Un salentino tra gente di lidi nordici

pizzica

di Pier Paolo Tarsi

Conviene a volte essere tipi stereo. Capita infatti di trovarsi unico salentino tra gente di lidi nordici, con donzelle che ti guardano come fossi un animale esotico, convinte soprattutto che in culla la nonna ti faceva ballare la pizzica dalla mattina alla sera, prima ancora di insegnarti a camminare. Tu assecondi, per non rinunciare al loro interesse per l’esotico, non ci pensi proprio a dire la scomoda verità.

Poi, una sera di bagordi, verso la fine, dalle casse parte la pizzica. Tutte a quel punto si voltano a guardarti, aspettandosi qualcosa di meraviglioso e ipnotico a cui darai vita. Ora, tu sai benissimo che tra i tuoi pochi e scomposti schemi motori acquisiti disponi solo di un vago e sgraziato gesto che deve rispondere alle più svariate esigenze di ballo, dal tango argentino alla mazurca emiliana, dalla dance internazionale alla pizzica o ai balli tirolesi.

Ripensi in quell’attimo a tutte le cose che hai scritto contro la pizzica nel corso degli anni, a tutti gli strali scagliati in direzione della notte della taranta, ed anche allo sguardo severo che gli amici storici ti rivolgerebbero se fossero lì e se ti azzardassi a fare quel che tutte si attendono. Disperato devi tuttavia sorridere, e cercare rapidamente una soluzione.

Non possono valere scuse relative a improvvisi dolori a una gamba o a un’emicrania folgorante. Riguardi le donzelle, chiedi scusa agli amici storici in cuor tuo, e finalmente scomodi il tuo schema motorio “modalità ballo”: “signori, questa che sto per fare è la più antica pizzica che si conosca, altro che le cose moderne che vedete alla notte della taranta, su all together, suuu, venite tutti”. Cerchi di sopprimere le lacrime che vorrebbero scendere, tiri su col naso e ti lanci in un obbrobrio scombinato e insensato per qualche secondo, il tempo che le donzelle si mettano a ballare la pizzica.

Poi t’arresti, assecondi quasi le lacrime “scusate, scusatemi, la nostalgia di casa ragazzi, la lontananza…la nonna che la ballava sempre mentre nfilava tabacco…cambiate canzone per favore, cambiate”

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