Aubert sculp(sit). Claude François Fortier visse dal 1775 al 1835.

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8414092t.r=aubert.langEN:

Didascalia: Vue de S.te Hélène et de James-Town; a sinistra: Fortier aqua forti, a destra Aubert sculp(sit).

I temi dominanti o esclusivi (ritratto o paesaggio) in questo o quel gruppo, considerazioni di carattere cronologico e, infine, l’assoluta corrispondenza grafica del nome dell’incisore tra il dettaglio della tavola di Lecce

15  e quelle dell’ultimo gruppo 

mi inducono a pensare che si tratti dello stesso incisore e, tenendo conto che anche il disegnatore (Fortier) è lo stesso è plausibile ascriverne l’esecuzione agli inizi del XIX secolo. L’edizione francese nel frontespizio recita recuillis et publiés par Audot père (raccolti e pubblicati da Audot padre).

Se così fosse la tavola dovrebbe rappresentare la piazza così com’era proprio al principio del XIX secolo). Da notare che delle due statue di Carlo II a cavallo (evidenziate dall’ellisse rossa) presenti nella tavola del Pacichelli (https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/02/17/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-814-lecce/), in basso riprodotta, non è visibile (nelle nostre il campo è più ristretto) quella con annessa fontana.

Nella foto d’epoca che segue il “ricovero” di una delle statue all’interno del Sedile.

3 Sono sue due delle tavole (la IV e la VII, in basso riprodotte) del testo di botanica Plantae rariores di G. Gussone uscito a Napoli per i tipi della Stamperia Reale nel 1826 in due volumi (uno di testo, l’altro con le tavole; per quest’ultimo, che ci interessa più da vicino: http://books.google.it/books?id=VcMZAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=gussone+plantae+rariores&hl=it&sa=X&ei=myDNU-DGGMXMygPuy4GoAw&ved=0CCsQ6AEwAjgU#v=onepage&q=gussone%20plantae%20rariores&f=false).

Il Segoni fece parte pure della schiera di disegnatori che con le loro tavole corredarono Le antichità di Ercolano esposte edite a Napoli  dalla Stamperia Reale in 8 volumi (versione digitale in http://katalog.ub.uni-heidelberg.de/cgi-bin/search.cgi?sprache=GER&query=le%20antichit%C3%A0%20di%20Ercolano%20esposte&fsubmit=ok&quelle=homepage) dal 1757 al 1792. Di lui sono le tavole XI, XXVa, XXVb e LX del IV volume uscito nel 1765 e la V del V uscito nel 1767, di seguito riprodotte. Dato il numero veramente irrisorio delle sue tavole rispetto ad altri disegnatori posso affermare senz’ombra di smentita che di quel gruppo non costituì certo un elemento di punta. Nel Manuale del forestiero in Napoli uscito per i tipi di Bobel e Bemporad a Napoli nel 1845 nell’elenco degli incisori con il relativo recapito a pag. 131 si legge: Segoni Vincenzo Gradini S. Spirito 52.

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Chiudo con un problema, anzi un’indagine  irrisolta non per colpa mia.

A pag. 537 del testo Le peintre-graveur italien di Alexandre De Vesme, uscito nel 1905 per i tipi di Allegretti a Milano, nel catalogo delle opere di Carlo Porporati (1741-1816) la scheda n. 39 reca la seguente informazione:

Son riuscito a trovare la prima incisione del soggetto fatta da J. G. Wille nel 1774 su disegno del figlio Pierre Alexandre (immagine seguente tratta da  http://purl.pt/5495/3/).

 Vana è stata, purtroppo, ogni ricerca di quelle del Segoni e del Valperga. Confido nell’aiuto di qualche lettore più fortunato di me, perché una comparazione sarebbe estremamente interessante anche per poter eventualmente capire meglio le deviazioni del Segoni rispetto all’Aubert nella stampa di Lecce, da cui tutto è partito.

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