Si è spento il maestro Giuseppe Alfredo Pastore, noto musicologo di origini napoletane, ma salentino d’adozione

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a cura dell’UPR Conservatorio Tito Schipa – Lecce

Si è spento, all’età di novantanove anni, il maestro Giuseppe Alfredo Pastore, noto musicologo di origini napoletane, ma salentino d’adozione. Ha diretto il Conservatorio Tito Schipa di Lecce per oltre un trentennio.  I funerali venerdì 27 Giugno, alle ore 17:00 nella Chiesa di San Pio a Lecce.

 

Durante il suo lungo mandato il maestro Pastore ha promosso un forte inserimento del Liceo nella realtà culturale cittadina, anche attraverso il recupero e la divulgazione della tradizione musicale di compositori salentini. Ancora oggi il Conservatorio di Lecce orienta in questa direzione molti progetti, impegnandosi in un percorso musicologico che, partendo da fonti inedite, arriva a esecuzioni curate filologicamente. Motivo conduttore della sua attività di studioso è stata la ricerca intorno alla figura di uno dei più illustri figli di Puglia, Leonardo Leo, compositore, maestro di cappella e operista, continuatore di una scuola che vedeva il suo principale rappresentante in A. Scarlatti, e i suoi epigoni in Durante, contemporaneo di don Lionardo, e negli allievi Jommelli, Piccinni, Paisiello…

Pastore ha strappato Leo alla dimenticanza dei moderni: un lavoro paziente e certosino, fatto di costante confronto con le fonti manoscritte, che ha permesso di restituire tra gli altri, in edizione critica, capolavori come l’opera buffa Amor vuol sofferenza (tra le poche conservate), l’oratorio Sant’Elena al Calvario e un Concerto per Quattro violini obbligati e Basso continuo. Ha realizzato numerose pubblicazioni monografiche e revisioni di composizioni di altri maestri napoletani nati tra la Terra di Bari e la Terra d’Otranto (Cafaro, Tricarico, Traetta, Piccinni, Paisiello) e non (Scarlatti, Orefice, Speranza, Durante).

Appassionato bibliofilo, è stato geloso custode di una nutrita biblioteca specializzata privata che annovera migliaia di volumi, manoscritti, edizioni rare e di grande pregio, gran parte dei quali personalmente catalogati con grande cura e messi a disposizione degli studiosi e dei ricercatori.

Formatosi al Conservatorio “S. Pietro a Majella” diretto da Francesco Cilea, ha condiviso la sua formazione con compagni come Aldo Ciccolini o Jacopo Napoli, ha vissuto nel fermento culturale di Benedetto Croce ma anche nei salotti dove la colta borghesia dell’epoca teneva le proprie esclusive conversazioni.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la nascita di nuove iniziative editoriali, ha affiancato al mestiere di compositore quello di pubblicista collaborando con le terze pagine di numerosi periodici napoletani (tra gli altri, la rivista S. Carlo e il quotidiano Roma),  fatto  volontariato nella Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele II” coltivando un sempre più serrato interesse per la ricerca musicologica. Negli anni 50 la sua vita si sposta a Lecce: comincia a insegnare Storia della Musica al Liceo “Tito Schipa”, ne diventa nel 1953 Direttore e riesce a ottenere, nel 1970, il passaggio dell’Istituzione in Conservatorio.

Diventa una presenza di assoluto riferimento per la cultura salentina: pubblicista per La Gazzetta del Mezzogiorno e per Il Quotidiano, didatta, musicologo, revisore dell’opera Amor vuol sofferenza per il prestigioso Festival della Valle d’Itria e di varie composizioni prodotte ed eseguite nel  Festival Concertistico d’Organo di Lecce.

Terminato il mandato al Conservatorio ha continuato a produrre incessantemente. Ha curato la  trascrizione di un manoscritto di Bassi e Fughe di F. Durante (Padova, Armelin Musica, 2003) e l’edizione di un autografo di memorie A. Petito, attore partenopeo del secondo Ottocento (Lecce, Del Grifo, in corso di stampa), continuano a riannodare “gli amorosi sensi” con la la sua Napoli che ha sempre fatto da sfondo alla sua formazione e all’ attività tutta.

Con evidente commozione, Salvatore Stefanelli – attuale Direttore del Conservatorio, dichiara: La comunità del Tito Schipa gli è grata per tutto ciò che ha fatto, per il forte impulso sul territorio, per gli studi, per le ricerche avviate, per il metodo e per le scoperte che terranno sempre vivo il suo ricordo e che rappresenteranno una possibilità per tutti i giovani studiosi.

 

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