testo e foto di Wilma Vedruccio
Se non a noi, la strada parla di noi al turista, turista d’elezione o turista di consumo che sia, è il biglietto da visita di un territorio, di una regione.
La natura lo sa e infiora i lati della strada con erbe d’ogni specie, erbe senza nome che a turno crescono, s’intrecciano, fioriscono, spigano nel corso delle stagioni, quasi a ospitare festose il viaggiatore.
La biodiversità quale accoglienza secondo un’antica programmazione, la programmazione divina.
Lo sanno i viaggiatori di elezione, armati di taccuino un tempo, ora di fotocamera digitale: meravigliati si fermano, osservano, catturano immagini di questo universo dei umili fiori, a volte colgono qualche seme, chissà…E ci sono fiori per tutte, proprio tutte le stagioni, come in un festival ricorrente di fioristi, la fiera campionaria del buon Dio.
E sono produzioni gratuite, spontanee, non richiedono cura alcuna di contadino o giardiniere. Basta l’opera del vento, di un po’ di pioggia, del sole e.. i lati delle strade diventano vetrine addobbate con specie spontanee, le più varie.
La strada come biglietto da visita, dunque, per il forestiero, il turista, il viaggiatore.
Chi non lo sa? Come per paradosso, proprio chi ha per compito la cura delle strade, la cura del territorio e del turismo.
Se non si è già reso inerte, sterile il terreno con colate di cemento e bitume, in nome della sicurezza stradale…squadre di pulitori frettolosi, con macchine sempre più mostruose, fan pulizia lungo i lati delle strade, falciando e bruciando fiori ed erbe, mettendo così a nudo…il peggio di una popolazione.
Spazzatura di ogni genere, svergognata dal fuoco, lì a lungo rimane a testimoniare la diversità delle brutture.
Programmazione, rete di sinergie, promozione del territorio, sviluppo sostenibile, rimangono nude parole ai lati delle strade…
Lentamente, piano piano, fuori stagione, si fa avanti la pietà fioristica, vegetale, a ricoprire tutto con pudore e a innalzare inni di biodiversità al Creatore.
Riporto qui il commento pieno di pathos che l’amica Raffaella Verdesca mi ha fatto pervenire.
Raffaella Verdesca: ” La natura manifesta gioiosa il suo amore per noi, ovvero per quel genere di creature viventi che di vivente hanno ormai ben poco. Forse solo il desiderio di esserlo nel battito d’un desiderio, di un sogno, di un sentimento. Spesso quel desiderio è solo il possesso di questo o di quel bene materiale, il sogno il possesso di questa o di quella persona, di questa o di quella carica istituzionale e sociale, magari la più prestigiosa possibile. E’ uno sguardo fisso quello che abbiamo, nè in basso a ringraziare il tripudio di vita ai lati della strada, nè in alto a ringraziare il dono della vita nel centro della nostra carreggiata, l’anima. La rabbia dei bipedi mortali allora sale e si riversa con invidia e disprezzo su tutto ciò che è meraviglioso e felice senza bisogno di grandi possessi, di lotte fratricide, nè di memorabili prove di superiorità. Ed è guerra: cemento contro falesie, immondizia su erbe spontanee, fuoco su scrasce, ville su tombe messapiche, strade su ulivi, paesi su letti di fiume… Il secondo atto di risposta è solo una questione di tempo, un atto dovuto e non per vendetta contro la nostra stupidità ‘biouniforme’, ma per insegnamento sollecito, amorevole e straziante : “Memento homo…”
Raccolgo su Facebook un altro commento, dell’amica Elsa Carrisi e lo posto.
“Elsa Carrisi : – Attenzione all’ambiente e tutela della biodiversità sono le priorità di una politica che crea le condizioni migliori per un sano e lieto vivere. Questo io chiedo a tutti coloro che con compiti e funzioni diverse vogliono svolgere funzioni di buona amministrazione e buona politica. Esattamente come si fa con le cosiddette “pratiche socio-educative-pedagogiche”. Chi è ai lati delle strade non è meno importante o ha meno possibilità di chi ha i mezzi per percorrerle (a piedi, in auto o volando nei cieli). Educando o valorizzando ogni piccolo frammento dell’intero mosaico riusciamo a dare vita ad una comunità armoniosamente in sintonia con tutto il creato.”