Libri/ Gallipoli e Giuseppe Franco (1840-1922)

Gallipoli (ph Vincenzo Gaballo)

GIUSEPPE FRANCO: RITRATTO DI UN GALLIPOLINO ILLUSTRE

di Paolo Vincenti

E’ stato pubblicato qualche anno fa  “Giuseppe Franco, la famiglia, la vita, gli scritti” dal Crsec – Le/48 di Gallipoli. Il suo autore è Cosimo Perrone, noto studioso di storia locale e Direttore del Crsec Distrettuale. In questo volume, protagonista è la famiglia Franco, arrivata a Gallipoli nel lontano 1817, con Nicola Franco, esperto di pesca dei tonni.

Ma l’opera si occupa soprattutto della figura dell’Ingegner Giuseppe Franco e del contributo che il brillante progettista ha dato alla città ionica. Un ringraziamento particolare per la presente pubblicazione va ad Elio Pindinelli, massimo esperto di storia locale, e alla famiglia Franco, che ha accettato di aprire all’autore il proprio archivio privato con tutto il materiale documentario, che Perrone puntualmente ha analizzato.

Come spiega lo stesso autore nella sua Introduzione, la ricerca è stata entusiasmante ma anche molto faticosa perché lo ha portato in giro per l’Italia, sulle tracce di questa importante famiglia, dati i continui spostamenti dei suoi componenti. 

Dopo un breve excursus sulla realtà di Gallipoli in seguito all’Unificazione d’Italia, l’autore traccia un profilo bio-bibliografico dell’Ing.Franco (1840-1922), soffermandosi anche sulle numerose vicissitudini che interessarono la sua famiglia, con non pochi lutti e circostanze tragiche.

Una famiglia di intelligenze molto vive e brillanti, come quella di Manfredi, figlio di Giuseppe. Giuseppe Franco, nato a Gallipoli da Nicola e Rachele Romano, ebbe come fratelli: Francesco, Vincenzo e Domenico. Francesco, il maggiore, dopo la morte del padre, prese in mano le redini della famiglia ereditando da Nicola anche l’attività della tonnara. Domenico fu un medico famoso, tanto che ricevette la medaglia d’oro dall’Accademia Fisico–Chimica per meriti scientifici, ed anche un valido letterato, autore di molte poesie in dialetto gallipolino.

Giuseppe si sposò nel 1872 con Chiara Adelinda di Roseto Valfortore ed ebbe sei figli: Galileo, Arnaldo, Manfredi (progettista del Monumento ai Caduti di Gallipoli), tutti e tre ingegneri, Carlo, musicista, Direttore artistico del San Carlo di Napoli, Ermelinda, anch’essa musicista, e  Rita, pittrice.  Carlo morì improvvisamente nel 1938 per convulsioni.

Chi ereditò a pieno il genio del padre fu Manfredi, valentissimo ingegnere, letterato e pittore. Arnaldo, anch’egli valido progettista, morì molto giovane a seguito del terremoto di Messina del 1908, che colpì tutta la sua famiglia. Anche Ermelinda morì giovanissima, a soli ventidue anni, a Messina, nel 1901, suscitando nell’animo del padre un dolore profondissimo che lo accompagnò per tutta la sua vita. Galileo invece morì a Firenze, in una clinica, nel 1955.

Giuseppe Franco, oltre ad essere  ingegnere ed architetto, fu studioso di storia patria e appassionato letterato. Egli ebbe un ingegno davvero versatile. A lui si devono, fra le tante cose, la nascita della “Società Industriale Gallipolina” per l’estrazione dell’olio dalle sanse, il primo stabilimento del genere in Italia; un contributo notevolissimo alla soluzione del problema dei terreni paludosi in provincia di Lecce; inoltre, scrisse “Proposte di sistemazione del porto di Gallipoli”, edito nel 1885 dalla Tipografia Spacciante di Lecce,  curò l’  “Illustrazione dei motti e proverbi gallipolini” di Emanuele Barba, pubblicati nel 1902 dalla Tipografia Stefanelli,  “Manuale tecnico pratico per la misurazione e calcolo delle botti di qualsiasi tipo sieno colme o sceme”, con l’Editore Pironti di Napoli,  “La Geometriadell’Estensione, o Stereometria”, nel 1907 e “La Fontana Monumentaledi Gallipoli”, nel 1911, sempre con lo stesso editore,  “Il Porto Primitivo di Gallipoli”, Tipografia Stefanelli, 1920, ancora sui problemi del porto, e “Saggi di nomenclatura comparata italo-dialettale”, un volume oggi introvabile, citato anche dal Rohlfs nel suo Vocabolario Dialettale, e che l’autore del libro riporta in Appendice, e collaborò anche con lo “Spartaco”.

Nella seconda parte del libro, Perrone riporta l’originale di molti scritti del Franco e, per l’esattezza: “La caprificazione”, tratto da “Il Popolo” del giugno 1913; “La bonifica dei terreni paludosi in Provincia di Lecce”, tratto da “La Provinciadi Lecce” n°4, a.XI, 1905; “Proposte di sistemazione del Porto di Gallipoli”, Editrice Salentina Spacciante, 1885; “La Fontana Monumentaledi Gallipoli”, Pironti Editore, 1911, e “Il Porto Primitivo di Gallipoli”, Tipografia Stefanelli, 1920 (queste due opere fanno parte della Bibliografia dell’Enciclopedia Treccani alla voce “Gallipoli”, a conferma dell’importanza che hanno avuto); “Elenco dei nomi dialettali dei principali pesci del Distretto peschereccio e del mercato di Gallipoli”, tratto da “Rivista mensile di Pesce e Idrobiologia”, fasc.7-9, 1991, con ben 150 voci gergali accompagnate dal corrispondente nome scientifico.

Questa sezione del libro è corredata da bellissime foto d’epoca che ritraggono i componenti della famiglia Franco, alcuni dipinti di Rita Franco, alcuni ritratti caricaturali eseguiti da Manfredi Franco e alcuni disegni di vari progetti dell’Ing.Giuseppe, del quale compare un bel ritratto, in uno schizzo a penna, che è riportato anche sulla copertina del libro.

Un libro da non perdere per i concittadini e per tutti gli amanti della “città del gallo”.

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