Le quattro stagioni del Salento: un invito a visitarci tutto l’anno

di Pier Paolo Tarsi

Le virtù della terra e della bellezza salentina si possono declinare in modo plurimo, inseguendo il naturale ciclo di stagioni sempre miti e dolci nel corso dell’anno; allo stesso modo si devono delineare possibilità, diverse e alternative, di apprezzare, come viaggiatori o semplici turisti, questo estremo lembo d’Europa. Questo vuole essere un invito a visitarci tutto l’anno, non solo in…

Estate

Verso Sud, assillati dalla calura estiva cittadina, accorrono masse di turisti alla ricerca di refrigerio su soleggiate coste bagnate da mari purissimi, sedotte e incoraggiate da una fresca accoglienza che ha il colore di rosse angurie e di gialli fichi d’india, il ritmo allegro e vitale di notti che pulsano ovunque all’eco dei tamburelli. Le selvagge vibrazioni dei suoni fuggono propagandosi nell’oscurità, al di là delle luci dei falò, presso anfratti di spiagge gialle come il grano e scogliere severe sorvegliate da malinconiche torri, confondendosi infine con i riflussi delle onde quasi placide, nella cui immensità mediterranea si esauriscono placando così l’orgiastico furore da cui sono generate.

Autunno

La terra si addormenta dolcemente, sbadigliando tuttavia doni preziosi con cui scaldarsi quando sarà tempo, vino corposo e vellutato con cui accarezzare l’anima di chi resta a vigilare nella sera, melograni con cui accendere confortanti fiammelle che accompagnano il solitario viandante che torna alla dimora, mele cotogne con cui addolcire la solitudine del ritorno, olio che rifocilla facendosi essenza di pietanze fumanti da consumare in raduni domestici… È il tempo del ripiegamento individuale o collettivo, del ritiro nelle distese dell’entroterra, ora di auscultazione intima nella quale reperire gli echi di una grande civiltà contadina, delle sue fatiche, dei suoi valori, delle sue opere cristiane, delle sue narrazioni poietiche intorno a consolanti fuochi che rischiarano angoli, vicoli e sentieri di ataviche tradizioni che amalgano secoli in cui scrutare con delicato sguardo.

Inverno

Avventurandosi nei luminosi pleniluni, si intravedono grigi riflessi chiaroscurali provenienti dal mare: vorticante e annaspante, il gigante gelido e irrequieto tenta di arrampicarsi tra i seni di una terra che non conosce mai freddura tale da non riservare un pur tiepido rifugio a chi vuol goderne.

Un torpore sonnolento, al riparo dal freddo pungente, si impossessa delle cose e degli uomini, disturbato di tanto in tanto da fulgidi spifferi bluastri che nulla possono tuttavia di fronte al perdurante verde degli altezzosi ulivi, nulla al cospetto del rosso sommesso della paziente e materna terra inumidita o al sereno fluire della vita degli uomini, riscaldata dal tepore di intimi raduni e talvolta rinvigorita da più festosi riti.

Primavera

Al rincorrersi brulicante di petali colorati di fiori di campo, schiamazza la giovane vita tra i filari d’ulivo, irridendo alla silenziosa quiete perenne dei muti muretti a secco; un brusio avvolgente di sciami d’insetti affamati risuona negli antri delle case in pietra mentre nelle gialle piazze dei borghi un pulviscolo danzante riflette un sole giovane e gaudente negli occhi degli uomini e delle donne frastornate dal risveglio.

Ai primi bagliori di una nuova stagione tra le onde marine scintillanti e attraenti, i medesimi echi dei tamburelli affioreranno per invadere la penisola dai lidi, le note risorgeranno così tra le spighe a impossessarsi di coloro che le coglieranno, inerpicandosi in barocche esibizioni sulla terra profumata di macchia e avvinghiandosi agli animi come colonne ritorte, desiderose di narrare, ormai da secoli, le avventure antiche delle terre nel frattempo lambite, bramose di riferire sulla natura infuocata dei popoli che hanno danzato sul palcoscenico di questa millenaria storia mediterranea.

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3 Commenti a Le quattro stagioni del Salento: un invito a visitarci tutto l’anno

  1. Pier Paolo è verissimo! Eppure parrebbe proprio che non si voglia far durare la stagione turistica al di là di uno, due mesi …

    Va ricordato che, purtroppo, i collegamenti con il Salento (aerei e ferroviari in particolare) anziché essere incrementati, peggiorano di anno in anno. Le infrastrutture alberghiere abbondano di “stelle” ma poi i servizi quasi sempre sono scarsi in qualità. E via di questo passo. Se non cambiano le cose, i turisti il Salento lo andranno vieppiù a cercare in Croazia, Montenegro …

    Pier Paolo, se tutti mettessero professionalità e l’amore che hai profuso tu nella descrizione delle splendide quattro stagioni salentine …

  2. bravissimo Pier Paolo Tarsi. Una poesia. Ne traspare un amore sconfinato, ed è questo che mi induce a sperare. La nostra bella terra non potrà solo essere preda di sfruttatori senza scrupoli, finchè ci sarà gente che la ama così. Renato

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