di Paolo Vincenti
Sul fronte degli studi ruffanesi, dobbiamo segnalare, innanzitutto, alcune pregevoli plaquettes, recentemente date alle stampe dal più noto studioso ruffanese, Aldo de Bernart.
Si tratta di alcun brevi saggi storici, che fanno parte della collana “Memorabilia”, stampati in una tiratura fuori commercio di n.99 copie.
Fra le ultime, due, in particolare, ci sembra giusto menzionare.
La prima è: Note sull’arte medica in Ruffano tra Cinque e Settecento (Tipografia Inguscio e De Vitis) in cui l’autore ricorda la figura di Altobello Grasso, medico ruffanese e capostipite di una generazione di medici in Ruffano fra il Cinque e il Settecento, autore di una pregevole opera di carattere tecnico, dedicata al gesuita leccese Padre Bernardino Realino, e il cui frontespizio viene riportato nell’opuscolo, insieme ad una immagine dell’Altare dell’Immacolata, con lo stemma della famiglia Grassi, che si trova nella settecentesca chiesa matrice di Ruffano.
Una citazione dal Foscolo ammonisce: “Spiar ne’ guardi medici speranza lusinghiera della beltà primiera”.
La seconda plaquette è In margine al V Centenario –1507 = 2 aprile = 2007- della morte di San Francesco di Paola (Tip. Inguscio e De Vitis) in cui de Bernart si sofferma su un culto molto sentito in provincia di Lecce, quello di San Francesco di Paola, che a Ruffano viene ricordato da una statua lapidea che si trova in una nicchia sopra l’ingresso della cappelletta di San Francesco di Paola, sita nella piazza omonima.
La statua, opera dello scultore Valerio Margoleo, del XVIII secolo, che oggi necessiterebbe di un appropriato restauro poichè ormai resa quasi irriconoscibile dall’incuria e dall’usura del tempo, viene ripresa in fotografia nell’ultima di copertina dell’opuscoletto in parola; sulla seconda di copertina, prima di una bella immagine su tela cerata del Santo di Paola, copia del pittore calabrese Cesare Laruffa, del XX secolo, facente parte della collezione privata dell’autore, troviamo una massima latina, opera di Alessandro Laporta, che, nella traduzione di Aldo de Bernart, ci ricorda : “E’ vano senza memoria affrontare il mistero della santità: le parole antiche rivivono, le opere dimenticate splendono”.
Non possiamo, a questo punto, non citare un altro piccolo contributo, realizzato da chi scrive, proprio come omaggio al de Bernart, La figura e le opere di Aldo de Bernart – per il suo 82° compleanno– (Tipografia Inguscio e De Vitis), un breve saggio che, dopo aver tracciato un profilo umano e professionale del Maestro, offre una sua accurata Bibliografia, dal 1952 al 2007.
Ermanno Inguscio, anch’egli studioso ruffanese molto attivo, ha recentemente pubblicato Ville del Salento. Del dolce vivere all’aria aperta , un elegante volume edito da Capone (2006); inoltre, un saggio storico, La questione demaniale a Castellaneta nel periodo francese, sul numero monotematico de “L’Idomeneo”, Rivista annuale della Società di Storia Patria Sez. di Lecce, intitolato “L’eversione della feudalità in Terra d’Otranto” (Edizioni Panico 2007) e il recentissimo La pizzica scherma di Torrepaduli. San Rocco, la festa, il mito, il Santuario (Lupo Editore 2007).