Storia del pasticciotto salentino

di Sonia Venuti

Il pasticciotto, dolce tipico galatinese,  è nato per caso nel 1740 nell’antica e rinomata pasticceria Andrea Ascalone ubicata ancora oggi, come allora, nella storica sede dell’odierna Via Vittorio Emanuele II, cuore del centro storico  e fulcro intorno al quale ruotava molto del dinamismo e della vita cittadina.

La fragranza del suo profumo accompagna  la storia di Galatina attraverso i secoli da ben nove generazioni, approdando ai giorni nostri senza aver perso nulla, negli anni, del suo antico sapore.

Nato col nome di bocconotto, piccolo boccone di pasta frolla farcito di crema pasticcera, insieme ad un altro dolce tipico Galatinese dita d’apostolo”, nome trasformato in seguito in “africano”, il pasticciotto è divenuto il dolce galatinese per antonomasia che andrebbe gustato, per esaltarne il sapore, con una tazza di cioccolata calda o granita al caffè.

In uso da sempre per i galatinesi quale  dolce tipico della domenica e delle festività in genere, è consigliato ai turisti  come tappa obbligata di degustazione nella visita alla città.

L’antica pasticceria Ascalone, un tempo anche rinomata gelateria e servizio ricevimenti, ha legato il suo nome nel corso dei secoli a tutte le famiglie della nobiltà prima, e della nuova borghesia poi, con la sua presenza costante nei giorni  importanti quali feste di fidanzamento,  matrimoni battesimi e quant’altro,  attraverso la produzione di piatti tipici, dolci e gelati, quest’ultimi conservati in appositi contenitori con una miscela di  ghiaccio e sale, per mantenere la giusta temperatura.

Requisita dagli Americani, subito dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, la pasticceria Ascalone produceva  i sui rinomati prodotti  esclusivamente per gli aeroporti di Galatina e Brindisi, ove erano di stanza molti soldati delle truppe alleate, defraudando così i galatinesi, ex nobili e borghesi, dei loro pasticciotti in quel particolare periodo della  storia d’Italia.

Annesso alla vecchia bottega c’era un tempo  il magazzino  ove si conservavano le materie prime, a guardia del quale vi erano dei soldati semplici che per ammazzare il tempo complice la voglia di trasgressione, prendevano delle sonore sbornie facendo man bassa delle enormi quantità di alcool e dolciumi a loro portata di mano, che si concludevano con dei lunghi pisolini sugli enormi lastroni di ghiaccio, conservati anch’essi nel posto.

Si vocifera che, sua Santità Giovanni Paolo II dopo la visita pastorale del 1980 nella Terra D’Otranto,  in occasione della sua tappa a Galatina, abbia così tanto apprezzato  il sapore del Pasticciotto  che, nell’arco del suo pontificato, più d’una volta a settimana  il dolce di Andrea Ascalone  veniva portato a Brindisi al mattino presto, e da lì col volo delle 6.00, partiva alla volta di Roma, e giungeva nella Città del Vaticano giusto in tempo per la colazione del Santo Padre.

Per nove generazioni   Galatina ha sempre avuto il suo pasticcere Ascalone, che ha contribuito  col suo Pasticciotto  a dare lustro e identità alla città, e ancora oggi,  quando ci rechiamo in Via Vittorio Emanuele II ed entriamo nell’antica bottega artigiana, al suono del campanello posto sopra la porta d’ingresso , dal laboratorio della pasticceria esce,  pronto ad accoglierci Andrea Ascalone, che col suo piglio originale e pittoresco si appresta a venderci i suoi pasticciotti come fossero merce preziosa.

Pare sia leggenda metropolitana (o forse no), ma  guai a fargli intuire che non saranno consumati subito  o che vogliamo farli intraprendere un lungo viaggio che si protrarrà per molte ore, anche dopo averli incartati, è capace di riprendersi  i suoi piccoli capolavori  e lasciarci a bocca asciutta.

 

Condividi su...

5 Commenti a Storia del pasticciotto salentino

  1. L’esistenza del pasticciotto, realizzato nella forma attuale, è documentata già agli inizi del Settecento. Nell’inventario dei beni appartenuti al vescovo di Nardò, mons. Orazio Fortunato, e redatto nel luglio del 1707 così è scritto: “barchiglie di rame da far pasticciotti”.

  2. Suppongo che i pasticciotti per il Santo Padre partissero verso Roma all’insaputa di Ascalone.. lui non avrebbe mai concesso che affrontassero un viaggio così lungo!

  3. A carico di chi quei pasticciotti bisettimanalmente viaggiavano da Galatina a Brindisi poi in aereo da Brindisi a Fiumicino e poi da Fiumicino al Vaticano? Quanto venivano a costare quei pasticciotti che dovevano soddisfare il prezioso palato del Santo Padre? Col costo di quei bocconotti quante migliaie di bocche di poveri bimbi si sarebbero potute sfamare con modesti piatti di riso? Era proprio tanto necessario fare quelle costose e inutili spedizioni bisettimanali? Il destinatario accettava i costosi e superfli doni senza mai chiedersi a quanto ammontava il costo totale di quelle quantierine? Poi ci chiedono il 0,5% delle nostre tasse. Mbhoooo…………………

  4. Se ciò che “si vocifera” non corrispondesse al vero sarebbe una gravissima (ma non sacrilega …) calunnia, in caso contrario un’ulteriore, preziosa testimonianza di uno squallore che continua da quando Cristo fu messo in croce.

    Armando Polito

  5. «Pare sia leggenda metropolitana (o forse no)…»
    Sig.ra Sonia Venuti, la storiella sull’invenzione del pasticciotto da parte di un antenato degli Ascalone è TUTTA una leggenda metropolitana. E Lei ha utilizzato il nome di una pagina come questa per fare propaganda? Non certo per raccontare la Storia ai lettori!
    Gli Ascalone non sono mai stati a Galatina nel 1740. Il loro antenato (SETTIMA e NON NONA generazione, dal pasticciere attuale titolare della pasticceria Ascalone, e non tutte votate all’arte di pasticciere) Vincenzo è giunto nell’ultimo ventennio del ‘700 e vendeva acquavite!
    Il pasticciotto, la leggenda metropolitana racconta, deriverebbe il proprio nome dal ‘pasticcio’ commesso dal suo PRESUNTO inventore, quando lo avrebbe fatto per la prima volta, trovandosi tra le mani, CASUALMENTE, oltre alle componenti essenziali (PASTA FROLLA e CREMA PASTICCIERA) anche quelle “BARCHIGLIE di rame” che 38 anni prima si trovano registrate nell’Inventario di Mons. Orazio Fortunato.
    E, STRANAMENTE, a Galatina, come è VERO e come lei stessa sostiene contraddicendosi, si chiamava in origine “BUCCUNOTTU”, perché così è approdato questo prodotto nel ‘900 in detta città. Quindi il termine ‘pasticciotto’ deriva da altro! In effetti deriva da ‘pasticcio’, ma inteso non come cosa venuta male, bensì dal preparato («pasticcio in cassa»), che per le dimensioni ridotte ha assunto il vezzeggiativo che conosciamo.
    Ma d’altronde, il suo articolo è un insieme di contraddizioni, come quella che è stata fatta notare anche nei commenti di cui sopra, cioè che i pasticciotti NON potendo viaggiare (perciò si opponeva Andrea Ascalone), a causa della perdita della fragranza durante il viaggio, sarebbero andati ogni settimana per deliziare il palato del “SANTO PADRE”…
    Per non parlare dell’altra leggenda, ancora più ridicola, che vorrebbe addirittura che il viaggio i pasticciotti lo facessero da Galatina a Napoli, per accontentare i reali BORBONE (cfr. “Le tradizioni gastronomiche di Galatina”, 2003)…
    Sempre STRANAMENTE, la ricetta del pasticciotto si trova documentata in un ricettario di Bartolomeo Scappi, datata 1570…
    La storia è storia, non sono chiacchiere!
    Non vale la pena di andare oltre…

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!