Quanto conviene coltivare il melograno nel Salento

ph Vincenzo Gaballo

di Antonio Bruno

Il melograno appartiene all’ordine delle Mirtali e alla famiglia delle Punicaee.

La specie più interessante al riguardo della produzione dei frutti è il melograno coltivato (Punica granatum). Un’altra specie utilizzata a scopo ornamentale e caratterizzata da frutti piccoli, è il melograno da fiore (Punica nana).

La pianta è un arbusto cespuglioso e spinescente, alto 4-5 m a foglie caduche. Presenta una radice robusta, un tronco nodoso e ramificato, dotato di rami spinosi. Le foglie sono piccole, opposte sui rami e intere. I fiori sono molto vistosi, singoli o in gruppo all’estremità dei rami e sono di colore variabile anche se principalmente sono rossi.

Il frutto (balausta) è rotondo, con buccia dura e coriacea e con polpa e la parte centrale fusi insieme. All’interno della balausta, il frutto è diviso in tanti loculi all’interno dei quali si trovano i veri frutti di forma poligonale, di colore rosso e di sapore acidulo. All’interno dei frutti, ci sono i semi legnosi e duri.

Il melograno preferisce terreni profondi e freschi, ma si adatta bene anche nei terreni poveri, salini e alcalini. Non sopporta i terreni troppo argillosi e pesanti, perchè soggetti al ristagno idrico e all’asfissia radicale. Il melograno si adatta ai climi temperato-caldi e anche a quelli subtropicali, ed è proprio in questi ambienti dove produce e si sviluppa abbondantemente. Resiste bene ai freddi invernali anche di qualche grado sotto lo zero, ma subisce danni rilevanti a temperature inferiore tra -10 °C e -15 °C.

La propagazione del melograno, avviene prevalentemente per talea, utilizzando rami di 1-2 anni ben lignificati. Oltre alla talea, il melograno si può anche propagare per margotta, per polloni radicati, per propaggine e qualche volta per innesto.

La forma d’allevamento più utilizzata per il melograno, è il cespuglio perchè si avvicina molto alla forma naturale della pianta. La potatura deve essere limitata a solo tagli di raccorciamento, considerando che la maggior parte della produzione avviene nella parte terminale dei rami. La raccolta delle melagrane, è prevalentemente manuale attraverso il distacco dal ramo attraverso l’uso di forbici.

 

Scheda sulla coltivazione del melograno e sul conto economico del produttore

Il terreno sul quale dovrà essere realizzato l’impianto di melograno deve essere preparato con sostanza organica e “baulatura” delle file .

L’impianto delle piantine brevettate deve essere posto con un sesto di 3,50 metri per 6. L’Impianto dovrà essere dotato di un sistema di fertirrigazione completo, con un’ala gocciolante per fila con gocciolatoi da 16 millimetri di diametro con una portata di 1,3 litri ad ora. Il fabbisogno di acqua della piantagione ammonta a 7.000 metri cubi ad ettaro coltivato su base annua.

Sul filare deve essere realizzata una pacciamatura con rete plastica. Alla fine del primo anno di coltivazione occorrerà installare una “spalliera” di sostegno (sostegni ad Y al sesto di 10,5 metri per 6) collegata da fili in acciai.

L’inizio della raccolta è prevista a partire dal secondo anno, con pochi frutti per pianta. Al terzo anno, invece, la produzione della piantagione può raggiungere il 50% della sua potenzialità produttiva, con 150 quintali ad ettaro. Dal quinto anno, infine, la potenzialità è al massimo con 300 quintali ad ettaro. Quanto al conto economico. L’investimento ammonta a 10.000 euro ad ettaro. Il prezzo di vendita è da 60 a 100 euro al quintale. La produzione lorda vendibile per l’azienda è calcolata in media a 18.000 – 20.000 euro ad ettaro.

 

“Lu Paniri te e Site” a Palmariggi del Salento leccese

Nella tre giorni gastronomica della Sagra di Palmariggi di ottobre, c’è  tutto il fascino della mitologia greca legata alla leggenda della bellissima Site, la fanciulla contesa da un gran numero di uomini, che si tolse la vita per sfuggire anche alle insidie del padre. Persefone, sposa di Ade e regina dell’Oltretomba, la accolse e dal suo sangue spuntò un melograno.

Il gusto e soprattutto la bontà dei chicchi rossastri della melagrana sono stati “sposati” da Palmariggi, che con orgoglio è denominato “Comune del Melograno”. Da oltre trent’anni, infatti, il Comitato “Lu Paniri te e Site” organizza la Sagra nella seconda domenica d’ottobre. L’appuntamento è patrocinato da Comune, Regione, Provincia, Camera di Commercio di Lecce e Pro Loco “Montevergine”.

Il melograno è originario dell’area compresa tra il sud del Mar Caspio e i Balcani meridionali; da tempo è stato introdotto nei paesi del Mediterraneo e in Italia viene coltivato a Formia e a Gaeta.

Plinio gli attribuì il nome di Malum punicum, il nome attuale è Punica granatum (Punicus dal latino significa Cartagine). È uno dei primi alberi coltivati dall’uomo neolitico, se ne parla nella Bibbia e nell’Odissea di Omero; per i Fenici era un albero sacro, infatti in tombe egizie del 2500 a.C. ne sono stati ritrovati dei resti. Ad Ercolano sono state ritrovati melograni non maturi, forse raccolti e conservati in un qualsiasi momento del ciclo vegetativo della pianta, in quanto, il melograno può avere un’ulteriore fioritura tardiva. Ad Oplontis sono state rinvenuti 10 quintali di melograne in un complesso commerciale. Alcuni pensano che questi frutti fossero immaturi perché caratterizzati da piccioli ritorti; però, la tecnica della torsione del picciolo serve ad impedire che l’esocarpo, sottoposto all’ulteriore linfa di risalita dall’apparato radicale e alla pressione osmotica dovuta all’acqua piovana, si spacchi. Infatti questa tecnica viene eseguita quando il frutto è ancora attaccato alla pianta. Questa tecnica viene adoperata quando non vi sono locali disponibili per immagazzinare la frutta, ma non è stata utilizzata per le melograne di Oplontis.

Il melograno, come testimoniano gli antichi, veniva adoperato per scopi terapeutici.

 

Granata

Claudio Villa era un cantante che mio padre amava molto soprattutto quando cantava la canzone “Granata”, che si riferiva alla città di Granada in Spagna, che a sua volta è chiamata così per la melagrana che è il frutto che tutti hanno definito “il frutto delle fertilità”.

Nel mondo le civiltà che ci hanno preceduto hanno nelle leggende e nella tradizione il frutto dell’albero di Melograno che era la base propiziatoria dei riti della fecondità. Marisa Paolucci sostiene che i suoi semi sono espressione dell’esuberanza della vita, e hanno un colore particolare: granata appunto, diffuso come simbolo anche di tante squadre di calcio in Italia.

I consigli alimentari di Maometto: Melograno si raccomanda di mangiarla una volta al giorno, al mese o all’anno.

Il melograno trascurato

Molte altre specie, quali il melograno, a prescindere dal loro reale centro d’origine, sono stati costantemente oggetto di coltivazione in ambiente mediterraneo sin dal terzo e quarto millennio A.C. (Zohary and Spiegel-Roy, 1975) e rappresentano insieme proprio a cereali e legumi la chiave del successo della dieta mediterranea tradizionale riconosciuta dall’O.M.S. come mezzo per il miglioramento e la promozione della salute umana e delle attese di vita. Molte specie da frutto definite minori non solo aggiungono valore nutritivo e colore alla dieta di molti popoli ma contribuiscono ad innalzarne la qualità della vita (Ryugo, 1988).

Ciononostante il melograno è stato trascurato dal mondo produttivo e da quello scientifico per anni.

Il melograno rilascia l’acido ellagigo

I ricercatori dell’ Università di Los Angeles hanno trovato che assumere succo di melograno rilascia nell’ organismo uno specifico acido, l’ acido ellagico, che ha un ruolo importante contro diverse patologie.

Il melograno ha una notevole quantità di flavonoidi, antiossidanti

Michael Aviram, biochimico al Lipid Research Laboratory del Rambam Medical Center di Haifa (Israele), ha effettuato una ricerca nella quale risulta evidente che la notevole quantità di flavonoidi, antiossidanti protegge cuore e arterie e possono combattere le cellule tumorali.

Quali sono i benefici del melograno?

Il melograno può essere utile alle donne in gravidanza: il frutto è infatti capace di favorire le contrazioni uterine durante il travaglio

E’ la tesi di una ricerca dell’Università di Liverpool e del Suranarees Institute of Science (Thailandia) diretta dalla dottoressa Sajeera Kupittayanant e pubblicata da “Reproductive Sciences”.

Azione anticancerogena

Fase iniziale della carcinogenesi: l’ acido ellagico contenuto nel succo possiede numerose proprietà che interagiscono con molti degli aspetti del metabolismo cellulare dei mammiferi che partecipano alla fase iniziale ed allo sviluppo del tumore.

Tumore alla prostata: alcune ricerche hanno dimostrato che il succo di melograno rallenta la progressione del tumore della prostata, il suo regolare consumo aumenta, nelle persone operate o sottoposte a radioterapia per cancro alla prostata, il “tempo di raddoppio” dei livelli di PSA, il marcatore biologico che indica appunto la presenza del cancro.

Tumore ai polmoni: bere succo di melograno può aiutare a ridurre l’ accrescimento e lo sviluppo delle cellule del cancro ai polmoni, un valido aiuto per la prevenzione.

Tumore alla mammella: inibizione della proliferazione delle cellule cancerogene del seno.

Cancro della pelle: il succo di melograno contiene antiossidanti e polifenoli che possono contrastare l’ azione dei raggi ultravioletti (UV), che causano il cancro della pelle, interferendo nei processi di proliferazione delle cellule cancerose, questo sembrerebbe essere il risultato degli studi sugli effetti antitumorali delle antocianine e tannini.

Benefici cardiovascolari: rallenta lo sviluppo dell’ arteriosclerosi, abbassa la pressione sanguigna sistolica e migliora il profilo lipidico, diminuendo anche il rischio di malattie cardiovascolari, il succo migliora la perfusione e riduce la pressione nei pazienti con stenosi carotidea.

Diabete: gli antiossidanti di carattere fenolico esercitano un’ azione preventiva rivolta in particolar modo verso l’arteriosclerosi, inoltre gli zuccheri in esso contenuti non peggiorano i parametri del diabete, inclusi i livelli di zucchero nel sangue.

Artrite: le sostanze antiossidanti del frutto contrastano la osteoartrite, l’ estratto dei frutti di melograno può inibire la degradazione della cartilagine e può essere un utile supplemento nutritivo per la funzionalità e l’ integrità dell’ articolazione.

Menopausa: uno studio giapponese rileva che il succo di melograno ricco di sostanze estrogeniche può aiutare a combattere alcuni disturbi della menopausa come la depressione e la fragilità ossea.

Disfunzioni apparato sessuale maschile: il succo di melograno ha effetti positivi sulle disfunzioni erettili che, in tutto il mondo, riguarda un uomo su dieci, causate da ipertensione, placche arteriose, problemi cardiovascolari, diabete o depressione.

 

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13 Commenti a Quanto conviene coltivare il melograno nel Salento

  1. Vorrei sapere dove posso trovare il melograno pianta dai frutti color rosso ,io coltivo i melograno ma i miei frutti sono gialli e un pò di rosso sfumato.Potri avere delle delucidazioni in merito.Grazie.

  2. a zero gradi si conservano due mesi. A 4 gradi un mese.
    Niente altro.

    Io invece vorrei sapere dove andare a comperare le melagrane da spremere per congelare per tutto l’anno!!

  3. Salve, fra circa due anni raccoglierò la mia produzione di melagrana qualità dente di cavallo Saprebbe consigliarmi a chi posso rivolgermi per la vendita? Ringrazio.

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