Spigolature neritine. Vittorio Emanuele III e i basoli

Nardò, Corso Vittorio Emanuele. Basoli donati dal re e riposizionati di recente

di Salvatore Calabrese

Qualche settimana fa ero presente alla presentazione di un libro sui
restauri che nel corso dei secoli sono stati eseguiti nella nostra
Cattedrale. In quella circostanza il Prof. Vetere, durante la sua
presentazione, ha accennato brevemente ai basolati che di recente
sono stati rifatti nel centro storico di Nardò e giustamente si lamentava
che nel ripristino non sono più comparsi i basolati lavici che erano di
grande pregio e molto rari.

Da fonte molto attendibile mi è stato raccontato che agli inizi del
secolo scorso le vie del centro storico neritino erano malmesse e al
Comune mancavano i mezzi economici per poter porre rimedio
(come si può notare cambiano i tempi ma le cose non cambiano, le
strade, rotte erano cento anni fa e rotte sono ora; il Comune, senza
soldi era cento anni fa e senza un centesimo si trova ora).

Il Sindaco dell’epoca si rivolse alla prefettura e al ministero competente per
poter ricevere contributi e finanziamenti necessari per affrontare le
spese per gli appalti stradali, ma non ebbe risposte confortevoli. Tramite conoscenze con la Casa Reale riuscì ad avere dal nuovo Re Vittorio Emanuele 3°, che da poco si era insediato, un grande omaggio specifico per Nardò.

Il Re decise di far appaltare a proprie spede il basolato di una intera via,
lunga circa 100 metri. Ma non solo questo, difatti volle che quel basolato dovesse essere non di comune pietra calcarea bianca, ma originale ed
unico, ossia di pietra lavica; così decise e così fu fatto. Il nostro
Sindaco, per sdebitarsi di così tanta generosità elargita dal Re
nei confronti di Nardò, deliberò che quella via cambiasse nome e venisse
denominata CORSO VITTORIO EMANUELE 3°.

a proposito di basoli nel centro storico di Nardò si rimanda anche a:

http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/07/14/pubblici-appalti-per-la-pavimentazione-della-citta-di-nardo-tra-1582-e-1584/

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Un commento a Spigolature neritine. Vittorio Emanuele III e i basoli

  1. Caro Salvatore a suo tempo intervenni anch’io affinchè i basoli una volta tolti venissero ricollocati allo stesso posto e con lo stesso “disegno” rammentando, avendolo appreso dai miei nonni, le origini e le motivazioni dell’intitolazione del Corso. Ma a Nardò, come al solito, se ne fottono e fanno sempre come vogliono, perchè nessuno controlla ma anche perchè l’ignoranza e la presunzione regnano sovrane. Volevano al carta scritt dove si riportava quanto riferivo. Riposizionando il basolato, nel Centro storico, nel modo in cui si è operato, non hanno fatto altro che seppellire la “Storia di Nardò” sotto una coltre di cemento con buona pace di ciò che era venuto alla luce e con la connivenza dei cosiddetti “esperti”. Ma questa è Nardò e come dice un vecchio detto: “a Nardò si sciòca a tuttu pratìsu” ossia a Nardò tutto e il contrario di tutto è ammesso.
    I basoli di origine lavica ci sono, caro Salvatore, sono stati riposizionati “senza criterio”, per dirla in modo pulito, alla base della scalinata del teatro e vicino ad un noto palazzo. “Omnia munda mundis”.
    Salvatò, inutile ca ‘ndi tannàmu l’anima, tantu nò ‘ndi ‘mbuscàmu nienti, sulamente ilènu!

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