Un geniale figlio di Terra d’Otranto: Salvatore Napoli Leone (1905-1980)

di Pier Paolo Tarsi

Il travaglio inquieto che caratterizzò costantemente l’intensa vita di Salvatore Napoli Leone sembra contrassegnare persino il passaggio incidentato del suo ricordo nelle pagine più interessanti della nostra storia recente, meta fino ad oggi impedita e tuttavia spettante di diritto ad una così eccezionale figura.

I tentativi di consegnare alla memoria collettiva quanto qui è finalmente raccolto, narrato e rigorosamente documentato furono in ogni caso vari, al punto che possiamo tracciare una sintetica storia delle tentate biografie del Nostro.

Fu per iniziare egli stesso, negli ultimi anni della sua esistenza, il primo a cimentarsi vanamente con il difficile compito di una simile narrazione; successivamente toccò a Maria Teresa Napoli misurarsi con il tentativo di tramandare la complessa esistenza del padre e provare a illustrarne gli ingegnosi frutti.

Quell’unica figlia del Nostro non riuscì però mai ad andare oltre qualche pagina: non le giovarono infatti un profondo affetto filiale e una salda cultura ad arginare il prorompere delle emozioni e l’impeto dei ricordi che sopraggiungevano a fermare la sua penna ogni volta che si accingeva a consegnare la vita operosa ma sfortunata del padre alla scrittura, operazione che avrebbe implicato una distanza emotiva che le era naturalmente negata.

Tenacemente convinta, ad ogni modo, della rilevanza e della necessità di quel compito mai potuto portare a termine, Maria Teresa consegnò alle sue ultime volontà terrene il desiderio postumo della realizzazione, per opera altrui, di un’attenta e documentata biografia del padre. Tale volontà fu dunque raccolta dagli eredi della donna, i quali, nel fermo proposito di onorare il suo giudizioso e lungimirante desiderio, commissionarono ad alcuni studiosi un lavoro che culminò nella pubblicazione di Salvatore Napoli Leone (1905-1980), a cura di E. Marra, M.R. Manieri, M. Mennona, edito a Galatina nel 2007 per i tipi dell’editore Mario Congedo.

Tale esito, pur rappresentando senza dubbio un timido, seppur compiuto, primo passo verso la consegna del Nostro al posto spettante nel palcoscenico della storia salentina, non risultò agli occhi degli stessi eredi uno studio oggettivamente soddisfacente, in grado cioè di restituire ampiamente e degnamente alla memoria la vicenda esistenziale e la vastità delle variegate realizzazioni dell’inquieto ingegno di Salvatore Napoli Leone.

Per rendere piena giustizia alla sua complessa figura ben altri sforzi si sarebbero effettivamente ancora dovuti compiere; ben più profondi e meticolosi studi, analisi e ricerche si sarebbero dovute condurre partendo dal poderoso archivio della famiglia Napoli Leone, giacimento quasi completamente inesplorato fino ad oggi, colmo di preziose testimonianze dell’esistenza affannosa di un geniale figlio di Terra d’Otranto, instancabile ideatore e creatore, sfortunato in vita e del tutto ignorato nella morte.

Agli occhi di Marcello Gaballo – curatore di questo studio, impegnato a partire dal 2009 nell’analisi paziente e appassionata di quei materiali trascurati – quelle tracce andarono gradualmente raccontando una vita di continue realizzazioni, di creative invenzioni, di opere innovative nei più disparati campi dell’industria e del sapere tecnico, testimoniate da brevetti e attività sempre nuove che culminavano in imprese multiple, scoperte varie o ingegnose applicazioni e realizzazioni di ogni tipo: quell’archivio, in breve, restituì e permise di documentare le molte e stupefacenti dimensioni di una mente vulcanica, dedita ai più disparati campi, rivelandosi fonte copiosa dei mille e più rivoli dell’esistenza di un uomo incredibilmente prolifico e produttivo, un’ignota figura che visse come un sapiente illuminista – ossia non disdegnando mai il saper fare – ma sognò sempre come uno spirito romantico, mai pago cioè di se stesso e delle proprie opere.

Dai documenti, dagli scritti e dalle corrispondenze recuperate in archivio, Salvatore Napoli Leone iniziò a trasparire e svelarsi come personalità sempre inquieta, nonostante i numerosi risultati raggiunti e le infinite opere realizzate, orgogliosamente cosciente del proprio valore e del proprio ingegno e, allo stesso tempo, consapevole delle miserie del proprio destino di uomo nato in un meridione difficile e aspro, avaro di successi e persino di quei riconoscimenti che in abbondanza gli giungevano invece da industriali e intellettuali di altre aree d’Italia e d’Europa. Da quelle zone lontane, economicamente più floride e socialmente più propense ad accogliere e comprendere il suo strepitoso talento creativo e la sua operosità industriale, per tutta la vita gli pervennero infatti attestati di stima, ambite onorificenze ufficiali e seducenti inviti a trasferirsi che, tuttavia, malgrado le avversità e le malefatte subite da profittatori che gravarono fortemente sul suo destino, egli sempre rifiutò in nome dell’attaccamento e della fedeltà alla propria terra e alla propria gente, all’amata famiglia e alla sua unica figliola.

Dei vari aspetti fin qui accennati, come di molti altri relativi alla complessa vicenda del Napoli Leone, i lettori troveranno nelle pagine che seguono un copioso e coinvolgente resoconto, attento e preciso, steso con maestria dalla felicissima penna dell’autore, Gianni Ferraris, abile narratore capace di restituire in modo piacevole e piano le intricate pieghe di un destino spesso amaro e contorto, in grado soprattutto di tinteggiare in maniera godibile le molte sfaccettature di un uomo tanto geniale quanto impossibile a definirsi in modo univoco.

Diversi sono stati, gli attori che hanno unito gli sforzi raccolti in questo lavoro, offrendo ognuno di loro differenti competenze e ingredienti, tutti imprescindibili e necessari per giungere alla realizzazione di un’opera in grado di onorare finalmente le ultime volontà di Maria Teresa Napoli e rendere giustizia all’incredibile figura di suo padre, consegnando ai posteri la memoria del suo talento e della produttiva creatività con cui il Nostro, senza posa, sfidò tanto una sorte personale avversa quanto una realtà economico-sociale di un meridione incapace di far lievitare i suoi numerosi sforzi, uno scenario quest’ultimo ottimamente delineato nell’introduzione al volume scritta dal professore Maurizio Nocera.

La caparbia intenzione corale di pervenire – dopo i vari tentativi mancati di cui abbiamo detto sopra – alla meta costituita da questa completa biografia di Napoli Leone si sarebbe certo infranta contro le varie difficoltà rinvenute in corso d’opera se, a sostegno di tale progetto, non fossero intervenuti Giuliano Napoli con la sua consulenza, Teresa Cagnazzo con la sua disponibilità e l’ardente desiderio di vedere alla stampe questo volume, ed ancora, le studiose Daniela De Lorenzis e Giovanna Falco con il loro paziente lavoro di supervisione, correzione e costante revisione di quanto veniva col tempo prendendo forma.

Affrancando finalmente dall’ombra il ricordo di una vita straordinaria e svelando un’insolita porzione sepolta della storia salentina, degna di essere consegnata alla luce della memoria, questa monografia, oltre a rappresentare intenzionalmente l’anello inaugurale di un percorso editoriale vario, costituisce anche l’atto di battesimo pubblico e il primo passo concreto di un multiforme percorso di studio e di ricerca avviato dalla neonata Fondazione Terra d’Otranto, istituita per volontà del già citato Marcello Gaballo al fine di intraprendere e patrocinare una duratura missione esplorativa collettiva che si prefigura tanto impegnativa quanto necessaria, volta a dissotterrare dalla coltre che le oscura le tante risorse, storie e ricchezze di questa terra, gli infiniti doni materiali, culturali e spirituali dei quali essa si mostra abbondante a quanti sappiano cercare con impegno e cura.

Per avviarci alle conclusioni di questa breve premessa, ci preme infine invitare i lettori a non considerare casuale la scelta di dare l’abbrivio all’annunciata catena di indagini della Fondazione tralasciando un capitolo fra i tanti della già estesamente riconosciuta come ampia cultura letteraria, artistica e spirituale di Terra d’Otranto, preferendo al contrario puntare alla storia di un pioniere dell’operosità industriale italiana, un talento straordinario del fare tecnico-applicativo. Tale meditata risoluzione è animata dall’intento di offrire una prova tanto iconica ed eclatante quanto ignorata e non riconosciuta di quella intraprendenza che difficilmente viene attribuita all’umanità del meridione, condannata per consuetudine ad un immaginario storico-collettivo di indolente passività e connaturata arretratezza. Con ciò, questo lavoro mira dunque volutamente a scalfire lo sconsolato e appianato paesaggio ideale con cui il meridione viene rappresentato, a esortazione per quanti hanno a cuore la comprensione della verità storica nella sua reale complessità e per quanti, soprattutto, credono che alle genti del Sud non siano mai mancate, né mancheranno, quelle virtù necessarie per un futuro economico più emancipato e florido, purtroppo in larga parte da costruire e non edificabile fino a quando non saranno almeno compresi e rimossi quei reali impedimenti (contingenti o strutturali) che, ancora oggi, relegano questa terra, così come al tempo del Napoli Leone, in una condizione produttiva sofferente rispetto al resto del Paese e dell’Europa.

Al sottoscritto, in qualità di vicepresidente della Fondazione che offre con queste pagine il suo primo frutto, si affaccia in ultimo la gradita e attesa occasione per porgere un vivo ringraziamento allo stampatore Salvatore Bonuso – allievo peraltro del Nostro -, a Cosimo Lupo – entusiasta editore di questo lavoro – e alle persone tutte fin qua menzionate, ognuna delle quali, per l’appassionato e inesauribile impegno profuso in questo sforzo comune, ha costituito, lo ribadiamo, elemento insostituibile per la realizzazione di quanto affidiamo con piena soddisfazione ai lettori.

SALVATORE NAPOLI LEONE
GENIO IN TERRA D’OTRANTO (1905-1980)
di Gianni FERRARIS
a cura di Marcello Gaballo
Coedizione Lupo Editore e Fondazione Terra d’Otranto
  • ISBN 978-88-6667-010-0
  • pagine: 281
  • Dimensioni: 22 X 29 cm
  • Genere: Saggio

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