Il silenzio che la cultura del Salento non può permettersi

ph Roberto Filograna

di Michele Eugenio Di Carlo

LETTERA AL DIRETTORE CLAUDIO SCAMARDELLA
Il silenzio che la cultura del Salento non può permettere

 

Vieste, 7 settembre 2011

Gentilissimo Direttore,
ho talmente apprezzato sul Nuovo Giornale di Puglia il Suo
editoriale, “Il Salento e i silenzi della cultura”(http://www.quotidianodipuglia.it/articolo.php?id=161067), da esserLe grato.
Il Suo editoriale mi fornisce l’occasione gradita di perseverare nel
non tacere e di ribadire ancora una volta i motivi per cui la cultura
del Salento non può più permettere, e permettersi, il silenzio.
    Nel mese di luglio la Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna, professore
associato di Matematica Applicata presso l’Università di Los Angeles,
fornendoci il suo prezioso supporto tecnico-scientifico, ci comunicava
che la società Northern Petroleum intendeva avviare l’iter burocratico
per trivellare le coste del medio e basso Adriatico con le seguenti
località interessate: Bari, Monopoli, Polignano a mare, Brindisi,
Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno, Meledugno, Otranto, Giurdignano,
Uggiano La Chiesa, Torre Guaceto, Macchia San Giovanni, Punta della
Contessa, Foce Canale Giancola, Rauccio, Aquatina Frigole, Torre
Veneri, Le Cesine, Torre dell’Orso, Palude dei Tamari, Laghi Alimini,
Santa Maria di Leuca, Posidonieto, Capo San Gregorio, Punta Ristola.
    Era necessario che cittadini e associazioni producessero
osservazioni al Ministero dell’Ambiente contro le concessioni d149 DR-
NPe d71 FR-NP che prevedevano indagini esplorative con la tecnica
dell’airgun e l’installazione di pozzi estrattivi a una ventina di
chilometri dalla riva, in zone dedite al turismo e ad alta valenza
naturalistica con numerose aree protette. Indagini e installazioni con
emissioni di sostanze inquinanti dannose alla fauna marina, all’uomo e
alle attività economiche.
Danni incalcolabili in cambio del 4% dei ricavi del petrolio
estratto.

ph Rocco Boccadamo

    Il Comitato per la tutela del mare del Gargano, che ha tra i
propri compiti statutari la salvaguardia dell’ecosistema marino, la
tutela della salute delle popolazioni, la sensibilizzazione dell’
opinione pubblica sui temi della salubrità del mare e dei rischi per la
salute umana derivanti dall’inquinamento dello stesso, esprimeva con
osservazioni al Ministero dell’Ambiente la propria contrarietà alle
ispezioni sismiche e all’installazione dei pozzi petroliferi d71 FR-NP
e d149 DR-NP per la ricerca di idrocarburi, non potendo e non volendo
permettere che tacitamente pozzi estrattivi sorgessero lungo il
litorale pugliese, dando inizio ad una vera e propria aggressione dell’
Adriatico meridionale da parte di ditte petrolifere straniere con gravi
danni e ripercussioni negative anche sulle attività umane che si
svolgono sul Gargano, essendo il nostro mare chiuso.
    Un tentativo di aggressione confermato dalle nuove richieste di
estrazione degli ultimi giorni da parte della società inglese Spectrum
Geo LTD, la quale ha in giacenza presso il Ministero dell’Ambiente le
concessioni d1 BP SP e D1 FP SP la cui estensione territoriale è di ben
30 mila chilometri quadrati, lungo tutta la costiera Adriatica da
Rimini fino a Santa Maria di Leuca.
Un tentativo di aggressione imminente stando alle notizie confermate
d’inizio attività d’estrazione al largo di Brindisi, dove altre
concessioni della Northern Petroleum, le d39 e d40, sarebbero state
approvate, essendo stata la società stessa ad annunciarlo il 28 luglio
scorso.

ph Donato Santoro

Com’è stato possibile il silenzio su questioni così importanti per il
territorio?
Quanto di questo silenzio assurdo è complice e responsabile?

L’uso della tecnica invasiva “Air gun” produrrà danni incalcolabili
alla fauna marina, saranno usati fanghi e fluidi perforanti, saranno
prodotte acque di risulta altamente tossiche.
Semplicemente si sono voluti ignorare gli effetti disastrosi sull’
attività della pesca, già fortemente minacciata da scarichi velenosi di
tutti i tipi, e sull’attività turistica.

    Per evitare e scongiurare quanto sta accadendo ci siamo rivolti,
inascoltati, nel mese di luglio ai media e di riflesso alle
associazioni e alle istituzioni del Salento, trovando come unici
interlocutori gli amici Carla De Nunzio e Beniamino Piemontese dell’
Associazione Ideale “Torre di Belloluogo” di Lecce e il Dottor Marcello
Gaballo, direttore dell’eccellente Spigolature Salentine, i quali con
un lavoro encomiabile hanno rotto il muro del silenzio e aperto il
“Ponte Ideale” tra Salento e Gargano a difesa del territorio. Un “Ponte
Ideale” che dimostra quanto forte sia il legame che lega le popolazioni
pugliesi, unite oltretutto dall’autorevole intervento contro le
trivellazioni dell’Arcivescovo di Lecce, Monsignor Domenico D’Ambrosio,
al di là e oltre le farneticazioni separatiste.

    Un silenzio che la cultura del Salento non può permettere,
perché il mare Adriatico deve essere difeso e tutelato con forza e
decisione dall’attività estrattiva del petrolio, in forte e totale
contrasto con l’ambiente, l’economia, la storia, le tradizioni della
Puglia e delle sue coste.
Il Salento e la Puglia intera devono difendere ad ogni costo il
turismo di qualità, la pesca, l’agricoltura, la salute dei cittadini,
la consolidata immagine di territorio sano.
L’estrazione di scarse quantità di petrolio pesante, ricco di zolfo,
con guadagni irrisori da parte dello Stato, non deve e non può
giustificare l’aggressione alle nostre attività produttive, alla nostra
salute, al nostro ambiente.

Il Salento si mobiliti!
Non sarà solo in questa battaglia. Il Gargano sarà al suo fianco,
sempre e comunque.


Michele Eugenio Di Carlo
Presidente del Comitato per la tutela del mare del Gargano

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4 Commenti a Il silenzio che la cultura del Salento non può permettersi

  1. Facciamoci sentire, cazzo! Cosa gliene frega a una ditta che si trova dall’altra parte del mondo di distruggere un pezzo di costa che non ha mai visto? I guadagni per loro sarebbero bassi e i danni per la gente del posto (che spesso vive solo di turismo) sarebbero incalcolabili e duraturi! E lo Stato cosa fa? La costituzione non dice che dovrebbe “tutelare il paesaggio”, non distruggerlo?

    Diciamo NO all’installazione di pozzi estrattvi sulle coste pugliesi e salentine! Marciamo in faccia a questi politicanti infami, se necessario!
    La terra in cui abitiamo è nostra, non di ditte straniere, nè tantomeno di una manica di diabolici burocrati!!!

  2. Ringraziamenti

    Ringraziamo di cuore il carissimo amico e collega Prof. Michele Eugenio Di Carlo, Presidente del comitato per la tutela del mare del Gargano, per il suo intervento incisivo e fortemente sentito dal titolo suggestivo:

    Un “Ponte ideale” tra Leuca e il Gargano

    che condividiamo pienamente e che sentiamo come nostro.

    Carla De Nunzio
    Beniamino Piemontese

    Associazione Ideale Osservatorio Torre di Belloluogo
    Lecce

  3. Questa battaglia in difesa dei mari della Puglia, per quanto sia dura e difficile, mi ha permesso di conoscere e di relazionarmi con le migliori energie del Salento. Soprattutto negli ultimi giorni sono in contatto continuo e costante con l’associazionismo puro, la stampa libera, la cultura autentica della nobile terra Salentina. Rendo nuovamente i dovuti ringraziamenti al Direttore Marcello Gaballo e gli amici Carlo De Nunzio e Beniamino Piemontese, che hanno permesso di rompere il muro di un’informazione che stentava a farsi largo.
    Ieri sera, in occasione della festa di Santa Maria di Kàlena a Peschici, luogo ormai simbolico delle battaglie a tutela dell’ambiente e a difesa del territorio garganico, il comitato per la tutela del mare e le numerose associazioni collegate hanno preso l’impegno solenne di mobilitarsi verso il Salento qualora inizino le trivellazioni al largo di Brindisi. Lo abbiamo fatto a Lesina l’anno scorso, a Termoli nel mese di maggio di quest’anno, siamo pronti, decisi e determinati a muoverci nel Salento a difesa delle nostre coste.
    Michele Eugenio Di Carlo

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