Indovinelli leccesi sotto l’ombrellone (2/3)

di Armando Polito

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prima parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/08/15/indovinelli-leccesi-sotto-lombrellone-13/

terza parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/08/17/indovinelli-leccesi-sotto-lombrellone-33/

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1 Mappa corrisponde al significato tecnico-specialistico che la voce assume in italiano: parte della chiave perpendicolare al fusto che viene introdotta nella toppa per azionare il meccanismo della serratura. Piticone è accrescitivo dell’italiano pedice (termine tipografico), dal latino pes/pedis=piede, modellato sul tipo di apice, che è dal latino àpice(m)  e indice, che è dal latino ìndice(m). Ritorna, insomma, l’immagine della chiave che nel suo aspetto più innocente viene paragonato ad un albero.

2 Scattiddhu, a quanto mi risulta, è lo schiocco fatto con un dito con un colpo sotto un altro. Confesso che non sarei arrivato alla soluzione dell’indovinello nemmeno dopo trecento anni, anche perché qui tutto è giocato sul duplice significato dell’italiano buffetto (da buffare, di origine onomatopeica) che indica, oltre allo schiocco, anche un tipo di pane molto soffice e fine.

3 Viscìgghiu secondo il Rohlfs è da un “latino * viscìlium derivato da viscum”. Ora in latino viscum significa vischio e probabilmente lo studioso tedesco l’avrà collegato con la sua caratteristica di emiparassita di parecchie specie, tra cui la quercia. Io non escluderei un incrocio con il latino ìliceu(m) (aggettivo da ilex/ìlicis),  da cui è derivato per aferesi l’italiano leccio.

4 Scutulata è da scutulare, intensivo di cutulare per il quale vedi la nota 8 in https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/08/17/sul-termine-naca-la-culla-dei-nostri-avi/

5 Manganieddu (a Nardò manganieddhu (diminutivo del latino mànganum, nome di una macchina da guerra simile alla catapulta; mànganum a sua volta è dal greco μάγγανον (leggi mànganon)con lo stesso significato ma anche in quello più semplice di paletto di ferro) era una specie di madia utilizzata dai pastori per lavorare il formaggio ma anche il bastone a cui si legava la fune della campana. La somiglianza dell’attrezzo dei pastori con un trogolo mi ha fatto rendere in italiano manganieddu con trogolo invece che con palo, anche perché più in sintonia con il successivo rassu.

6 L’ho conservato, appena appena italianizzato, come il successivo poetese; nell’originale sono chiaramente forme dispregiative e poetese in particolare è stata creata per esigenza di rima.

7 Forma aggettivale da minna ancora oggi usato nel senso di minchione a Castrì di Lecce, Castrignano dei Greci, Martano e Zollino. La localizzazione della voce fa ipotizzare un’origine greca ma, se non è riuscito il Rohlfs a trovare l’etimo, potevo riuscirci io? A meno che il significato non sia stato traslato dall’espressione lu piccinnu ti la menna (il bambino della mammella), quasi sinonimo di infantile.

8 Voci intraducibili in italiano, anche se è evidente il loro collegamento con pindire=pendere. Pindìnguli in particolare erano le frange dei vestiti;  il singolare pindìngulu era l’ugola ma anche un dettaglio anatomico maschile in posizione di riposo …

9 Fete è terza persona singolare dell’indicativo presente di fitire, che è dal latino foetere=puzzare.

 

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2 Commenti a Indovinelli leccesi sotto l’ombrellone (2/3)

  1. L’indovinello n XX, quello degli “occhi” mi ha fatto venire in mente un bel giochino che si faceva con i bimbi piccoli, piccoli, per fargli imparare vista, udito, gusto e olfatto. Si toccavano le parti indicate con le mani e si diceva:

    Ujin bel, sò fratel Occhio bello, suo fratello
    Orìja bela, soa sorela Orecchia bella, sua sorella
    na cesa granda Una chiesa grande ( e si indicava la bocca)

    poi si prendeva fra le dita il nasino e lo si scuoteva dicendo:

    e ‘l capanon ch’a fà don don don e il campanone che fa don don don

    e i bambini ridevano ridevano e chiedevano ancora ancora…che gioia semplice e schietta!!!!!
    Sergio

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