CODICE “C” COME CARTESIO CODEX CAMILESS

di Maurizio Nocera

Nell’ottobre scorso Lecce ha visto nascere una nuova casa editrice, la “léndaro g. càmiless &dizioni clandestine” con un originalissimo logo: una spirale impressa a secco con i caratteri del nome dello stesso artista poeta fondatore. Il primo libro editato – codice “C” (Galatina, 2011) – è una preziosità bibliofilica sia nel formato (cm 15,5 x 29, ¼ mezzo quadrato) sia nei contenuti (testi + immagini).

L’autore, Léndaro G. Càmiless, ha lavorato alla produzione dei testi, suoi e dei “privilegiati” coinvolti, per tre anni (2009/11) partendo dalla pubblicazione di un «libro-progetto speciale – singhiozzo francese / pause cartesiane [n. b.: deliberatamente l’autore ha scritto tutte le iniziali in minuscolo e, qualche volta, a cascata] – formato in-8° medio, brossura: in prima di copertina c’è un disegno […] che raffigura una carta stropicciata, sulla quale si intravedono alcune mezze parole e lettere sparse che richiamano il titolo del libro; in quarta di copertina c’è uno dei ritratti classici di René Descartes, il cui volto è stato sezionato a finestra, nella quale si vede il teschio, mentre la parte staccata, quella vera (frangetta, occhi e naso) è spostata più in basso».

Di questo libro-progetto speciale, stampato su carta pergamenata, facsimilare del famoso Discorso sul Metodo cartesiano, è stata fatta una tiratura di soli cinquanta esemplari numerati e dedicati ad personam «con il privelegio di: Giorgio Antinori – Antonio Basile – Fernando Bevilacqua – Toti Carpentieri – Manuel Blazquez – Alberto Buttazzo – Giacinto Cargnoni – Giorgio Celli – Franco Contini – Mauro De Giosa – Marcello Diotallevi – Tiziana Dollorenzo Solari – Nunzio Fiore – Giovanni Laforge – Alessandro Laporta – Gabriella Larinà – Giuseppe Lisi – Doriano Longo – Grazia Manni – Federico Martino – Luigi Mastromauro – Maurizio Nocera – Michele Provenzano – Giampiero Quarta – Massimo Quarta – Teresa Romano – Autore Sconosciuto – Donatella Stamer – Enrico Tallone – Giovani Turria».

In una prima introduzione (scritto, cancellato e scritto di nuovo), l’autore scrive che «rené descartes è il nostro convitato di pietra. […] il mio viaggio è iniziato leggendo e osservando le immagini contenute nel discours de la methode, una rieditata pubblicazione anastatica del filosofo francese, un breve trattato del 1637./ ho percorso tutta l’opera, cancellato alcuni periodi, nascosto altri, evidenziato alcuni passi, commentato periodi adottando a volte la forma poetica che mi è propria, e redatto pagine utili a stimolare la creatività dei “privilegiati” coautori».

È interessare sapere com’è nato CODICE “C”. Scrive Càmiless: «tutto ha inizio con un’asta pubblica e l’acquisto da parte di un privato per due milioni di dollari, di un libro di preghiere medievale, scritto in greco nel 1229 forse a gerusalemme: la vendita avvenne il 29 ottobre 1998. il testo dal titolo “euchologion” si compone di 174 “fogli” di pergamena e nelle mani di un gruppo di esperti si scopre presto che sotto queste preghiere si intravede un testo originariamente cancellato o meglio raschiato. una pratica molto diffusa nel medioevo per riutilizzare un supporto non facilmente reperibile. il testo in questione (quello cancellato) da ben otto anni viene studiato con mezzi altamente sofisticati e tramite un intenso fascio fluorescente a raggi X di imaging – generati presso l’acceleratore lineare della stanford university – si scopre la presenza di una documentabile serie di trattati del matematico [Pitagora] di samo. Scritto come già ho detto in greco e risalente a tre secoli prima della datazione delle preghiere, ovvero nella seconda metà del X° secolo, appunti vergati certamente a costantinopoli. sette sono i trattati pitagorici che figurano: […] nel 1998 l’opera venne chiamata semplicemente palinsesto […] praticamente dal semplice riusco del supporto e della superficie nacque nell’anno 1229 il nuovo testo composto da numerose preghiere medievali e l’amanuense inserì persino due immagini a colori illustranti scene liturgiche. questa riscrittura non è così invasiva rispetto la precedente e tramite l’attuale tecnologia, molto sofisticata, è stato possibile recuperare questi trattati pitagorici cancellati e risalenti al X° secolo. con la riproposizione digitale ancora una volta s’è riscritta una pagina che si pensava perduta. le analogie non sono poche con l’operazione curata nel mio “singhiozzo francese”: recupero un testo originale e una sua riproduzione anastatica, cancello e riscrivo alcuni brani e in digitale ripropongo il tutto su un nuovo supporto cartaceo. un saggio che si specchia nella pratica degli antichi manoscritti, i cosiddetti “volumen” (pergamena o papiro), e se successivamente copiato dai monaci medievali lo immagino scritto su “fogli” (ancora animali o vegetali) ma che chiamerò “codex”, utili ad ospitare la scrittura sia sul verso che sul recto./ credo oramai sia palese l’esistente relazione fra “euchologion”, “palimsestos” e il neo “codice”. è con la lettera C che si rafforza il comune denominatore: Cartesio Codex Càmiless». Questa la radice di codice “C”. Dell’autore e del suo “singhiozzo francese” ho scritto, dei suoi “privilegiati” coinvolti ho citato i nomi. Aggiungo solo che stupenda è la parte relativa all’immaginario, con un ruolo importante svolto dall’artista Donatella Stamer, della quale è stata allegata per ogni testo e per ogni “privilegiato” un’incisione originale intitolata “stegobium paniceum”.

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