Si deturperà uno dei paesaggi più belli e caratteristici del Salento, qual è quello del Capo di Leuca

APPELLO AI CITTADINI ED AGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI DEL SALENTO PER LA SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO DEL CAPO DI LEUCA

 

delibera del Consiglio di Facoltà dei Beni Culturali dell’Università del Salento, votata all’unanimità

 

         La notizia, appresa recentemente dalla stampa locale, della definitiva approvazione da parte dell’ANAS del progetto esecutivo della superstrada a scorrimento veloce a quattro corsie Maglie-Leuca, comprensivo del cosidetto “terzo tronco” di circa 18 Km che va da Montesano a S.M. di Leuca, suscita indignazione e stupore.

         Indignazione perché viene irrimediabilmente deturpato uno dei paesaggi più belli e caratteristici del Salento, qual è quello del Capo di Leuca, stupore per la miopia politica di tanti amministratori pubblici.

         La costruzione di questa superstrada costituirà un enorme dispendio finanziario ( i costi sono lievitati, in un decennio, da 152 a ben 288 milioni di euro, corrispondenti al maggior intervento pubblico mai realizzato nel Salento) e comporterà un’alterazione e devastazione irreversibile di una zona a forte attrattività turistica e di grande valenza storico-archeologica.

         Svincoli, complanari, terrapieni, trincee, viadotti, sotto e sovrapassi, accompagneranno questa strada sino al Capo di Leuca.

E’ prevista, inoltre, la costruzione di una sezione viaria larga 22 metri, quella di un viadotto, all’altezza della frazione di San Dana,  i cui piloni saranno alti 9,5  metri, una maxi rotatoria a raso di1,2 km per il raccordo con la SS. 274 (Gallipoli-Lecce), lo svellimento di ben 3.530 alberi di ulivo: tutto ciò in aggiunta alla vecchia strada, praticamente parallela alla nuova, per cui alla fine avremo a disposizione ben sei corsie per arrivare da Montesano a Leuca e tutto questo per risparmiare non più di cinque/dieci minuti di tempo.

         Risultano, altresì, risibili le assicurazioni dei progettisti e dell’ANAS in merito alle previste opere di mitigazione ambientale quali il ripristino dei muretti a secco, delle pagghiare, dei rustici rurali, la ripiantumazione degli alberi divelti, l’uso dei rivestimenti in pietra leccese etc.., dimenticando che  il territorio, il paesaggio e i suoi caratteristici manufatti, costituiscono un “unicum” non ricostruibile artificialmente come una qualsiasi Disneyland !

Tutto  ciò avviene quando a livello europeo il tema delle nuove strade si impone come occasione per progetti di paesaggio in cui gli appalti-concorso per la realizzazione di queste opere impongono, tra i requisiti migliorativi dell’opera, il progetto paesaggistico. In altri casi, l’uso da parte dei progettisti ed amministratori di pratiche e strategie partecipative ha condotto ad accordi tra i vari attori nella realizzazione delle strade che, fino a qualche decennio fa, erano del tutto inusitati. Questi approcci innovativi possono portare ad un recupero della valenza della strada intesa come elemento complesso di costruzione di nuovi paesaggi contemporanei, che implica, in primo luogo, il superamento di una visione delle infrastrutture stradali come semplici canali monomodali di connessione. Nella molteplicità delle forme che il paesaggio contemporaneo può assumere, il progetto di strada veloce dovrebbe configurarsi oggi come potenziale strumento di riconnessione, riordino, valorizzazione e colonizzazione di nuovi spazi e funzioni. Per individuare queste strategie occorre conoscere alcune esperienze progettuali maturate in Europa nell’ultimo decennio; queste ultime, superata l’idea che la strada veloce sia un semplice collettore per il traffico veicolare, ne esplorano le potenzialità come elemento per strutturare nuovi rapporti tra parti di città, territorio e paesaggio.

Crediamo pertanto che non sia affatto tardi avviare una riflessione, almeno in riferimento al “terzo tronco”, sulla possibilità di ripensare le modalità di “attraversamento” (se proprio deve esserci) di questo tratto di paesaggio salentino ancora integro e denso di storia e cultura della ruralità.

D’altra parte la stessa “Convenzione europea sul Paesaggio” (resa esecutiva nel nostro Paese con la legge n. 14/2006) definisce il paesaggio come una “determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”.

Le parti che hanno sottoscritto tale Convenzione, inoltre, si sono impegnate a: “riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressioni della diversità, del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità “ ( v. art. 1).

         La costruzione della superstrada in questione è in aperto contrasto con quanto previsto non solo da tale Convenzione ma anche dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce, già esecutivo, che delinea la prospettiva del Salento come grande Area-Parco e dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale. 

         Ricordiamo che la zona del Capo di Leuca, come tutto il Salento, è ricchissima di importanti testimonianze storico- archeologiche che vanno dagli insediamenti preistorici ( ad es. in località “Punta Ristola” e  “Fani”) a quelli medioevali (ad es. in località “Magurano”) e, come tale, richiede interventi preventivi e soluzioni attentamente meditate.

Non a caso essa è interessata da un forte sviluppo turistico, anche internazionale, che cerca proprio nella qualità paesaggistica, così poco contaminata e ricca di caratteristiche testimonianze rurali, la sua maggiore soddisfazione.

Questa zona, infine, è comprensiva anche di gran parte del Parco Naturale, di recente attuazione Otranto-Tricase-S.M di Leuca ed è contigua a zone SIC, riconosciute dall’Unione Europea di importanza comunitaria per le specie di flora e fauna che sono state censite e quindi sotto tutela ambientale.

         Insomma: abbiamo la fortuna di avere ancora uno dei pochi paesaggi di rara e suggestiva bellezza, qual è quello delle ultime propaggini delle serre salentine, perché deturparlo con la sovrapposizione di una inutile e costosa colata di cemento ?

Rivolgiamo, pertanto, un accorato appello a tutti i cittadini ed agli amministratori pubblici del Salento perché sia salvaguardato  e tutelato questo nostro lembo di terra: è un dovere che abbiamo verso i nostri figli e le nuove generazioni.

 

Le foto sono di Dario Carbone.

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27 Commenti a Si deturperà uno dei paesaggi più belli e caratteristici del Salento, qual è quello del Capo di Leuca

  1. Ci tengo a sottolineare che la facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento, ha votato il documento all’unanimità!

  2. itelo a Biagio Ciardo e ai suoi amici esperti nei “latrocini di stato” che non sanno nemmeno cosa sia una serra salentina, una campanula pugliese e soprattutto non hanno mai preso un treno delle fse per capire che siamo fermi al primo dopoguerra e che con 288 milioni di euro avremmo recuperato tanti centri storici e potenziato le ferrovie del sud-est. Purtroppo l’ignoranza delle torbide lobby prevarrà sempre sulla cultura, sulla scienza e sulla giustizia stravolta ad uso e consumo di trogloditi in cravatta. Mi vergognerò ancora se il mio presidente della provincia per soddisfare pratiche autoerotiche del politico di turno, si presenterà per l’inaugurazione vergognosa di una rotatoria costata 175000, con tanto di bandierine ed ulivi sradicati da chissà dove. Ecco le motivazioni di Biagio Ciardo fermo, nella sua (risaputa) limitatezza scientifica, addirittura a dottrine Keynesiane di cui sono sicuro non sarà nemmeno a conoscenza: “A questo punto è molto più utile ricordare, dunque, che questi centrodestra provinciale e quello nazionale hanno consentito l’arrivo di 288 milioni di Euro di investimenti per una strada strategica e fondamentale, che tirerà fuori dall’antico isolamento il Capo di Leuca, con un’immediata risposta al mondo del lavoro.” Servira ad evadere meglio da questo manicomio o far arrivare Sticchi Damiani dritto nel mare di Leuca per un mese all’anno? Siamo o non siamo in mano a chi somministrerà al salento il suicidio del proprio habitat e della sua stessa vita nella sussistenza delle future generazioni?
    “Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
    di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
    si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
    e tutto gli appartiene.
    Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
    Questo paese è devastato dal dolore…”

  3. E non c’è frase più azzeccata che quella di Thomas Muntzer che rispechhia anche l’attuale contesto sociale giudiziario, ambientale, della questione raddoppio 275 da Montesano a Leuca: “Guarda, i signori e i prìncipi sono l’origine di ogni usura, d’ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tutte le creature: dei pesci dell’acqua, degli uccelli dell’aria, degli alberi della terra (Isaia 5, 8). E poi fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: “Non rubare”. Ma questo non vale per loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente (Michea, 3, 2-4); ma per costoro, alla più piccola mancanza, c’è la forca.” Dalla confutazione ben fondata del 1524.

  4. E’ una follia, 4 corsie che finiscono a mare, se non venisse da piangere, ci sarebbe da ridere. Che fine ha fatto il progetto della strada parco? Non fruttava abbastanza alle lobby politiche e cementiere???

  5. A proposito della posizione della facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento, un antico adagio salentino recita: “lu pesce, ‘nfetisce te la capu”

  6. Quando il Keynes partorì la geniale idea che la creazione di posti di lavoro passava anche attraverso le due fasi dello scavo di buche e del loro successivo riempimento probabilmente non aveva messo in campo la corruttela e le tangenti e non si lasciò neppure sfiorare nella sua genialità dall’idea che questa procedura comportava, forse, solo nell’immediato dei vantaggi ma, alla lunga, neppure tanto lunga…, lo sperpero della ricchezza. Da allora questo principio economico assassino dell’ambiente e del futuro, anche economico, è imperversato con la sostituzione delle buche (almeno loro, una volta riempite, riportavano più o meno tutto nella situazione precedente) con cattedrali nel deserto e con scempi di ogni genere. Il processo in atto si arresterà, probabilmente, solo quando anche il più umile degli operai si renderà conto di essere complice e connivente e quando la prospettiva del carcere sicuro, dico sicuro, cesserà di non fare né caldo né freddo a faccendieri, affaristi, speculatori e corrotti. Ma il bisogno di soddisfare la fame, e non solo quella reale e di pura sussistenza, è tanta… Ormai sopravvivo solo grazie all’ironia, che, nella fattispecie, mi ispira la proposta di stipulare una convenzione con la Groenlandia, in modo che una volta condannati, se mai lo saranno, i nostri campioni di furbizia, che è sempre disonesta, scontino la pena in quelle remote lande e qualche esquimese, pure lui condannato, dalle nostre parti. In un colpo solo all’uno e all’altro il carcere cesserà di non fare né caldo né freddo e il problema delle nostre celle sovraffollate sarà risolto…

  7. lo scempio del territorio finirà non per una presa di coscienza, ma quando il denaro non avrà più valore, cioè mai. Mettetevi l’anima in pace, il denaro vince su tutto!

  8. Sarà così, ma non è rinunziando alla tensione verso il bello e il buono che ci si può sentire con l’anima in pace e con un cranio meno vuoto, anche se la pancia sarà piena…

  9. E’ tutto cosi’ assurdo….ma un modo di agire veramente efficace ci sarà o no!?ci dobbiamo incatenare agli alberi per non permettere questo scempio??ragazzi ci vuole una soluzione pratica,sono tutte belle parole e azzeccatissimi i vostri interventi,ma qualcosa si sta muovendo??
    so che sembra banale come idea…ma chiamare ‘striscia la notizia’ o ‘le iene’?!in molte occasioni i loro interventi hanno rovesciato la situzione,ed è noto che i media riescono a coinvolgere e sensibilizzare oltre alla gente i politici dei piani alti…

    • benissimo giovanna! Chiama Fabio e Mingo o le Iene. Lo fai tu? Bisogna muoversi tutti. Non c’è logica in quest’opera, ci sono molti cittadini del sud salento che hanno dichiarato guerra alle istituzioni, allo stato, alla politica tutta. Abbiamo chiesto ad un giudice dello stato di dirci se per lui e per la giustizia è giusto che un signore faccia uno schizzo su un foglio, lo faccia bello grande per guadagnarci di più, aggiungendo un viadotto, una galleria, svincoli californiani, si prende per questo 5 mln di euro, senza una gara pubblica e con un incarico diretto a chiamata……..il giudice, i tribunali dello stato non ci hanno risposto, siamo in uno stato di diritto o siamo in guerra? Vinceremo contro i colossi del cemento, le lobby politiche, i malaffari? Io credo di no ma spero di si!!!!!!!!!!! Mi sto preparando a resistere come in val di susa.

  10. Magari postessi fare qualcosa anche io insieme a voi ,invece di aspettare impotente di fronte a tutto questo!l’università mi tiene qui al nord,e non saprei proprio in che modo possa dare una mano!in ogni caso non ero al corrente di tutti i retroscena,e a quanto pare le azioni fatte non sono bastate!a questo punto mi fai capire che il sentimento comune è una rassegnata consapevolezza che qualunque sforzo o movimento volto a cambiare la situazione sarà inutile.
    Troppo poca la gente sensibilizzata,troppo poca la gente cosciente del danno che si sta andando a creare….
    Ho comunque fiducia in persone come voi,che fortunatamente non resteranno con le mani in mano di fronte a tale distruzione!
    Ps:Non sottovalutate i media!provare a questo punto non costa niente,il massimo che posso fare è darvi questa idea cosi’ banale,non posso fare di piu’,almeno credo.

  11. catastrofica rea distruzione della nostra identità salentina, delle smerlettature di muretti edilizia rurale e alberi………..solo il nostro periodo ha saputoe continua a fare danni ignobili come questi!!

  12. …e ci risiamo, signori miei! Se non sono i campi fotovoltaici, sono le quattro corsie fino a Leuca, se non si tratta di permessi di trivellazione, sicuramente si tratterà di lotti edificabili in parchi archeologici… Primo Levi avrebbe riscritto “Se questo è un uomo” e stavolta la pietà e lo sdegno non sarebbe stato certo inferiore a quello dello sterminio nazista. Qui, nella nostra terra così come in qualsiasi terra capace di identificare un popolo, si sterminano i diritti, le volontà, i valori, le priorità, siano esse appartenenti a uomini, siano esse prerogativa della natura.Si massacra anche la propria intelligenza nella persona di chiunque abbia avuto idee brillanti di progresso-regresso in nome del Dio Denaro, e credo, ahimè, la lista sia lunga e spesso insospettabile. In viaggio per il mondo, anni fa, m’infervoravo per la distruzione della foresta amazzonica o per la caccia indiscriminata a specie protette: firme, lettere, petizioni, convegni.Partecipavo in prima persona insieme agli autoctoni a sdegni che sentivo miei, perchè la terra è di TUTTI e se certi signori ci riflettessero su, capirebbero che i portafogli possono riempirsi, ma una coscienza che si svuota è il seme del Deserto Globale. Provate a poggiare sul NIENTE la ricostruzione utopica dei muretti a secco! Sfidatevi a ripiantare in langhe straniere alla terra madre un qualsiasi ulivo secolare! Neanche il pittore dal talento più straordinario riuscirebbe a ricreare l’eccezionale meraviglia di CIO’ CHE E’.

  13. Questo colonialismo becero e refrattario al comune buon senso…non deve passare. Il popolo del capo di leuca deve ” sollevarsi ” contro questa ingiuria alla nostra storia….non dobbiamo permetterglielo….dobbiamo diventare i primi difensori del nostro territorio….la chiusura del nosocomio di Gagliano non ha insegnato nulla….????

  14. una petizione si, come è stata fatta con “Nessuno tocchi gli Ulivi di Puglia” e non solo per la statale Maglie-Santa Maria di leuca, ma anche per l’allargamento a 4 corsie della Maglie – Otranto. Avete pensato all’opportunità di coinvolgere tutta l’Italia e non solo, nella petizone? Se queste opere sono fatte per agevolare il settore turistico, si sappia che nessun turista che giunga nella vostra terra chiede infrastrutture di questo tipo. Esso ama il Salento proprio perchè gli consente di godere, seppure per un brevissimo periodo dell’anno, di una terra incontaminata, libero da tutte quelle infrastrutture che avvelenano i suoi giorni nelle grandi città del nord Italia e della maggior parte dei paesi del mondo. Si chieda il sostegno di tutti gli uomini sensibili per bloccare questi progetti e per salvare centinaia di Ulivi dagli espianti e l’habitat del vostro meraviglioso territorio e si chieda piuttosto di investire tutto quel denaro nel recupero e mantenimento dei tesori dei vostri padri, il lavoro non mancherebbe certamente..

  15. Riprendo dall’articolo di Giacomo Cazzato quanto segue: “Le parti che hanno sottoscritto tale Convenzione, inoltre, si sono impegnate a: “riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressioni della diversità, del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità “ ( v. art. 1),” per esprimere la mia piena adesione e condivisione di questo impegno e colgo l’occasione per ricordare il valore delle tradizioni familiari, dell’unità, dell’armonia che lega indissolubilmente l’uomo alla sua terra, armonia che il denaro non deve intaccare pena la distruzione senza più
    speranza di ciò che i nostri padri ci hanno lasciato.

    Posti di lavoro? E’ mai possibile che la questione dei posti di lavoro sia sempre sollevata a giustificazione di interventi che poi si rivelano inutili e improduttivi? Si tratta di una strategia (sindacale?!) occupazionale che non può essere una bandiera per realizzazioni che cozzano contro obiettivi ben più importanti che perseguono un’idea di progresso globale nel rispetto delle risorse locali.

    Ad Haldol rispondo che il denaro non si può mangiare! Domani, se continuiamo a credere nel denaro risolutore di ogni cosa, non avremo più cibo, non avremo più il piacere di fare una “scampagnata” senza doverci ritrovare davanti agli occhi la tristezza di ponti, colonne di cemento, pale eoliche, montagne di rifiuti, aria inquinata dalle emissioni di camion e auto che oscureranno le nostre bellezze paesaggistiche rendendole non più idonee ad incrementare il turismo, l’agricoltura, l’allevamento e non ultimo, ma primo, il piacere della popolazione di conservare tradizioni e modi di vivere il territorio che già oggi abbiamo dimenticato.
    In memoria di questo mondo quasi scomparso esprimo il mio appello e la mia posizione nel mio profilo Facebook con una foto preziosa tratta dal mio archivio familiare. Negli anni Sessanta c’era l’abitudine, nel giorno di festa, di riunire tutta la famiglia per una “scampagnata” per raccogliere piante selvatiche, ammirare i campi di grano, magari farsi anche qualche “cantata” a squarciagola, con occasioni per i bambini di scorazzare nei campi, salire sugli alberi, giocare…. Oggi, purtroppo, il benessere naturale lo cerchiamo disperatamente e tragicamente nel denaro. Per respirare e per fare ginnastica andiamo, infatti, nelle palestre dove “esperti” istruttori pretendono di insegnarci a respirare, a muoverci, ci suggeriscono le tecniche più strampalate per “recuperare” o mantenerci in salute (ma quale salute, quella del denaro?), il tutto a suon di quattrini in un ambiente insalubre per eccellenza. I bambini li teniamo seduti sul banchino di scuola sei ore al giorno e più, poi a casa davanti alle tecnologie o li affidiamo ad altri istruttori per imparare questo e quello, meno il piacere di conoscere la natura “respirandola” direttamente, amarla perché fonte di benessere e, di conseguenza, rispettarla. Non si rispetta niente se non conosciamo e non sviluppiamo consapevolezza dell’esistenza di qualcosa. Come pretendiamo comportamenti responsabili dai bambini se non li mettiamo in condizione di conoscere l’ambiente e di essere critici verso tutto ciò che il mondo economico-produttivo e le forze sociali e politiche propongono con uno spirito contrario al mantenimento dell’equilibrio uomo-natura? Come risolviamo le grosse contraddizioni di un pensiero, di una ideologia (quella del progresso e del denaro) che predica la salute e il benessere e poi di fatto realizza esattamente tutto il contrario in un ambiente che diviene sempre più inabitabile?

  16. Se si deve pensare ad una qualche “apertura” alla modernità, non è certo con la distruzione del passato che si risolve il problema. Chi come me percorre spesso la SS 275 da Maglie a Gagliano, sa molto bene che occorrono 8-10 minuti da Maglie a Montesano e più del doppio per raggiungere Gagliano. I problemi di tempo potrebbero però, a mio avviso, essere risolti senza distruggere il paesaggio. Basterebbe creare una rotatoria all’altezza di Surano, per rendere continuo il flusso veicolare e deviare verso via Supersano l’accesso alla zona commerciale, una circonvallazione a Lucugnano ed un’altra per superare Alessano e Montesardo. Da San Dana a Leuca non andrebbe toccato nulla. Si spenderebbero gli spiccioli, cioè 88 mln e si risparmierebbero i 200. Vorrei sapere se Giacomo, che ha prodotto l’intervento più bello, insieme a quello di Elsa, è d’accordo sulla soluzione soft.

  17. Certo Luigi, la soluzione delle circonvallazioni leggere è stata subito insabbiata. Nessuno dei comuni ha mai provveduto ad una vera pianificazione urbanistica su fondamenti razionali e scientifici, il tutto per preservare i propri interessi politici nei piani lottizzazione. Se non per Tiggiano e Tricase nessun comune ha circonvallazioni leggere. Anche don Lucio Ciardo, responsabile dell’ufficio episcopale per la Giustizia e la Salvaguardia del Creato era contrario e lo è tuttora al tratto da Montesano a Leuca, ma anche qui il buonanima di De Grisantis venne tirato per le orecchie dai vari baciapile della politica e il povero prete, nonostante rispondesse a parola divina e a coscienza, dovette se non tacere, parlare solo a titolo personale. La gente è con noi, il problema è solo di informazione! Ma ci rendiamo conto con 288 milioni di euro che ferrovia potremmo? si passerebbe dai 30 km/h di oggi agli 80 km/h e nessuno prenderebbe più l’auto.

  18. E’ vero, Giacomo, basta percorrere una qualsiasi delle circonvallazioni di uno dei nostri paesi, per pentirsi amaramente di averla imboccata. Questo significa che sono nate senza una pianificazione territoriale preventiva, ma spesso allargando la strada vicinale ed attraversando qualche fondo del tale assessore o consigliere. Io ricordo quando le costruzioni a ridosso della via Nazionale di Montesano erano quattro o cinque. E poi seguì il solito destino di tutte le circonvallazioni fatte al solo scopo di dare respiro ai centri storici con nuovi insediamenti abitativi e non per sveltire il traffico veicolare. Le circonvallazioni andrebbero tutte rifatte, purtroppo, perchè le esigenze del movimento su gomma di oggi lo impongono. Per quanto riguarda la ferrovia, considerata la distanza minima tra le stazioni, è difficile aumentare la velocità senza saltare fermate. Un miglioramento della linea potrebbe comunque essere attuato.

    • Hai pienamente ragione ma domani vedremo se la legge è un’opinione o se viviamo ancora in uno stato di diritto. non mi aspetto molto dai giudici del tar di lecce, sono proprio curioso di capire come faranno a stravolgere la realtà che è quella di un progetto dato in appalto senza gara per 5 mln di euro! Una vergogna! Ci vediamo alle 10.00 davanti al tar a lecce (fronte municipio)! Non mancate e fate girare! Basta con le porcate! Noi del comitato verremo in treno. Wl a crisi!

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