Simpatico, ma sciupato!

“Mangia e non pensare!”

di Raffaella Verdesca

“Ditemi voi se non è troppo magro!” esclamò a gran voce Cristina nel corridoio dell’ospedale, vedendo comparire il nipote durante l’orario delle visite.

Il brusio di approvazione delle compagne spinse l’anziana signora ad emozionarsi per dimostrare ancor meglio la sua disperazione.

Gianluca sorrise schernendosi davanti a quel gruppo attempato di sconosciute: “Che stupido che son stato a chiedere dov’era la tua stanza, nonnina! Bastava solo affacciarsi per riconoscerla dalla tua  solita lagna. Scommetto che ti lamenti che son troppo magro anche quando non mi vedi!

Intanto, buonasera a voi, signore, e scusate questa piccola divagazione familiare!”

Il coro di sorrisi sdentati esibito in risposta, fece capire al ragazzo che lì dentro l’età media non superava la speranza d’incontrare una bella ragazza in degenza ed era di poco inferiore ai settant’anni.

“Non state a sentire mia nonna! Se fosse per lei dovrei mangiare primo, secondo e terzo anche a merenda!”

“La nonna ha ragione, invece.” parteggiarono per l’amica le presenti “Guarda che bel giovanotto alto che sei, ma senza carne, però!”

“Sono nel reparto di Medicina Generale o al banco macelleria della COOP?” rise Gianluca divertito.

“Che simpatico!” pensò ad alta voce una delle vecchiette “Simpatico, ma sciupato!” si corresse poi subito dopo temendo di essere linciata dalle altre.

“E’ naturale!” esordì allora nonna Cristina gonfia di tutto il suo diritto di parentela “Cosa volete che ne venga fuori da un signorino che si alza a mezzogiorno,…”

Boato di disappunto.

“…beve cinque bicchieri d’acqua e ci annega dentro fette di mela con flessioni?”

“Dai nonna, smettila!” cercò di opporsi il nipote in visibile imbarazzo.

“Ho appena cominciato invece!” lo zittì risentita la donna prima di continuare il sermone: “Sapete poi che fa il nostro giovin signore? Si veste, legge i giornali e verso le due si fa cucinare il pranzo dalla madre, ovvero quella stupida di mia figlia che l’ha sempre viziato. Vi chiederete allora: cosa mai gli porterà in tavola questa benedetta mamma? Un bel petto di pollo ai ferri con insalata scondita, a volte un passato di verdure, sogliola in umido, due noci, un pomodoro, …ma sorelle mie, che storia è questa? In quanto nonne, abbiamo il dovere di ribellarci! Dicono che sono noiosa: bisogna allora star fermi davanti a questa vergogna?”

Le teste canute delle presenti oscillarono sconcertate. Cristina si era conquistata la loro attenzione come un capo popolo, infervorandone gli animi senza fatica.

Finalmente qualcuno che tirava in causa la saggezza dell’anziano e finalmente una novità che distogliesse tutte quelle nonnette dall’odore di alcool e medicine!

“E non sapete ancora come va a finire la favola!” preannunciò il giudice in vestaglia incuriosendo oltremodo le ospiti “Il pomeriggio c’è un’ora di bicicletta o di piscina, la sera, invece, il martedì e il giovedì la palestra e il mercoledì e il venerdì le arti marziali, il tutto condito con yogurt magro e una foglia di lattuga. Il sabato e la domenica? Quelli sono sacri!! –Vieni a mangiare dalla nonna che ti ha fatto le lasagne?- gli chiedo ogni volta e quello sapete che fa? Alza gli occhi al cielo pensando che io non me ne accorga e risponde angelico –No, grazie nonnina, ma oggi e domani sono a mangiare a casa di Laura. Sai com’è, i suoi genitori ci tengono tanto che io rimanga da loro.-

Ma se i genitori della sua morosa si sono separati vent’anni fa! Non sono mica rincitrullita io! Cosa mai troverà da mangiare questo benedetto figliolo dalla Laura? Di certo non trova le lasagne e cosa ancora più certa, non trova neanche i suoi genitori! Mi prendono in giro, ecco la verità, credono di guadagnarci. Guardate infatti com’è magro sto’ ragazzino!”

“Troooppo magro!” fu l’assenso generale delle vegliarde.

“Olà, brava gente!” interruppe il monologo delle degenti il povero Gianluca “Sono davanti a una Corte Marziale? Ditemelo perché nel caso me ne vado! E poi, devo piacere a qualcuna di voi?” esplose poi con tono semiserio, palesemente seccato da tanto interesse pubblico alla sua vita privata. “Sapete perché mia nonna è ricoverata qua dentro, vero? Perché ha problemi di fegato! Saranno state per caso le lasagne delle domeniche da ottant’anni a questa parte? Chissà, ma almeno lei è stata contenta così: lasagne con ragù, polpettone di vitello, arrosto di tacchino, patate al forno, acqua, vino, insalata, frutta, torta e gelato. Perché mi guardate così? Cerco solo di mantenermi in forma!”

“A me piace…!” azzardò la più giovane con sguardo malizioso. Dalla prima fila si ritrovò all’improvviso all’ultima e Gianluca non la vide più.

“La nonna ha vissuto la guerra come tutte noi.” prese allora la parola quella tra tutte che sembrava la più materna “A quel tempo, sotto i bombardamenti, la gente sognava la libertà con la stessa fame con cui immaginava un bel piatto di pasta. Voi ragazzi questo bisogno non lo avete mai conosciuto, per fortuna, e noi nonne a volte non lo capiamo.” si accese quindi in un meraviglioso sorriso quella “Certo è che…un po’ magro a dire il vero lo sei!” concluse poi subito dopo con una certa gravità.

“Ok, ok, sono magro!” girò in tondo nella stanza Gianluca guardando in faccia a una a una le donne della giuria popolare “Mi devo appellare al presidente della Corte, vostro onore nonna Cristina, per chiedere di cambiare argomento? In fondo sono venuto solo per salutarti e farti un po’ di compagnia, nonnina cara, ma vedo che di compagnia ne hai fin troppa, quindi…!” e mentre faceva l’atto di andarsene, nella stanza si levò un proclama sommesso e urgente.

“Il fatto è che tua nonna non crede che esista nessuna Laura, perché un uomo con un pancino e delle gambine scarne come le tue non lo vorrebbe nessuna donna.”

Suspense.

“Cooosa??” e il ragazzo si voltò di scatto senza riuscire a nascondere una smorfia d’insofferenza.

“Alt, signore! Vengo a trovare una nonna e me ne ritrovo addosso venti! E’ vero, non c’è nessuna Laura, o meglio, non c’è più da un pezzo, ma questi non sono affari vostri. Però, se proprio ci tenete tanto stasera a saltare il rosario per recitare due pettegolezzi, sappiate che in compenso c’è Marzia, Simona, Elettra e Michela!”

Le vecchiette si guardarono allibite e Cristina accennò a una lacrima di commozione stavolta autentica: “Allora è per questo che sei così sciupato!”

“Può darsi!” scoppiò a ridere Gianluca stringendo a sé la nonna e le sue compagne di stanza con tenerezza e rassegnazione.

“Bene! Allora, davanti a voi testimoni, oggi propongo una soluzione!” sentenziò determinata Cristina, mentre le mani le tremavano per lo sforzo della concentrazione “O di tutte queste fidanzate te ne scegli una sola, oppure…”

“Ti prego, le lasagne la domenica no!” la implorò teatrale Gianluca inginocchiandosi davanti alle sue pantofole.

“Lo so che è una tortura per te, ma per come stanno le cose, almeno ti danno energia.”

E le signore presenti si sentirono in dovere di confermare dall’alto della loro esperienza.

Gianluca sgaiattolò fuori dalla stanza mentrela Cortee la giuria confabulavano ancora, stanco come se avesse fatto venti vasche, cento flessioni e dieci orge in un’ora.

Cos’erano le donne a qualsiasi età!

Si specchiò nella porta scorrevole d’ingresso del grande ospedale: bicipiti a posto, addominali scolpiti, quadricipiti da far paura. Tirò un sospiro di sollievo.

Una volta sentenziata la pena delle lasagne, ora si trattava di correre a recuperare la colpa!

Gianluca telefonò per fissare un paio di appuntamenti galanti per il giorno dopo e lasciò il grande parcheggio del San Salvatore sgommando con la sua bicicletta gialla e blu. Doveva affrettarsi prima che chiudesse il fruttivendolo, il resto veniva dopo!

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