Neronotte l’ombra del tempo

neronotte

di Claudia Petracca

 

“Poi”, l’autore Paolo Vincenti affida l’incipit della sua romanza ad un avverbio di tempo.

Il tempo è il tema che ricorre, attraversa e segna tutta la narrazione.

Il tempo con le sue fughe e con i suoi eterni ritorni, è metonimia per eccellenza che domina gli scritti di Paolo Vincenti.

In particolare, gli eventi narrati abbracciano l’arco di una notte. É la Notte di Ermanno, pittore con la passione per l’esoterismo, uomo solitario, figura che richiama un autore letterario molto amato dallo scrittore: Hermann Hesse, e ancor più, aleggia in tutta l’opera l’anima del suo “Lupo della steppa”.

I personaggi che popolano questa implacabile notte, Gerry, Marco e l’amata Elena, altro non sono che lo specchio in cui Ermanno riflette le afflizioni della sua vita. Ombre in cui riversare il tempo consumato, ombre che lo accompagnano nello scandire delle ore infauste che passano, senza che egli possa trovare una via di fuga da quello che appare ormai un inesorabile destino che lo divora.

Neppure nell’amore perduto e ritrovato, consumato e riperduto nell’ansimante ricerca di quell’Io dissipato, consunto dall’inedia, troverà riparo e conforto:

 

“…ma che c’entra l’amore? è terra buona, luna nuova

tutto è in trasformazione, ma che c’entrano gli occhi?

sono collane di madreperla, luce fresca

è chiaro sentire, cielo limpido di settembre

che c’entra con il dolore? è acqua che sposta gli argini

appoggiarsi sui gomiti e aspettare il nuovo refrain

ma che c’entra l’amore? è acqua passata, ora, qui è

sera…” […]

 

Riflessioni e analisi soggettive caratterizzano le pagine che si interpongono nello scorrere della narrazione. I ricordi, i sogni e la rabbia riemergono dall’inconscio. Pensieri sgranati, come in un rosario, sul filo di una vita disfatta dal fallimento:

 

“ … ci sono luci che a volte si accendono dentro

ma durano così poco, solo un attimo

e poi si spengono

bisogna saperle cogliere… […]

… ci sono dei lamenti inascoltati, delle richieste di

aiuto

come di un parente dimenticato

di un cane bastonato …”[…]

 

Ermanno è solo, è l’ombra di sé stesso.

Un uomo e il suo fantasma vanno incontro alle luci dell’alba, “E all’alba, un gallo canta”, che disveleranno e fisseranno per sempre quel Nulla, quell’Increato,… la Notte Ancestrale di Ermanno.

Da leggere, … con il favore della Notte.

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