Nicola e Maria Cacudi, ovvero una memoria sonora salentina di 100 anni fa fissata e custodita in Francia.

di Armando Polito

 

Tra i tanti incontri virtuali, da noi non espressamente cercati, che la rete consente di fare c’è anche quello con un parente passato a miglior vita, del quale ignoravamo pure l’esistenza. Questo post vuol essere il resoconto dell’esperienza che ho vissuto pochissimi giorni fa.

Non perdo tempo in ulteriori preamboli e dico subito che le immagini di testa riproducono i due lati di un disco in vinile contenente due registrazioni effettuate a Parigi  il 17 marzo 1914 presso la Sorbona, della cui esistenza nulla avrei saputo se non l’avessi casualmente incontrato sul sito della Biblioteca Nazionale di Francia, che lo custodisce, all’indirizzo http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k1281832.r=lecce.langEN, dal quale sono tratte tutte le immagini.

Ecco le schede di catalogazione:

 

Il contenuto dei due lati può essere comodamente ascoltato, anche se il fruscio di fondo e ancor più i limiti tecnici della registrazione di allora lo rendono non integralmente intelligibile.

 

Il rigore scientifico del documento, comunque, già attestato dalla dicitura Université de Paris Archives de la parole, trova riscontro nella “indigenità” dei due lettori (Nicola e Maria nel primo brano, solo Maria nel secondo), come mostra il loro cognome (Cacudi). A Nardò il cognome Cacudi è presente e si tratta, fra l’altro, di miei parenti strettissimi e carissimi, cioè la moglie (Alfonsina Pintozzi) e i figli del dottor Alberto, indimenticato ed indimenticabile pediatra e uomo . Ma “zio” Alberto (cugino di mio padre in primo grado), che si era trasferito  nei primi anni ’50 a Nardò, dove aveva assunto  le funzioni di medico condotto,  era nato a Torchiarolo  (BR). Una rapida ricerca in rete mi ha mostrato che ancora oggi la diffusione di questo cognome è limitata all’Italia meridionale, con preponderante presenza in provincia di Brindisi. Mi si obietterà giustamente che il dato è poco attendibile perché probabilmente basato solo sulla titolarità delle utenze telefoniche fisse e non tiene conto, per i noti motivi di privacy, di quelle mobili.

Mi pare chiaro, però, che le voci emergenti dal vinile mostrano un accento leccese (come, d’altra parte,  attestano i dati anagrafici dei due lettori e quanto dirò a proposito dei testi) e non brindisino, ma vorrei una conferma da chi ha nativamente più dimestichezza di me con questi due dialetti. Comunque, “zia” Alfonsina, alla quale ho chiesto subito informazioni,  mi ha confermato l’esistenza a Monteroni di un ramo dei Cacudi, nonché l’appartenenza ad esso di Nicola, grazie alla totale coincidenza con i dettagli più significativi della sua figura che fra poco esporrò.

Il lettore troverà in coda quel che sono riuscito a trascrivere dei due testi [Dialogue sur les superstitiones (Dialogo sulle superstizioni) e Un jeune homme malade d’amour (Un giovanotto malato d’amore)] ma sarebbe bello se qualcuno, dopo  l’ascolto, riuscisse ad integrare le lacune superstiti del secondo e se potesse emergere, suffragato con prove concrete, qualcosa in più di Nicola e Maria, di questi due lettori di un nostro dialetto, ai loro tempi molto probabilmente più conosciuti in Francia che in Italia. Ma si sa: nemo propheta in patria …

E, per Nicola, lo conferma, almeno parzialmente, quanto ho trovato in Michele Cifarelli, Libertà vo’ cercando … Diari 1934-1938, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2004, pagg. 335-336: NICOLA CACUDI, (Monteroni di Lecce 26/6/1882 – Bari 8/7/1963). Dopo studi medi e superiori irregolari a Torino, a Napoli, a Lecc e e soprattutto a Parigi, si laurea a Besançon. Docente presso un istituto superiore a Rimini; a Bari per 20 anni insegnò lingua francese presso il ginnasio-liceo “Q. Orazio Flacco”, dove, attraverso il suo testo in cinque volumi, “Nuovo metodo della lingua francese” (una precoce applicazione di “metodo globale” per grammatica e sintassi, seguita dall’antologia letteraria “Dalla Gallia alla Francia contemporanea”) iniziava un’intera generazione di studenti ginnasiali alla conoscenza scritta e parlata della lingua francese ed anche della relativa letteratura. Storico e critico letterario con produzione scientifica, fecondo traduttore, fondò un periodico: “La rassegna di studi francesi”. L’Università di Bari lo chiamò presso la facoltà di scienze economiche e commerciali e presso quella di Lettere, la Repubblica francese gli conferì la Commenda della Legion d’onore.

Per chi volesse avere gli estremi bibliografici delle opere di Nicola i cui titoli son riuscito a reperire ho predisposto un’apposita nota.1  

E Maria? Nonostante essa sia, in base alla scheda,  meno titolata del partner (quasi sicuramente moglie, altrimenti sul disco non avremmo letto la dicitura Mr. &.  M.me CACUDI), quest’ultimo nel secondo brano funge quasi da spalla e il suo razionale e sarcastico Ddaveru? sembra perdersi di fronte al Sicuru! della sua interlocutrice, che funge da sigillo a questa piccola perla, dopo che la donna si è pure concesso il lusso di usare nella sua penultima battuta l’interiezione emblema dello scetticismo di Nicola. Maria, poi, è l’unica lettrice del secondo brano ma, non avendo trovato io sulla sua figura nulla di nulla, per non essere accusato di maschilismo da chi non dovesse credere nella mia sincerità, debbo, almeno per ora,  adattare  al femminile (astoricamente, perché la profezia poteva essere appannaggio di una donna solo nel mondo pagano … ) il detto evangelico prima citato  in foeminarum nulla fatidica in patria.

Passo ora ai testi osservando preliminarmente che quello contenuto nel lato B è una poesia del leccese Francesco Antonio D’Amelio per il quale vedi  https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/02/06/il-vecchio-francesco-antonio-damelio-e-forse-il-nuovo/.

Il titolo originale  della poesia (che fa parte della raccolta Puesei a lingua leccese,  Stamparia de la Intendenza, Lecce, 1832, volume dal quale ho riprodotto di seguito la pagina che la riporta corredandola a fronte della mia versione in italiano corrente e di alcune note di carattere filologico) è A nu giovane ci aia demmazzutu pe l’Amore (Ad un giovane che era dimagrito per amore).

 

 

Rispetto al testo originale la lettrice, che probabilmente si muove a memoria, si consente le variazioni di seguito elencate (in rosso con l’indicazione numerica del verso) che in due casi, però, comportano il venir meno della rima: stria/tie; ngrassi/spassu;  questo dettaglio mi fa pensare che Maria non fosse letterariamente attrezzata quanto Nicola e che quest’ultimo abbia riservato scarsa attenzione alla preparazione, esecuzione, registrazione e controllo della lettura di questo brano.

1 ieu/ah, u

2 ahi/a, u

6 strie/stria

7 ca pe certu/ma se pigghi

9 e 12  tu/tie

11 spassi/spassu

13 de/tra; e murendu/e se mueri

14 ci te a minanu/ci te prècanu

20 nce cadutu/ha ccatutu

Se, dunque, per il lato B il testo è di origine letteraria, per quello del lato A sospetto che sia, più che un brano estrapolato da qualche commedia in vernacolo, una creazione di Nicola: non credo, infatti che sia una coincidenza il fatto che i due interlocutori rispondono ai nomi di Maria e Nicolino.

 

Termina qui questo viaggio nella memoria, del quale vi avrei reso partecipi, perché travalica la sfera personale, anche se Nicola e Maria non fossero stati miei parenti, anche se avessi dovuto scoprire che questi due salentini in Francia anziché farci onore avevano anticipato le gesta di Bonnie e Clyde in America …

___________

1

Alfred de Musset e I suoi canti di dolore. Saggio critico, Tipografia A. Trani, Napoli, 1905

La revolution au pensionnat : piece en un acte pour les enfants, Paravia, Torino, 1906

La quistione del metodo nell’insegnamento delle lingue moderne, Paravia, Torino e A. Trani, Napoli, 1906

La coniugazione dei verbi francesi : Studio analitico per le scuole medie, con l’aggiunta di un dizionarietto dei verbi irregolari, Paravia, Torino e M. Muca, Napoli, 1907

Psychologie de deux ames  (W. Goethe et H. Foscolo), Paravia, Torino e E. Pantaleo & C., Torre del Greco, 1910

Le verbe francais dans la proposition et la periode, a l’usage des ecoles superieures d’Italie, Paravia, Torino e E. Pantaleo & C., Torre del Greco, 1910

Impressions de lecture, Tipografia E. Capelli, Rimini, 1913

Alphonse Marie Louis de Lamartine, Graziella (introduzione e note), F. Le Monnier, Firenze, 1924 e 1931

Molière, L’avaro (traduzione integrale, introduzione, note, analisi, biografia), Le Monnier, Firenze, 1926 e 1927

Gabriel Faure,  Ore d’Italia  (traduzione), SET, Bari, 1928

Il nuovo progetto italo-francese di Codice delle obbligazioni e dei contratti : testo definitivo approvato a Parigi nell’ottobre 1927, anno VI, Società Editrice Tipografica, Bari, 1930

Spunti letterari, Società Editrice Tipografica, Bari, 1931

Alphonse Marie Louis de Lamartine, Graziella (introduzione e note), F. Le Monnier, Firenze, 1924 e 1931

Gabriel Faure, La bella estate (introduzione e traduzione), Società Editrice Tipografica, Bari , 1932

Gabriel Faure, Società Editrice Tipografica, Bari, 1933

Gabriel Faure,  Autunno (introduzione e traduzione), Società Editrice Tipografica, Bari, 1935

Sulle orme di Gabriel Faure, Società Editrice Tipografica, Bari, 1935

Nuovo metodo di lingua francese. Testo unico per le scuole medie,  Società Editrice Tipografica, Bari, 1935 (questo testo ebbe diverse edizioni, l’ultima nel 1964 a Bari per i tipi di Resta)

Alexandre Dumas, Les idées de M.me Aubray: comédie en quatre actes, en prose (presentazione), Adriatica, Bari, 1949

Gabriel Faure, leggendo e annotando, Tipografia A. Cressati, Bari, 1950

 

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