di Giuseppe Tarantino
Giace immobile da oltre sessant’anni, su un fondale di 35 metri a circa 2 miglia e mezzo ad Ovest di Santa Caterina di Nardò, uno “Junker 88”, aereo da guerra tedesco, risalente alla Seconda Guerra mondiale.
Come si sia inabissato in quel tratto di mare non è dato saperlo. Molti appassionati ed esperti di mare e di storia, salentini e non solo, lo hanno cercato per anni senza trovarlo, al punto che si faceva largo sempre più la convinzione che l’esistenza del relitto di un aereo da guerra da quelle parti fosse una “leggenda” o che l’aereo che gli anziani, nei loro avvincenti racconti ai più giovani, dicevano di aver visto precipitare nel mare al largo di Santa Caterina, in un non meglio precisato giorno “durante l’ultima guerra”, dopo che per un’intera giornata l’orizzonte in direzione di Taranto era stato rischiarato da bagliori di esplosioni, fosse magari un aereo a struttura lignea e quindi disintegratosi nel tempo. Notizie storiche e ufficiali di un aereo abbattuto, insomma, non ce ne erano. Evidentemente, però, qualche indizio presso l’archivio storico della Marina Militare doveva esserci se per anni la presenza di un relitto aereo era segnata in modo approssimativo sulle carte nautiche poco a Nord di Gallipoli.
È stato nel 2001 che gli esperti di mare hanno cominciato a parlare con maggiori dettagli dell’aereo e a definire meglio la sua posizione. Qualche anno fa, poi, i sub del “Costa del sud” Diving Service di Santa Caterina, Andrea Costantini (guida e istruttore subacqueo e uno dei massimi esperti dei fondali salentini) e Federico Sorrentino (istruttore subacqueo), lo hanno raggiunto, alla profondità di 35 metri, rilevato ed esplorato. Non sono stati rinvenuti resti umani, il che fa pensare che il pilota sia riuscito ad abbandonare l’aereo prima che si inabissasse.
Il team guidato da Andrea Costantini, è riuscito a risalire all’identità dell’aereo: si tratta di uno “Junkers 88”, un bombardiere bimotore, prodotto dall’azienda tedesca “Junkers GmbH” dalla metà degli anni Trenta.
Lungo circa 14 metri, con una apertura alare di oltre 20 metri e armato di mitragliatrici MG 81 e bombe fino a 3000 chili, fu senza dubbio l’aereo da guerra più diffuso ed uno dei più efficaci bombardieri assegnati alla Luftwatte del Terzo Reich durante il conflitto. La notizia del ritrovamento è stata però tenuta riservata, per evitare episodi di sciacallaggio.
I fondali del mare di Nardò rappresenta un vero e proprio “cimitero” di navi, e oggi anche di aerei, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, la cui esatta posizione è invece da tempo segnalata sulle carte nautiche. Tra i relitti, il cacciatorpediniere inglese “Quail”; il “Caterina Madre”, piroscafo mercantile requisito per scopi bellici; la grande nave-ospedale di fabbricazione inglese “Neuralia”; senza contare i relitti di navi di epoca romana e pre-romana. Tutti insieme costituiscono da tempo un suggestivo percorso turistico subacqueo che andrebbe valorizzato.
(pubblicato su Nuovo Quotidiano, 6 giugno 2010)