Il teatro di Nardò Nostra

di Marcello Gaballo

Sono molto restìo a parlare di me stesso, ma l’occasione odierna, con l’ennesima rappresentazione della fortunata commedia Don Galeazzo da Lucugnano, questa sera replicata al Paisiello di Lecce, mi porta a elencare quanto scrissi di teatro negli anni 80.

Con un gruppo affiatatissimo e numeroso di amiche ed amici, nella gloriosa sede di Nardò Nostra, opportunamente ispirato e musicalmente supportato dall’amico e maestro Toni Saina, scrissi alcuni lavori, quasi tutti portati in scena, che elenco:

Pi lla catena ti lu sicchiu

1984. 2 atti in vernacolo neritino. Musiche originali di Toni Saina.

 

Lu munaceddhu

1986. 2 atti in vernacolo neritino. Musiche originali di Toni Saina.

 

Don Galeazzo da Lucugnano

1989. 2 atti in vernacolo neritino. Musiche originali di Toni Saina.

Primo classificato miglior testo teatrale, migliori musiche, miglior attore non protagonista rassegna Teatro nel Salento. Debutto 30 aprile 1990 presso il teatro Politeama di Lecce.

Numerosissime repliche nel Salento, oltre che a Roma, presso il Teatro Trianon (1 giugno 1991).

 

Miseria e Nobiltà

1991. Libero adattamento in 3 atti della commedia di E. Scarpetta.

Debutto 4 maggio 1991 presso il teatro Comunale di Nardò, con repliche fino al 12 maggio.  Il 18 maggio replica al Politeama di Lecce nell’ambito di Rassegnazero 91, Premio Politeama Greco per il teatro nel Salento, dove si qualifica primo classificato miglior testo teatrale, migliori musiche di scena, miglior attore non protagonista.

Numerosissime altre repliche nel Salento, tra cuila IXedizione “Aradeo e i Teatri”, oltre che a Roma, presso il Teatro Opera Brancaccio (15 marzo 1992). Premio Leuca per il Teatro quale miglior gruppo teatrale, con la seguente motivazione: “con notevole maestria ha saputo tradurre nel linguaggio e nella cultura salentina un testo classico del teatro comico napoletano. La giuria all’unanimità, ha apprezzato particolarmente la scioltezza del testo e della sceneggiatura che, al di là di una semplice e pedissequa trasposizione del materiale linguistico originale, e pur rimando fedele al tracciato scarpettiano, hanno saputo offrire una perfetta ambientazione salentina. A dare risalto all’intera rappresentazione è stata poi la recitazione vivace, ricca di comicità, esperta, di un insieme di attori, ben compaginato e armonico pur nella diversità delle parti e delle caratterizzazioni, si da evidenziare in alcuni di loro inconfondibili tratti di professionalità”. Il debutto a Leuca il 25 luglio.

 

Caterina (la pazza)

1994. 2 atti in vernacolo neritino. Inedita.

 

L’ Ospite

1995. 2 atti in vernacolo neritino. Debutto il 22 giugno 1995 presso il Teatro Antoniano di Nardò.

 

Il castello di Otranto

1996. Inedita.

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8 Commenti a Il teatro di Nardò Nostra

  1. A questo punto credo proprio che dovresti parlare un po’ più di te, non fosse altro per riempirci d’orgoglio e per rispolverare la gloria delle tante intelligenze del Salento, non meno delle altre la tua. Non è facile scrivere per il teatro e portare a casa tanto successo. La curiosità comincia a fare banchetto della mia già famelica mente e giuro che, ad aver saputo in tempo utile della replica di ‘Don Galeazzo da Lucugnano’ stasera al Paisiello, mi sarei fiondata nelle prime file già da adesso.
    Marcello, umile apostolo dell’arte, leggendo queste parole si sentirà un po’ a disagio, ma è in errore. Se è vero e giusto che tutti dovremmo adoperarci per bilanciare e sottomettere le brutte notizie con le buone, l’ignoranza con la sapienza, la volgarità con la buona educazione, la barbarie con l’arte, il vuoto con la ricchezza, è anche vero che i talenti devono emergere con il diritto della loro preziosità e con il dovere di dare fiducia e speranza agli uomini di buona volontà. Tutti i lettori di Spigolature la sventolano con fierezza e gratitudine, tutti i conoscitori(gli amici, non ne parliamo!) di Marcello, invece, maneggiano con cura il carico prezioso del suo essere rispettando l’umiltà che ne riveste ogni più piccolo tratto. Marcello è un amante perfetto del sapere, del nuovo, dell’antico, dell’attuale, dello storico e del virtuale. Sembra sia nato per capire e ricercare. Niente dei frutti di questa sua straordinaria passione è mai stato riposto nella madia o sotto il materasso, ma sempre messo a disposizione di tutti, magari solo sfumando il nome di provenienza. Mi spiace per te, Marcello caro, ma per quanto tu voglia mimetizzarti, ti do una brutta notizia: non puoi nè mai potrai. Non me ne volere. Sei la schiuma che adorna l’onda e che anche col mare calmo, non può non rinfrescare la riva.

    • ecco, se proprio volevi riuscire nel tuo intento, ci sei riuscita! rosso come un peperone, per le bellissime parole che tanta confusione ed imbarazzo hanno causato.
      Poichè i tuoi elogi sono a scatola chiusa, senza aver letto quelle pieces teatrali che scrivevo per il gruppo con cui ho trascorso i meravigliosi anni della gioventù, mi ripropongo di offrire nei prossimi giorni qualche stralcio. Mi pare di avere il file di “Caterina (la pazza)”, che pur inedita, partecipò con successo al secondo concorso di teatro salentino e vinse anche questa il primo premio. Un’opera difficile, che il tuo acume e la tua dolce femminilità sapranno comprendere e forse apprezzare.
      Ogni volta che mi chiedono del teatro che allora portai avanti con Nardò Nostra, rispondo sempre che furono “peccati di gioventù”, piacevolmente e volutamente commessi per divertire e far crescere il numerosissimo gruppo che nel corso degli anni si era avvicinato a me. Con il gruppo però crebbi anche io, impegnandomi a scrivere per loro dei pezzi sempre più elaborati, nel disperato tentativo di abbandonare il più facile dialetto fino ad arrivare alle commedie in lingua. Dalla semplice e divertente “pi lla catena ti lu sicchiu”, una commedia musicale che tanto allietò il pubblico, e di cui ancora canticchio i motivi composti appositamente dal maestro ed amico Toni Saina, arrivai a Miseria e Nobiltà, quindi a Caterina ed a Il castello di Otranto. Ma il destino riservò strade diverse da quelle che allora immaginavo, tanto da portarmi a piacevolmente dialogare con te in questo spazio virtuale.
      Grazie Raffaella, ma non sopravalutarmi, per non restare delusa!

  2. Peccato non poter tradurre efficacemente con le parole quanto impegno, ma anche quanto divertimento c’è stato nel periodo in cui abbiamo fatto teatro.
    Oltretutto, la cosa che ha sempre reso molto orgogliosa dell’esperienza è che ci siamo divertiti in modo sano.
    Ciao

  3. Buon pomeriggio mi chiamo Dora Solini e sn di Monteroni di Lecce, ho una compagnia teatrale composta solo da giovani appassionati di teatro, ho letto su i commenti mi piacerebbe conoscerla e se possibile avere qualke suo testo se ha bisogno di altre notizie mi puo’ rispondere all’indirizzo mail ke le inviero’ intanto la saluto e da cio’ ke ho letto lei dev’essere una persona speciale xkè l’umilta’ rende grande un UOMO

  4. Mi fa piacere che Dora abbia colto questa preziosa umiltà…aggiungo solo, per la cronaca, che ho dovuto costringere io l’autore – insistendo con varie telefonate! -a scrivere questo pezzo e menzionare il suo lavoro teatrale!
    Caro Marcello, ben ti sta! ;)

  5. credo che dovrò cambiare sito se si va avanti così… ripeto, scritture teatrali che hanno fatto il loro tempo, nonostante continuino ad essere ancora riproposte dal gruppo teatrale Ardire. Sugli inediti ci sto ancora pensando se pubblicare qualche stralcio su questo nostro spazio. Credo che lo farò.

    Riguardo a quanto scrive Dora, che ringrazio di cuore, la contatterò privatamente, per evitare pubbliche cordate, come è successo, da parte di amiche ed amici che speravo avessero già scordato questo post

  6. Carissimo Marcello, rivedo con piacere Spigolature, spero di poterti ricontattare e parlare di vari argomenti. Cordialmente Fulvio Bitonti

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