Ruffano/ MAGMA. Le mani dell’arte

di Paolo Vincenti

Nel bel centro storico di Ruffano, a pochi passi dalla barocca chiesa matrice “B.M.Vergine”, Pamela Maglie ci riceve nel suo laboratorio creativo ricavato in una antica costruzione sapientemente restaurata a adattata anche, per il piano superiore, ad abitazione.  Nella calma pigra e sonnolente di Piazzetta Giangreco, il cuore dell’antica Ruffano, locus amoenus, scrigno di memorie per generazioni e generazioni di ruffanesi che ivi sono nate e cresciute, prima che l’ampliamento urbanistico del paese e le mutate esigenze abitative causassero un esodo che ha di fatto spopolato questo vecchio quartiere, il laboratorio di Pamela Maglie sembra quasi un’oasi nel deserto, un’ancora di salvezza nel vuoto che almeno apparentemente il centro storico di Ruffano può trasmettere a chi vi si addentri.

In effetti, nel cuore antico del paese, ad uno sguardo meno distratto, ci si accorge che ci sono tante bellezze, che sono potenzialità inespresse, che attendono solo di essere riscoperte e valorizzate.

Pamela Maglie, versatile e dinamica artista salentina, laureatasi all’Accademia di Belle Arti di Lecce, ha  lavorato in laboratori di restauro cartaceo a Milano.  E’ promotrice di eventi d’arte e partecipa e organizza mostre d’arte personali e collettive. A Ruffano, ha realizzato diverse mostre presso il Museo della Civiltà Contadina di Torrepaduli e performaces artistiche, soprattutto di manipolazione della carta, nell’ambito di manifestazioni culturali organizzate dalla locale Pro Loco,  di cui Pamela Maglie è attiva esponente.

Oltre al restauro di opere d’arte, la Maglie è una originale pittrice e tiene diversi corsi di pittura rivolti a minori e anche a soggetti svantaggiati. L’arteterapia è, infatti, ormai inserita all’interno dei programmi psico-educativi al fine di promuovere la salute, favorire la guarigione o, in senso più ampio, migliorare la qualità della vita dell’utente disabile. Fra le diverse attività della Maglie, una delle sue passioni è la cartapesta e in particolare Pamela si è specializzata nella creazione di gioielli in cartapesta, come dire un modo di alleggerire e rendere avvicinabili a tutti (e a tutte le tasche)  questi preziosi monili che siamo abituati a guardare ammirati dietro a lussuose vetrine del centro dove essi, inavvicinabili ai più, fanno bella mostra di sé.

Insieme alla collega e amica Francesca Mazzotta, ha creato un marchio che è Magma. Questo progetto nasce dalla comune passione per la lavorazione della carta, un materiale che le due artiste definiscono affascinante per la continua ricerca e sperimentazione che su di esso si possono fare. Sul loro sito, le artiste presentano la nuova collezione autunno-inverno 2011 di Magma con una citazione da Eraclito, il filosofo greco del divenire, e cioè: “Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profondo è il suo lógos”. “Bios”  hanno chiamato la nuova collezione di gioielli di cartapesta, una parola greca che letta  “biòs” significa “arco” , ma letta “bìos” significa “vita”. Tutto ciò ci incuriosisce e ci invita a scoprire queste preziose e delicate realizzazioni, frutto del lavoro di due giovani donne che hanno passione e fantasia da vendere, che potrebbero essere fra i tanti talenti salentini (fedelmente all’assioma, oggi di moda, “Salento-talento”) da esportazione, ma che invece  rimangono devote alla nostra terra natale perché qui, in questo Salento riarso dal sole, vogliono raggiungere la propria realizzazione. Certo, i percorsi per arrivare ad un risultato sono più lunghi e tortuosi, si fa sempre più fatica, come è noto, a queste latitudini, per imporre sul mercato una progetto innovativo e per trovare il successo sperato. Ma voglia di fare, estro e puntigliosità, non difettano a chi si esprime con l’arte: e le due artiste sanno non essere, la propria, scelta di vita facile, ma non per questo demordono, anzi ogni nuova tappa del proprio cammino artistico e umano è stimolo per andare avanti e ogni piccola gratificazione, motivazione per fare meglio.

Sul sito del progetto Magma si legge: “ MAGMA, oltre che essere un acronimo dei due cognomi (Maglie, Mazzotta), evidenzia la lettera G di gioiello, vero protagonista del loro lavoro. Nel suo significato la stessa parola ricorda il processo tecnico della focheggiatura, tipico della cartapesta leccese, la quale necessita di ferri arroventati per la modellazione. La carta, piegata, intrecciata, cucita, riciclata assume forme insospettabili, generando dei gioielli la cui preziosità non è più affidata a metalli e gemme, ma ad un  progetto di sostenibilità, ecologia e valorizzazione del territorio. Le creazioni sono pezzi unici in un mix di materiali, forme e colori.”

E ancora: “Bìos è studiata attorno alla forma circolare e a un concetto di linearità, un semplice filo che chiude uno spazio vuoto incornicia e valorizza dettagli della natura. Un guscio di una lumachina, una foglia d’alloro per un gioiello odoroso, un peperoncino piccante, un fico d’india, quasi a voler sottolineare il valore autoctono della biodiversità.”

Come pittrice, pur essendo quella che si definirebbe un’artista in progress, nel senso che tanti e diversi potranno essere ancora gli approdi della sua pittura, Pamela Maglie ha tuttavia ben chiare le idee e la ricerca che ella compie denota un attaccamento forte, viscerale, alla propria terra d’origine che esercita su di lei un richiamo materno, ancestrale;  solo che le modalità scelte di volta in volta per riappropriarsi di queste sue radici non sono quelle consuete del Salento immaginifico di certa pittura sognante o simbolista, né del Salento pietroso e contadino di certa pittura verista, né ancora del Salento depresso e violentato di certa pittura militante e di denuncia.

Il Salento di Pamela Maglie è quello della sua natura, che si fa filo di cipolla, coccinella, guscio di lumachina, noce, fil di ferro e spago, fico d’india, chicco di caffè, ecc. ecc., come si può vedere dai suoi quadri.

Sono formule nuove, quelle della Maglie, sorrette da una robusta formazione culturale, da acuto spirito di osservazione, da una forte curiosità e duttilità artistica e da una estrema capacità di sintesi, e manifestate con fermezza compositiva, varietà cromatica e vigoria espressiva. Ecco, certamente quello delle sue tele è un cromatismo non retorico, diverso ma alquanto poetico perché sa rendere, anche a chi non conosca questo lembo di terra, l’incanto dei suoi elementi e la magia delle piccole cose quotidiane, di quei dettagli che, a volte, più dei raffigurati palazzi e chiese o dei grandi paesaggi di campagna o di mare, sanno riassumere in sé l’anima vera del Salento. Senza asprezze e con originalità,la Magliedipinge con la nostalgia accorata di chi pur sa che ha ancora tanta strada da fare davanti a sé ma sente comunque il peso di quel bagaglio culturale ed esperienziale che si porta sempre appresso, dovunque le stagioni della vita e le occasioni dell’arte la porteranno.

Naturalmente, la rappresentazione del  Salento è filtrata dalla sua visione personale, perché, come dice Oscar Wilde “nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista”. E il viaggio nel laboratorio della Maglie  e nel centro storico di Ruffano termina così lasciandoci una speranza, come un mazzo di rose profumate di primavera, promessa di future sorprese, di vita e di arte che si intrecciano magicamente insieme ad un Salento avvenire.

in “Il Paese Nuovo”,  6 agosto 2011

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