Anche Coordinamento Civico e Forum Ambiente e Salute a difesa degli ulivi di Puglia

Lettera Aperta e Comunicato stampa congiunto Urgente

del

Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e  della Salute del Cittadino

Forum Ambiente e Salute del Grande Salento (province di Lecce, Brindisi, Taranto)

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REGIONE PUGLIA:

E’ EMERGENZA!

 

“NO ALLA LEGGE AMMAZZA ULIVI

ED ULIVETI DI PUGLIA!”

costituenti della preziosa “Foresta primigenia” di Puglia

 

NO dunque a questa “Legge Ammazza PUGLIA

  

Tutto questo semplicemente per favorire immoralmente la speculazione del cemento, dell’asfalto, della movimentazione terra, dell’ iper-infrastrutturazione ridondante, e della Green Economy industriale di eolico, fotovoltaico e biomasse!

Per favorire il  consumo immorale di altro prezioso suolo, quando invece il processo dovrebbe essere invertito con azioni e programmi di DE-CEMENTIFICAZIONE e bonifica dagli inquinanti e di RINATURALIZZAZIONE!


UNA VERGOGNA INCOMMENSURABILE E DI FORTISSIMA GRAVITA’!
RISCHIO DI UN’ ECATOMBE AMBIENTALE POLITICO-DEGENERATIVA DA FERMARE!

 

APPELLO A NICHI VENDOLA , BARBANENTE, NICASTRO, STEFANO E A TUTTI I CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE E MAGGIORANZA PERCHE’ FERMINO L’ “EMENDAMENTO DELL’ INFAMIA E DELLA VERGOGNA” PROPOSTO, CON CUI SI VUOLE TRASFORMARE IN UNA “LEGGE AMMAZZA ULIVI” L’ATTUALE BUONA LEGGE DI TUTELA DEGLI ULIVI E DEGLI ULIVETI!

 

Una Petizione online contro l’ “emendamento ammazza ulivi” ha portato in solo poche ore al superamento già delle 1250 firme!

(Firma anche tu: http://www.petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=ulivi)

 

 

 

All’ attenzione di

-) Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola

-) Assessore della R. Puglia alla’ Agricoltura, Dario Stefano

-) Assessore all’ Assetto del Territorio, Angela Barbanente

-) Assessore all’ Ambiente Lorenzo Nicasto

-) Tutti i consiglieri della Regione Puglia di opposizione e maggioranza

-) Membri commissione preposta alla valutazione e rilascio delle autorizzazioni per l’espianto degli ulivi monumentali secondo la L.R. n.14/07 

-) Provincia pugliesi di Lecce, Brindisi Taranto, Bari, Bat, Foggia

-) Ministero per l’Agricoltura e le Foreste 

-) Ministero ai Beni culturali

-) Soprintendenza ai Beni culturali e paesaggistici di Puglia

-) Corpo Forestale della Stato – CFS

-) NOE Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri

-) Polizia Provinciale di Lecce che vigila sui reati ambientali

 

Vale questo testo anche come “vademecum” per funzionari, tecnici e amministratori regionali, nonché come “osservazioni” con foto allegate da acquisire in merito ai procedimenti autorizzativi in corso e futuri per espianti di ulivi, ad esempio nei casi urgenti trattati di Lequile (richiesta discutibilissima  di ampliamento della zona industriale), Nardò contrada rurale Sarparea (anacronistico progetto per uno stabilimento turistico), ed altri, come progetti di nuove strade e nuovi tratti di strada  ex-novo.

 

SI CHIEDE di blindare l’attuale virtuosa legge di tutela degli ulivi L.R. n.14/07, vanto legislativo di Puglia, e di dichiarare a suo ulteriore rafforzo, con ulteriori strumenti normativi, il complesso degli uliveti di Puglia «“FORESTA PRIMIGENIA” di Puglia», vivo ed esteso ecosistema boschivo agro-forestale di valenze anche micro-climatiche importantissime per la qualità di vita nella regione, nonché di prevenzione del dissesto idro-geologico per la terra di Puglia, oltre che economiche, culturali e paesaggistiche! Uliveti dunque a cui estendere senza distinzioni i vincoli di tutela più stringenti già validi per le “aree boscate”!

SI CHIEDE di favorire negli uliveti la conversione agricola verso le filosofie del biologico ben più salubri per l’ uomo e l’ecosistema tutto, rispetto all’attuale conduzione insalubre chimico-industriale del settore olivicolo pugliese, che si ripercuote negativamente anche sul prezzo finale del prodotto “olio d’oliva”! Nonché di favorire conduzioni silvo-agro-pastorali dell’ uliveto, in accordo con la sua natura forestale e la tradizione più antica, con allevamento a pascolo brado sotto gli uliveti, apicoltura, ecc., sfruttando tutte le molteplici nicchie ecologiche che un uliveto ha in potenza, incrementandone notevolmente la complessiva redditività agricola, ma anche la sua la complessiva salubrità, e la sua valenza paesaggistico-pittoresca. Una scelta più che intelligente ed eco-compatibile da percorrere e favorire politicamente al grado massimo, non solo come sempre con mera arida “azione di incentivazione” talvolta non duratura negli effetti, ma con anche e soprattutto campagne di promozione e divulgazione!

SI DENUNCIA NEL TESTO QUANTO AVVENUTO A CARPIGNANO SALENTINO (Lecce) in questi giorni, dove in maniera scandalosa, centinaia di ulivi secolari ed un intero vasto uliveto è stato estirpato selvaggiamente per lasciare il posto ad un impianto industriale fotovoltaico in piena zona agricola ed olivetata, come anche denunciato pubblicamente in un recente convegno di Italia Nostra onlus Sezione Sud Salento tenutosi a Corigliano d’Otranto in data 28 ott. 2011, dallo stesso Assessore alle Politiche Energetiche, all’Agricoltura e all’ Eco-sostenibilità del Comune di Carpignano Salentino (Le). Un espianto avvenuto con folli autorizzazioni concesse dalla Commissione regionale preposta a tali interventi sugli ulivi protetti! Un impianto fotovoltaico che se fosse ultimato davvero con il posizionamento nelle settimane a venire dei pannelli, con cancellazione della millenaria attività agricola lì praticata e conseguente desertificazione artificiale dei luoghi, là dove prima vi erano cotanti patriarchi verdi argentati, rappresenterebbe il fallimento tangibile del sistema statale italiano e dei suoi organi di vigilanza e controllo sul territorio!

SI DENUNCIA E SEGNALA CON URGENZA MASSIMA QUANTO RISCHIA DI AVVENIRE A LEQUILE (Lecce). FERMIAMO La “STRAGE DEI 1000 INNOCENTI” OLIVI !

La strage dei “GIGANTI BUONI”,  si deve evitare!

NO AD UN’ALTRA STRAGE DEGLI INNOCENTI !

Per una richiesta di ampliamento della zona industriale già cospicua del paese, il Comune di Lequile avrebbe richiesto alla Commissione regionale preposta alla valutazione delle domande di espianto degli uliveti, l’autorizzazione all’espianto di circa, poco meno di, 1000 alberi d’ulivo, di cui diversi anche monumentali ed ultra centenari, per dunque la locale distruzione di un uliveto che si estende su numerosi ettari a perdita d’occhio! L’area in cui si vorrebbe ampliare la già cospicua zona industriale fa anche da cuscinetto tra un’ oasi di protezione faunistica in cui insiste anche un bosco-pineta e la zona PIP. La commissione vi avrebbe già fatto un sopralluogo, e la concessione delle pazzesche autorizzazioni potrebbe essere imminente.   

Siamo stati informati dai cittadini del luogo preoccupatissimi per la notizia, e siamo stati informati anche di notevoli giusti malumori dei proprietari terrieri di questo immenso patrimonio agricolo ed arboreo oggi messo a rischio da tanta barbarie!

Chiediamo che tali vili ed infami autorizzazioni, invise ai cittadini, non siano pertanto concesse! Un’ ulteriore concessione di queste autorizzazioni mostrerebbe tutta la vacuità ed inutilità di una Commissione che si dimostrerebbe senza più alcun ombra di dubbio come una commissione fantoccio, una pura voce inutile di spesa dello Stato italiano!  

No dunque a questa “strage degli innocenti”, “no alla strage dei giganti buoni”. La Commissione dia parere negativo!!! Dopo gli orrori di Carpignano, un altro simile orrore sarebbe intollerabile e getterebbe una torbida buia luce sulla commissione tutta! 

Dimostri invece la commissione con il suo diniego che la pianificazione territoriale, alla luce della legge di tutela degli ulivi n.14/07, deve esser fatta, agendo laddove necessario, (anche con effetto retroattivo ed invitando a nuove pianificazioni),  tenendo conto già a monte delle peculiarità agronomiche e paesaggistiche del territorio!

Dimostri la preposta commissione che è ora di dire Stop al consumo di suolo e Stop allo sterminio degli uliveti, dopo la oscura defaillance di Carpignano salentino dove 4 ettari di uliveto, migliaia di ulivi di cui 140 monumentali e ultra centenari son stati sradicati su autorizzazione regionale di questa Commissione dell’Assessorato all’Agricoltura, per lasciar posto ai pannelli fotovoltaici industriali in pura zona agricola!! Così avviene per la costruzione di nuove strade ridondanti, per cui si è pronti a dare pareri positivi sotto spesso discutibilissime, quando non palesemente false e strumentali, ragioni di dichiarata “pubblica utilità”!!! La vera utilità è purtroppo molte volte, la speculazione, per il beneficio di pochi, del cemento, dell’asfalto, delle energie rinnovabili, ed il danno di tutti!

Una commissione inutile dunque ad oggi, che ha dato spessissimo pareri positivi, sempre e comunque, senza essere invece quella spina nel fianco delle amministrazioni e fulcro per la corretta pianificazione e per la difesa di Puglia, le vere ragioni per cui è stata istituita! Una voce di spesa inutile pagata dai cittadini,la Commissioneed i suoi componenti e tecnici, che ci auguriamo sappia oggi smentire nei fatti tali ovvie conclusioni cui conduce la penosa vista dello scempio del grande uliveto di Carpignano salentino, e non solo!

Medesimo appello a scongiurare la strage del produttivo enorme uliveto che gode di ottima salute, si rivolge ovviamente all’Assessore all’ Assetto del Territorio della Regione Puglia, Angela Barbanente, perché ritiri e/o neghi ogni autorizzazione all’estensione dell’area industriale, già vastissima (vedi foto satellitare allegata) rispetto alla grandezza e al numero di abitanti del Comune di  Lequile a salvaguardia di quel pregiato e altamente produttivo paesaggio rurale degli ulivi.

 

 

SEMPRE IN TEMA DIAMO LA NOSTRA PIENA SOLIDARIETA’ AI COMITATI DI NARDO’ (Lecce) CHE STANNO CHIEDENDO ALLA REGIONE PUGLIA, E CI ASSOCIAMO ALLE LORO GIUSTISSIME E FONDATE RICHIESTE, DI ESPRIMERE IL DINIEGO TOTALE ALL’ESPIANTO E COMUNQUE A QUALSIASI AUTORIZZAZIONE PER LA COSTRUZIONE DI UN RIDICOLO COMPLESSO-VILLAGGIO TURISTICO IN LOCALITÀ SARPAREA ESATTAMENTE IN UN ULIVETO PLURISECOLARE, un complesso architettonicamente per altro anacronistico e dalle volumetrie e forme futuristiche e neo-cubiste, lontane anni luce dal tipico ed inconfondibile Genius loci architettonico-identitario, per forme e materiali, proprio della ruralità del Salento! Un uliveto dove sono stati anche appiccati strategici incendi dolosi degli alberi, (furono visti uomini con taniche di benzina che appiccavano gli incendi albero ad albero), alcuni anni or sono (giugno 2008), oggetto di denunce sui giornali e sulle Tv locali (Telerama in particolar modo), che per fortuna non lo hanno danneggiato irreparabilmente, e per i quali l’uliveto deve essere vincolato con assoluto vincolo di in-edificabilità come area forestale percorsa dagli incendi, secondo la Legge-quadro in materia di incendi boschivi (Legge Nazionale 353/2000), trattandosi di un uliveto arcaico relitto della foresta primigenia del Salento e delle sue macchie mediterranee, come si evince dalla disposizione anche irregolare dei vecchi ulivi, come ben visibile anche dal satellite (vedi immagini allegate), non disposti secondo impianti a sesto regolare, poiché innestati su olivastri selvatici presenti in loco originariamente e spontaneamente nella macchia mediterranea!

Un vincolo anche atto a permetterne la naturale rigenerazione, dopo il passaggio del fuoco, a partire dalle fortissime e vitalissime radici, che caratterizzano l’olivo proverbialmente! 

Si invitano le autorità competenti di vigilanza sul territorio a verificare se l’uliveto è stato inserito dal Comune di Nardò come previsto dalla legge, nel “Catasto comunale delle aree percorse dal fuoco”!

 

ENTRANDO NEL DETTAGLIO DELLE QUESTIONI E DELLE RICHESTE PREMESSE.

Non si era mia vista in Puglia una simile mobilitazione spontanea divampante in poche ore e che sta infiammando siti internet, mailing list, ed ogni mezzo di informazione, che sta intasando social network e caselle postali, con l’avvio fulmineo di petizioni online che già raccolgono migliaia di firme, e l’invio di centinaia di mail di indignazione ai media e agli amministratori regionali coinvolti! E poi articoli sui giornali e servizi televisivi carichi di profonda ovvia e comprensibilissima costernazione!

Neppure forse quasi sul tema allarmante dello stesso “nucleare” in Puglia, si erano raggiunti livelli simili di mobilitazione popolare a sentimento ambientalista, tanto divampante in così brevissimo tempo! Quale iniquità, quale pericolo dagli scenari catastrofici per la Puglia e i pugliesi ha sollevato tutta questa preoccupazione?

Tutto questo è stato scaturito da una folle proposta di legge, battezzata subito dalla gente “Legge Ammazza Ulivi ed Uliveti”, persino plurisecolari e monumentali, e dunque battezzata anche “LEGGE AMMAZZA PUGLIA”, come si capisce se si tiene conto che son gli ulivi, tantissimi plurisecolari e monumentali dalle forme contorte forti e scultoree, il simbolo più vero ed autentico di Puglia, vivo, e non a caso adottato come stemma dell’ente Regione! <<Giù le mani dai nostri avi viventi: gli Ulivi secolari del Salento!>> uno dei mille slogan gridati contro questa proposta di legge!

E’ stata questa la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai strapieno di esasperazione della gente per i mille poliedrici interventi amministrativi regionali, e più in generale politico-amministrativi, volti al puro vilipendio dell’ambiente e del paesaggio di Puglia, in nome talvolta persino di insostenibili ragioni di inesistente “pubblica utilità”, sotto cui si celano invece spesso ragioni reali di fondo puramente politico-speculative, politico-imprenditoriali, e di lobby varie intrecciate con quella parte più deviata del mondo della politica locale trasversalmente!

Ma entriamo più in dettaglio. Il “casus belli” di tutta questa crescente, in queste ore sempre più, mobilitazione, è stato  il tentativo da parte di un consigliere del PDL della Regione Puglia, di fare approvare dal consiglio un emendamento all’ eccellente e virtuosa Legge Regionale n. 14 del 04-06-2007 di “Tutela degli Ulivi e del loro Tipico Paesaggio”; un emendamento definito subito da tutti “Emendamento dell’Infamia e della Vergogna”, con cui si vuole introdurre il termine di 60 giorni per il rilascio di autorizzazioni all’espianto e spostamento di piante secolari. «Superati i 60 giorni senza chela Commissione abbia provveduto a fornire il richiesto parere – recita la modifica di legge contenuta nell’ emendamento – l’Ente o il privato proprietario del fondo su cui insistono gli alberi monumentali può spostarli e/o rimpiantarli nella stessa proprietà».

Una proposta che ha trovato anche l’appoggio, considerate le prime dichiarazioni rilasciate alla stampa di alcuni consiglieri del PD, di SEL (Sinistra “Ecologia” e Libertà), del PSI e dell’ UDC, da alcuni di questi persino è giunta la ancor più blasfema proposta di decentrare le autorizzazioni agli espianti dalla Regione ai comuni e acconsentire alla presentazione, per le richieste di autorizzazioni per gli espianti, di una semplice Denuncia di Inizio Attività (DIA) presso i soli comuni interessati. Per cui ne varrebbe trascorsi 60 giorni dalla sua presentazione presso il comune senza ricever alcuna comunicazione, il cosiddetto silenzio-assenso che renderebbe valido, autorizzato quanto nella DIA si preannunciava volere fare! Una o due o più piante d’olivo monumentali da espiantare e spostare in una stessa proprietà, un ettaro o cento o mille di uliveto plurisecolare, misto di piante recenti ed altre secolari, posseduti da uno stesso ente o privato; una semplice DIA al comune in cui ricade la porzione di uliveto che si vuole fare sparire, annientare per sempre, e dopo 60 giorni, se gli uffici del comune indaffarati, o con funzionari “amici”, o comunque compiacenti, non oppongono diniego, via al trapianto, con incerto attecchimento delle piante monumentali, e via alla vendita o riduzione in legna, sterminio, di tutti gli altri ulivi più giovani!!! Via in somma al disboscamento radicale degli uliveti di Puglia in pochi mesi ed anni! Della Foresta Primigenia degli ulivi di Puglia! Follia!

La Puglia dei prossimi mesi, la nuova emergenza mondiale a mo’ del disboscamento denunciato dall’ ONU per la tropicale Foresta Amazzonica nel terzo mondo, e tutto come conseguenza, in uno “stato di diritto” infangato, quello italiano, da un piccolissimo emendamento tanto scellerato, tanto diabolicamente studiato! Come dire, “il Diavolo è nei dettagli”!

L’ intento è dichiarato ed esplicito in questa proposta di emendamento, basta avere lo stomaco forte per leggerla, e leggere le dichiarazioni dei proponenti che l’hanno accompagnata sulla stampa:

<<La tutela degli ulivi monumentali è (…) un impedimento allo sviluppo economico e infrastrutturale del territorio. Questo è il motivo di questa proposta di modifica della legge 14/07 – ‘Tutela degli ulivi monumentali e secolari’. (…) Si tratta di agire (…) nel (…) rispetto dei diritti acquisiti dai privati relativamente, ad esempio, alle aree edificabili, alle lottizzazioni, o al diritto degli imprenditori agricoli di fare reddito e, quindi, di poter riconvertire l’azienda. Tutte esigenze che, in molti casi, vengono al momento ‘frenate’ o addirittura inibite dalla legge regionale. Lungaggini burocratiche, controlli asfissianti, passaggi tra i vari enti che di fatto stanno creando dei veri ‘sbarramenti’ all’economia di vaste aree, in campagne (…) sempre più deturpate dagli insediamenti selvaggi e invasivi del fotovoltaico. A questo punto occorre agire, in tempi brevi, per decentrare a livello comunale le competenze per il rilascio di autorizzazioni agli espianti e spostamenti di piante secolari e dei necessari controlli per il rispetto delle norme, prevedendo maggiori deroghe e snellendo assurdi procedimenti burocratici.”>>

Si tratta di frasi che si commentano da sole, che fanno venire il voltastomaco semplicemente e che indignano, indignano e lasciano tanta amarezza perché fanno capire che vi è davvero chi, anziché impegnarsi in prima linea per combattere la devastazione del paesaggio di Puglia, vuole invece sfruttare la sua posizione di rappresentanza democratica per “deregolamentare” e di fatto distruggere importanti leggi-faro per la tutela del territorio di Puglia!

Si comprende che la proposta di emendamento mira a favorire la speculazione del cemento, dell’asfalto, delle iper-infrastrutture ridondanti, del fotovoltaico e dell’ eolico industriali, e magari anche per facilitare la trasformazione in legna da ardere, biomassa, dei nostri ulivi attraverso potature pre-espianto radicali, capitozzature selvagge, e il totale taglio degli ulivi non monumentali, che vanno invece anch’essi protetti, per lasciar spazio magari anche a colture OGM (organismi geneticamente modificati) di piante per biodisel! VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

Partiti che inneggiavano all’ ulivo come simbolo, partiti che hanno “ecologia” nel loro nome, partiti che si ispirano a valori cristiani, quando per il cristianesimo l’olivo è una pianta sacra come il suo olio e le sue fronde, e da tutti questi partiti emergono ora politici pronti a sostenere questa legge dell’ infamia e della vergogna di Puglia! TUTTO CIÒ È DA VOLTASTOMACO!

Espiantare un olivo secolare è un crimine contro l’ambiente e contro l’umanità! E quest’emendamento vorrebbe invece addirittura facilitare all’ inverosimile la concessione delle autorizzazioni per lo sradicamento e trapianto degli ulivi plurisecolari e monumentali, che sono già spesso foriere della morte di questi nostri patriarchi verdi per non attecchimento nella nuova ubicazione e a seguito dei traumi riportati dalle vetuste piante nelle operazioni compiute, spesso senza alcun amore, dato che gli olivi vengono spostati per lasciare posto alle più vili speculazioni d’ogni tipo, da quelle del cemento, a quelle per l’iper-infrastrutturazione ridondante, sino a quelle delle sporche energie rinnovabili industriali di eolico, fotovoltaico e biomasse, ecc.! Purtroppo gli esempi di simili tragici casi son già innumerevoli in Puglia.  

Inoltre in questa proposta di emendamento  si annida anche la pericolosissima richiesta del decentramento per il rilascio delle autorizzazioni agli espianti, dalla Regione ai comuni! Lo stesso scandalo avvenuto con gli impianti eolici e fotovoltaici industriali di potenza inferiore ad 1 Megawatt, attraverso la incostituzionale Legge Regionale 31/08, che ha comportato così la perdita di ogni sistema di controllo e monitoraggio in tempo reale ed utile per intervenire e per fermare il fenomeno, frutto di una architettata diabolica deregolamentazione legislativa incostituzionale! Un modello in-virtuoso e degenerativo, da bandire, che si vorrebbe ora da parte di alcuni replicare invece con il discorso “ulivi”, ma all’ennesima potenza!   SIAMO SENZA PAROLE!  

Questa notizia dell’ “emendamento killer” è giunta poi in un momento in cui alta era l’indignazione in Puglia per quanto denunciato dai cittadini via facebook con delle inquietanti foto e quindi dalle tv locali, in particolare da un servizio dell’emittente Telerama, relativamente allo scempio avvenuto nelle campagne di Carpignano salentino (Le), pochi giorni or sono ed ancora in corso, dove oltre4 ettari di uliveto secolare, migliaia di alberi d’olivo, alcuni, circa 150, anche ultra-centenari, sono stati espiantati e ripiantati accatastati gli uni agli altri come pali di una fitta palizzata, lungo il margine del fondo, senza neppure le dovute prescritte cure d’espianto  riportate nella stessa autorizzazione, ad esempio la prescrizione della presenza di una zolla del raggio di almeno un metro a partire dalla base del tronco, a massima protezione dell’apparato radicolare! Zolla invece del tutto assente nello sradicamento e piantumazione degli alberi come mostrato dalle riprese tv.

Video di documentazione e denuncia del recente scempio di Carpignano salentino, servizio giornalistico di Telerama NEWS del 18.10.11 “A CARPIGANNO SALENTINO (Lecce) VOLGARE ECCIDO DI ULIVI SECOLARI PERLA FRODE DEIPANNELLI!”:
 http://www.youtube.com/watch?v=3GsXVDnIiQo&feature=share
Semplicemente una barbarie, un’operazione diabolica fatta senza alcuna cura e senza minimamente preoccuparsi del reale attecchimento degli alberi, data l’assenza di alcuna attenzione minima agronomica in tale operazione, effettuata dopo una capitozzatura selvaggia, come denunciato da Telerama.
Un eccidio d’olivi alla cui vista qualcuno indignato ha così commentato eloquentemente <<Non ho altre parole, ma solo un crampo allo stomaco nel vedere quello che ho visto! Sento solo la voglia di prendere un cesto delle nostre olive e di andare a ripiantarle da solo dove stanno uccidendo la vita plurisecolare della mia terra!>>

Un caso quello di Carpignano che è una palese vergogna! La Commissione Regionale preposta ha autorizzato, follia delle follie, l’espianto di 140 alberi d’ulivo ultra-centenari e monumentali per lasciare posto al fotovoltaico industriale in piena zona agricola, in una piana omogenea di uliveto; un impianto che non solo sarebbe  circondato da altri uliveti, ma che prende esso stesso il posto di uliveti! E’ evidente che tale situazione meriterebbe ben più approfonditi controlli, in tutto il suo iter autorizzativo, a partire dagli uffici della Regione, sino a quelli comunali, e dalle commissioni preposte a vari livelli al rilascio delle autorizzazioni, da parte di tutte le forze dell’ordine dello Stato Italiano competenti in materia! Se si dovesse, dopo anche la denuncia pubblica di Telerama delle evidenti anomalie del cantiere, permettere davvero l’ubicazione lì di un lager di pannelli fotovoltaici a desertificazione artificiale di terre che brillavano dell’argento degli ulivi solo un mese fa, beh, sarebbe questo, nello scandalo già generalizzato della speculazione devastante della Green Economy Industriale, il caso più scandaloso e istituzionalmente preoccupante in assoluto indubbiamente per l’ intera Puglia!

 

Ora, tutto questo esemplare grave scempio, documentato a Carpignano salentino, potrebbe esser fatto ovunque in Puglia con una semplice dichiarazione di inizio attività presentata al comune interessato e nel suo silenzio assenso, dopo 60 giorni, l’interessato potrebbe procedere proprio alle medesime operazioni di espianto barbare e di ripiantumazione lungo i margini, a mo’ di palizzata, denunciate nel caso del fotovoltaico industriale di Carpignano, uno scandalo che sta facendo inorridire l’ Italia intera, se il consiglio regionale dovesse approvare l’emendamento della vergogna proposto!
Si tratterebbe della stessa viscida operazione-voltastomaco di deregolamentazione incostituzionale attraverso la DIA, che, introdotta per favorire gli impianti industriali di eolico e fotovoltaico di potenza inferiore ad 1 MW, attraverso l’iniqua Legge Regionale 31/2008, (dichiarata poi incostituzionale dalla Corte Costituzionale), ebbe conseguenze a dir poco spaventose per il paesaggio e l’ambiente di Puglia, ma anche, e soprattutto forse, per la stessa legalità, moralità e per il mondo sociale che ancora i pugliesi stanno pagano e subendo, e che si stanno perpetrando impunemente! Addirittura stesse società hanno potuto così realizzare anche enormi impianti frazionandoli in sotto impianti di 1MegaWatt di potenza ciascuno!!! Mille frodi ai danni dello Stato!

L’ incostituzionale Legge Regionale 31/2008 ha favorito la devastazione, con semplice DIA (Dichiarazione d’Inizio Attività) presentata nei comuni interessati, della Puglia tutta con gli impianti eolici e fotovoltaici industriali realizzati nei campi agricoli, al posto di seminativi, di vigneti e uliveti, e in aree naturali, favorendo mafie, malaffare, logge deviate P3, frodi allo Stato, riciclaggio di denaro sporco, sfruttamento schiavista della manodopera extra-comunitaria , ecc., devastazione di natura, salubrità dell’ambiente, paesaggio storico-naturale, consumo di suoli fertili, danneggiamento di beni storico-archeologici, e dunque con devastazione delle economie locali e della qualità di vita in Puglia!

Questo semplice e piccolo emendamento proposto ora alla Legge Regionale di Tutela del Paesaggio degli Ulivi, che ne cancellerebbe di fatto l’ intera virtuosa esemplare legge, orgoglio legislativo di Puglia, sebbene ancora non applicata con il rigore necessario e che tutti richiediamo, nei fatti, per come è stato architettato mefistofelicamente sarebbe l’ultimo colpo basso e scorretto che dall’Ente Regione rischia di giungere, se l’emendamento, nella malaugurata ipotesi, dovesse essere approvato e appoggiato da membri della maggioranza al governo della Puglia!

Con quest’emendamento iniquo si aprirebbe una finestra temporale nella quale la nostra pugliese estesissima e caratteristica “Foresta primigenia degli ulivi” verrebbe espiantata in pochissimi mesi a ritmi ben superiori a quelli di taglio della Foresta Amazzonica!

Agro-foresta la cui importanza è fondamentale anche per l’importante funzione di tenuta dei suoli che comporta con i suoi apparati radicolari. Sradicarla, anche solo parzialmente, vorrebbe dire anche offrire scelleratamente la terra di Puglia ad azioni di dilavamento dei suoli, ad opera delle acque piovane ruscellanti, e a fenomeni di dissesto idrogeologico oggi impediti dall’antico manto degli ulivi!

Gravissime anche le conseguenze che si avrebbero, dal disboscamento di questa agro-foresta, a livello microclimatico e su tutta la ricchezza biodiversità della Puglia! Tutto il contrario di quanto prescritto dalla Conferenza internazionale di Rio del 1992 sulla tutela della biodiversità e degli ecosistemi, e dall’internazionale Protocollo di Kyoto sulla necessità di incrementare le foreste polmoni di ossigeno e di depositi naturali di stoccaggio della CO2, sottoscritti entrambi dall’Italia!

Si riproporrebbe qualcosa di paragonabile, sebbene di portata ben maggiore e più grave in termine economico-paesaggistici, a quanto alcuni anni fa è avvenuto, con grande detrimento della terra di Puglia, quando su incentivazione europea, e con il beneplacito degli  enti locali, sono stati svelti ettari ed ettari di autoctono vigneto!

Una sciagura quella che invece deve essere invertita oggi dall’Ente Regione Puglia e dal suo Assessorato all’Agricoltura, favorendo oggi, con nuove sagge politiche, anche il ritorno dei vigneti di vitigni autoctoni pugliesi, come per il Salento la “malvasia nera”, il “primitivo”, il “negroamaro”, ecc., nei tantissimi terreni, oggi incolti, abbandonati negli ultimi anni!

Agli assessori regionali Angela Barbanente all’Assetto del Territorio, Lorenzo Nicastro all’Ambiente, Dario Stefano all’Agricoltura, chiediamo di agire, semplicemente in onore al titolo del dicastero loro assegnato, senza lasciarsi sedurre dalle sirene di un falso, falsissimo sviluppo, con cui si è infarcita a torto, e con cui in parte si è cercato di velate l’aspra violenza controla Puglia, che ha nell’olivo il suo simbolo, contenuta nell’ “infame emendamento” proposto! 
Si chiede a loro la massima opposizione in ogni sede, ed, in particolar modo, a loro e a tutti i consiglieri di opposizione e di maggioranza, a partire dal Presidente della Regione Nichi Vendola, si chiede di cestinare subito la proposta di emendamento avanzata!
Con questo comunicato vogliamo dare voce alle migliaia di cittadini sensibili al problema e che sono protagonisti attivi di questa enorme sollevazione popolare di costernazione in difesa degli uliveti di Puglia. Una partecipazione attiva democratica che parte dal basso.
Pertanto, ribadiamo, chiediamo fortemente alla Regione Puglia di esprimere un diniego totale a questo emendamento!
Ma non sono solo, gli orrori recentissimi di Carpignano salentino, e i tantissimi numerosi altri scempi simili, già commessi in Puglia, pur in assenza di questo iniquo emendamento, e per una venuta meno, nei fatti, applicazione della già esistente legge di tutela degli ulivi, che oggi si vorrebbe pure emendare, implicano la necessità di richiedere che la preesistente legge regionale di tutela degli ulivi di Puglia n. 14 del 2007, oltre a rimanere immodificata, legislativamente blindata così come è, venga applicata veramente con correttezza e responsabilità, in modo tale che le autorizzazioni, fin ora concesse anche con una notevole evidente leggerezza, siano invece ridotte al minimo indispensabile, se non del tutto, ove possibile, azzerate!
Non solo, chiediamo addirittura nuovi strumenti normativi di vincolo e tutela per i nostri uliveti ed ulivi secolari e non, che possano garantire in maniera più forte e stringente la loro cura e conservazione!

Chiediamo, aspetto di fondamentale importanza, CHE TUTTI GLI ULIVETI SIANO EQUIPARATI AI BOSCHI E ALLE AREE FORESTATE, e quindi SOTTOPOSTI AI MEDESIMI VINCOLI E NORME DI TUTELA E PROTEZIONE, quali tra queste, le fasce di rispetto e i vincoli di in-edificabilità decennale a seguito dell’inserimento nei “catasti di aree percorse dal fuoco”, degli uliveti colpiti da incendi, come accade normativamente per boschi e pascoli incendiati, secondo quanto previsto dalle Legge-quadro in materia di incendi boschivi (Legge Nazionale n. 353/2000), al fine di scoraggiare quanti, con azione dolosa, bruciano gli uliveti, per compiervi al loro posto varie speculazioni di tipo edilizio, incluso oggi il fotovoltaico industriale!

Una richiesta alquanto ovvia poiché tali sono i nostri uliveti, dei boschi mediterranei, essendo l’ulivo stesso pianta autoctona della macchia mediterranea! Non solo, talvolta gli uliveti, e li si riconosce dalla presenza di leggibili sesti d’impianto irregolare per gli alberi più antichi, son addirittura costituiti da ulivi piantati con interventi di innesto di cultivar locali, (varietà “oialura“, “cellina” (o “muredda“), “cornulara“, ecc. nel caso del basso Salento), su ulivi selvatici, gli olivastri, ottenuti smacchiando, disboscando selettivamente, nei secoli passati, zone di naturale macchia mediterranea e lasciando in loco solo gli arbusti o già alberi di olivastro selvatici, che venivano poi innestati; per questo anche, per i nostri uliveti secolari si usa talvolta per indicarli il termine di “Foresta Primigenia“!

Si chiede alla Regione, anche ma non solo al fine di impedire in futuro altre similari cieche e deliranti perorazioni a favore di simili proposte legislative, che vanno di fatto nella direzione vera della concreta cancellazione di tutto ciò che vuol dire Puglia, tutta una nuova politica di incentivazione e/o anche solo di promozione volta alla rinascita di tutto il settore olivicolo pugliese favorendo la sua totale riconversione al biologico, in modo da svincolarlo dal giogo opprimente ed anacronistico della chimica industriale che lo imbriglia e gli tarpa le ali contaminando del resto l’intero ecosistema Puglia, e indirizzando così il prodotto, l’olio, il vero oro liquido di Puglia, verso la massima qualità ed eccellenza, che passano dalla massima salubrità del prodotto, che solo le filosofie del biologico possono consentire di raggiungere!

Ma non solo si chiede di favorire la conversione al biologico del settore olivicolo, e di tutta l’agricoltura pugliese, ma si chiede anche di sancire legislativamente a livello regionale, e non solo, la fine dell’ uso di veleni in agricoltura, a partire dai diserbanti che la Regione Puglia deve vietare in tutto il territorio regionale urgentemente!

Si favorirà così il ritorno dei manti erbosi selvatici e naturali sotto gli ulivi come un tempo, consentendo nelle stagioni non della raccolta il pascolo brado sotto le chiome degli uliveti, come un tempo, che a sua volta contribuirà al controllo, tosatura naturale da brucatura, del manto erboso naturale stesso, evitando la persistenza di coltri di erba secca nella stagione estiva che incrementano il rischio di incendio e propagazione delle fiamme agli alberi d’ulivo! Una presenza quella del bestiame domestico negli uliveti che contribuirà ad evitare erbicidi tossici e fertilizzazioni chimiche dei suoli, dato anche l’effetto altamente fertilizzante e naturale delle deiezioni degli erbivori in loco! L’aumento della biodiversità e dei manti erbosi e dunque di fiori sotto gli uliveti permetterà poi anche in essi il rilancio della parallela produzione del miele e degli altri prodotti legati all’apicoltura.  Una millenaria tradizione agricola pugliese, anche quella dell’apicoltura, da rilanciare!

Si chiede pertanto, secondo le esperienze vantaggiose in tal senso di diverse aziende agricole biologiche, e secondo quanto ormai sempre più agronomi suggeriscono, di favorire la pratica negli uliveti di una conduzione degli stessi secondo approcci misti agro-silvo-pastorali, in modo tale da sfruttare tutte le nicchie ecologiche in essi presenti, a partire appunto dal pascolo brado sotto la chioma degli ulivi degli animali domestici, soprattutto delle varietà autoctone pugliesi da privilegiare, promuovere ed incentivare, come la Mucca podolica pugliese, (il toro di razza “Pugliese” detto originariamente in Italia), nota per la produzione del pregiatissimo cacio-cavallo podolico, il bellissimo e sempre più richiesto ovunque Cavallo murgese, forte bello e resistentissimo dall’ omogeneo mantello moro, il grande Asino Japigio, (l’Asino di Martina Franca), ottimo per la produzione del richiesto latte d’asina, il Maiale semiselvatico la Capra ionica e la Capra garganica, la Pecora moscia leccese (il muflone domestico e lanoso del Salento), e negli uliveti acquitrinosi, come quelli del Parco naturale dei Paduli-Foresta Belvedere, anche soluzioni di ritorno-diffusione dell’allevamento della apulo-campana Bufala mediterranea, per la produzione della pregiata mozzarella di bufala!     

Tale allevamento a pascolo brado sotto gli ulivi oggi deve tornare, a partire dagli ulivi coltivati a biologico, si tratta di un intelligente soluzione mista agro-pastorale, che sfruttando i cicli, i ritmi, e le interazioni tra specie della natura, può incrementare notevolmente la redditività della campagna, ma che abbisogna dello stimolo e della guida da parte di un ente regione saggio e volenteroso davvero!

Tutto questo farebbe capire quanto non solo l’ ulivo, ma l’ecosistema uliveto, concepito come ecosistema forestale, può essere redditizio, ponendo così fine al “morto deserto avvelenato” che una malsana  agricoltura chimico-industriale acefala dei nostri giorni crea e promuove sotto gli ulivi avvelenando i suoli intenzionalmente, e dunque anche le falde di acqua potabile della “siticulosa” assetata Puglia carsica, con i più forti veleni erbicidi presenti in commercio ai limiti della legalità, e a vantaggio delle industrie chimiche e di malsane corrotte filiere! 

 

La conduzione biologica degli oliveti porterebbe anche molti altri virtuosi vantaggi. Le filosofie del biologico aborriscono l’impiego di fertilizzanti chimici, di cui invece oggi si fa un uso abominevole, sconsiderato ed assurdo; per cui, per la fertilizzazione del terreno si valorizzerebbero con il biologico, oltre alle deiezioni animali, il compost prodotto in loco, sul terreno, dallo stesso fogliame dell’olivo, dallo sfalcio meccanico eventualmente dei manti erbosi, e dalla triturazione meccanica delle ramaglie di potatura e loro distribuzione sul terreno dell’oliveto, dove in pezzature più piccole, trucioli, possono subire prima processi di trasformazione-decomposizione, nonché l’uso di compost magari prodotto da vari rifiuti organici controllati, l’ “umido di scarto” detto; tutto questo  per aumentare l’humus e dunque la fertilità del terreno, nella maniera più naturale possibile. In  tal modo, da un lato si eviterebbe la innaturale odierna dipendenza del settore olivicolo dall’industria chimica dei fertilizzanti, dall’altro si metterebbe fine alla pratica stupida della bruciatura fatta talvolta dai contadini delle foglie e rametti accatastati negli uliveti foriera di negatività; infatti è essa causa di spreco di sostanze organiche che con il compostaggio naturale potrebbero invece incrementare l’ humus e la fertilità dei suoli molto di più della cenere, nonché causa anche della dispersione in aria dei fumi di combustione talvolta sgradevoli, ma anche nocivi specie poi se, come oggi avviene, in presenza di foglie irrorate con veleni chimici vari.

Inoltre in questo modo, trasformando una buona parte del legno potato in risorsa agronomica per la fertilizzazione dei suoli del medesimo uliveto, si taglierebbero le gambe ad una pratica selvaggia e stupida molto diffusa, che è quella consistente nel ripagare i potatori con la legna ricavata dalla potatura; una consuetudine che porta questi ultimi a praticare potature selvagge che deficitano gli alberi ed anche conseguentemente le loro rese, per poter asportare dall’uliveto quanti più quantitativi possibili di biomassa da rivendere! Ma anche il mercato delle biomasse da potatura, sempre causa di potature selvagge, verrebbe scoraggiato a favore di potature più attente e discrete e della restituzione di una parte della biomassa al suolo stesso dell’ oliveto per la produzione di fertile compost! 

Accortezze, quelle del biologico, che vanno nel senso di scoraggiare quanti vorrebbero immoralmente trasformare tutto il settore olivicolo pugliese nella base di produzione di biomasse, legno e olio d’oliva appositamente degradato in “olio lampante” di bassa qualità, da bruciare, per la produzione di energia elettrica in nocive neo-centrali a biomasse da impiantare nella stessa Puglia!

Un’immoralità speculativa che non merita ulteriori commenti, e che va combattuta alla radice, senza sé e senza ma! Il parto o meglio l’aborto progettuale di menti perverse! Menti politico-imprenditoriali che hanno architettato intricati castelli legislativo-industriali “cancella-Puglia”, con immense campagne mistificatorie d’opinione, solo e soltanto a fini economico-fraudolenti, senza tener conto assolutamente dei concetti di salubrità, dignità, identità, bellezza, cultura, onore e vita di un territorio tutto, di un intera regione, del suo Genius loci e della sua gente!

Tornando al pascolo brado negli uliveti, per lo meno nei mesi non della raccolta delle ulive, quegli animali, sebbene domestici, ma autoctoni di Puglia sopra ricordati, son echi importanti di specie selvatiche che popolavanola Pugliae l’area mediterranea in epoca paleolitica; dall’ Uro, il possente toro selvatico dalle lunghe corna di cui il bovino podolico pugliese è il più diretto discendente tra le razze domestiche di mucca, al Cavallo selvatico, all’Asino selvatico detto idruntino, alle capre selvatiche, ai cinghiali e ai mufloni! Hanno pertanto tutti questi animali domestici oltre che un elevatissimo valore economico per la redditività e produttività della terra pugliese, anche  un altissimo valore culturale, biologico, eco-sistemico, e paesaggistico!

Così l’uliveto, l’albero d’olivo, e l’olio hanno poi un valore identitario e paesaggistico-culturale, anche pittoresco-iconografico, primario per i pugliesi e la Puglia che sarebbe anche superfluo ribadire

L’allevamento brado e dunque una potenzialmente florida economia silvo-agro-pastorale correlata all’olivicoltura da ripristinare e rilanciare valorizzandola nella modernità, sono il vero mix vincente e davvero eco-compatibile, o meglio eco-intelligente che creeranno redditività, paesaggio, salubrità e che incrementeranno enormemente l’appeal del territorio per un crescente turismo culturale destagionalizzato, portatore di una ricchezza diffusa tra le famiglie della Puglia!

L’uliveto e l’ulivo di Puglia sono di fatto un patrimonio UNESCO dell’Umanità, anche perché l’olio d’oliva che da essi si ricava da millenni è l’alimento principe della dieta mediterranea questa dichiarata appunto patrimonio dell’ Umanità dall’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization)!  E in numerose aziende locali pugliesi l’olio che si produce dagli ulivi plurisecolari patriarchi verdi è definito l’ “Oro dei Giganti” e venduto sul mercato con il valore aggiunto dela sua specifica provenienza.

Petizione online contro l’emendamento ammazza ulivi (in solo poche ore sono state superate le 1250 firme):

http://www.petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=ulivi

FIRMA ANCHE TULA PETIZIONE PERFERMARE LA “LEGGE AMMAZZA OLIVI ED OLIVETI ” DI PUGLIA !

Nota: PENE SEVERISSIME PER CHI DANNEGGIAVA UN ULIVO NELL’ ATENE PATRIA DELLA DEMOCRAZIA!

UCCIDERE UN ULIVO PORTAVA PER I GRECI IMMENSA SVENTURA, l’ira della Dea Atena, dea della saggezza ma anche della guerra giusta, la guerra difensiva, a cui l’albero d’olivo era sacro! Ahi dunque quale sorte sarebbe toccata per chi avesse proposto intenzionalmente una legge per pseudo-legalizzare un simile sterminio! E’ stato forse con lo stesso sentimento di sdegno nel corpo provocato dai cittadini di Puglia alla vista dell’espianto barbaro dell’uliveto di Carpignano, per lasciar posto all’industria del fotovoltaico tra gli uliveti in piena zona agricola (una pura pazzia, un’ immoralità), che gli antichi ateniesi nel vedere i loro olivi tagliati, incendiati, sradicati dai nemici o da vandali sacrileghi, emisero le loro durissime leggi contro tutti quegli empi che osavano abbattere un ulivo macchiandosi dolosamente ed intenzionalmente di un simile sacrilego assassinio, che inevitabilmente si riteneva portasse immensa sfortuna al reo! Ad Atene gli elleni della città facevano così: chiunque avesse abbattuto anche uno solo degli olivi sacri, diretti discendenti di quello di Atena, sarebbe stato condannato a morte o, questo in epoca successiva, all’esilio e confisca dei beni. La Penadi morte a chi taglia olivi in Attica, la regione greca con capitale la polis di Atene:
Se qualcuno avrà sradicato o avrà abbattuto un olivo, sia di proprietà dello Stato sia di proprietà privata, sarà giudicato dal Tribunale, e se sarà riconosciuto colpevole verrà punito con la pena di morte.” (Aristotele, Costituzione degli Ateniesi). Ed è ad Atene che è nata la Democrazia! Secondo la leggenda tutti gli olivi ateniesi erano nati dal primo albero fatto spuntare sull’Acropoli dalla dea Atena! La stessa dea, dagli italici-latini chiamata anche Minerva, venerata nel Salento nel santuario posto sull’acropoli di Castrum Minervae, Castro (Lecce). Recipienti colmi d’olio d’oliva sacro ed un serto d’olivo sul capo erano i premi ambitissimi per i campioni nei giochi olimpici, come in quelli panatenaici che si tenevano ad Atene!

Nel Salento i griki-salentini, genti parlanti ancora il griko, il dialetto grecanico antichissimo, oltre al dialetto salentino romanzo, forse non a caso è altissima l’indignazione contro quest’emendamento dell’ infamia con cui si vorrebbe favorire l’espianto dei loro ulivi sacri, degli ulivi simboli viventi di Puglia!
Solone, uno dei Sette Savi della Grecia antica, aveva dato alla città di Atene un codice di leggi che esaltava il ruolo dell’olivicoltura ateniese, di cui gli ateniesi erano molto gelosi. Secondo queste norme era assolutamente proibito tagliare olivi, se non per il servizio di un santuario o della collettività e in ogni caso fino ad un massimo di due all’anno; era ugualmente interdetta ogni esportazione dalla città di prodotto agricolo che non fosse l’olio d’oliva; figuriamoci un intero albero! Mentre in Puglia si assiste ancora ad un mercimonio di ulivi espiantati trasportati venduti e ripiantati in località extra-regionali, dove son richiestissimi a livello di verde urbano e privato, nonostante la rigorosa legge n.14 del 2007, di fatto mai seriamente ancora applicata come giusto sarebbe invece fare! Come giusto ora iniziare a fare con massima urgenza e solerzia, come massimo onore per le istituzioni rappresentate!

NESSUNO TOCCHI I NOSTRI ULIVI!

Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e  della Salute del Cittadino

rete d’azione apartitica coordinativa  di associazioni, comitati e movimenti locali e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali

sede c/o Tribunale Diritti del Malato – CittadinanzAttiva

c/o Ospedale di Maglie “M.Tamborino”

Via N. Ferramosca, c.a.p. 73024  Maglie (LECCE)

E-mail: coordinamento.civico@libero.it , coordinamentocivico@yahoo.it

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Un commento a Anche Coordinamento Civico e Forum Ambiente e Salute a difesa degli ulivi di Puglia

  1. I ‘ghe pens mi! sono o più pericolosi! Gente di potere che si prostituisce pur di restare al potere.

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